BOLZANO – Il Museion di Bolzano ospita Francesco Vezzoli guest curator. Un’esposizione nel conoscere per reinterpretare tra antico e moderno: questo è in sintesi il pensiero dell’artista. Davanti al gigantesco wall paper, sipario aperto di cortine bordeaux collocato in Museion Passage, la direttrice Letizia Ragaglia e Francesco Vezzoli svelano il concetto di questa straordinaria proposta con il ritratto della cantante Nicki Minaj/Madame de Pompadour che nella quadreria settecentesca di Giovanni Paolo Pannini attraverso una specie di Star Gate, squarcia la Storia e riallaccia il passato al contemporaneo. Per la realizzazione di questa mostra, composta da due sezioni, il Museion è rimasto chiuso venti giorni, necessari per un allestimento complesso, che ha coinvolto in una laboriosa Factory il team dell’artista e quella del Museion, come in una grande bottega rinascimentale.
Il filo logico dell’esposizione si dipana con libertà e ironia: al secondo piano, l’artista curatore per la prima volta interviene sull’architettura e i suoi spazi, facendo chiudere le grandi vetrate e creando così la sua Gemäldegalerie, scelta tra le collezioni di Museion e incorniciata in un ossimoro di acribiosa leggerezza, nelle grandi cornici barocche di celebri dipinti inframmezzati dalle proprie opere. Al quarto piano Letizia Ragaglia sceglie di allineare le sculture della prima retrospettiva di Vezzoli (tutte tranne una), su una pedana/passerella che trasforma l’immensa sala incastonata tra le vetrate in una Glyptoteca/sfilata di moda, elegantemente aperta e chiusa alle due estremità dai due sontuosi ritratti di Sofia Loren come musa dell’antichità dal peplo scanalato come una colonna. Il gioco dei richiami e delle suggestioni è sottile e ammiccante, e non sovrasta mai la percezione soggettiva. E’ un gioco di luci e di sguardi, di seri richiami scientifici e di giocosa leggerezza, di sensualità, turbamento e seduzione.
Così le grandi cornici trompe l’oeil ridipinte a foglia d’oro inquadrano il Tempo tra Storia e Arte in sincretismi dal forte impatto, che vedono insieme Afro e Jean Fouquet, Michelangelo Pistoletto e Raffaello Sanzio, Piotr Uklański e Giovanni Bellini, Ernst Nepo e Jean-Auguste Dominique Ingres, Douglas Gordon e Amedeo Modigliani, Albert Stolz e Michelangelo Buonarroti, Nan Goldin a Caravaggio, declinati in assonanze essenziali e simboliche, in suggestioni emozionali e accademiche, in letture stratificate tutte possibili, sono anche conversazioni silenziose che non è necessario comprendere per forza, ma che nello stesso tempo ammaliano e intrigano, come solo possono fare certi rompicapi senza soluzione. “La vera opera d’arte sono queste schede che ciascuno può prendere e portarsi a casa, per chiedersi e porsi domande” spiega Francesco Vezzoli prendendo dal loro semplice accrochage le schede che accompagnano ogni opera, e che rivelano a quale dipinto antico fosse appaiata la cornice dorata, sapientemente riprodotta. Schede che ogni visitatore può portare con sé a memoria di un’esperienza condivisa con l’artista per propria personale scelta.
Letizia Ragaglia sottolinea la grande attenzione che il Guest Curator ha avuto per la realtà locale, la storia delle collezioni e delle esposizioni di Museion, senza divismi da artistar (al contrario dimostra non esserlo nonostante la sua notorietà) e con sincera generosità. Conoscere è premessa necessaria per reinterpretare, qui come nella sezione al quarto piano, dove anche i reperti antichi e gli antichi marmi sono decostruiti e ricostruiti. Vezzoli se ne appropria, restituisce sguardi agli occhi spenti e senza pupille, incarnato alla pelle di pietra, ma soprattutto si pone in relazione con essi, gioca e trasforma, proponendo policrome che a chi è cresciuto tra classico e neoclassico di candide purezze winkelmanniane sembrano incongrue, ma che studi scientifici avvalorano con sorprendente vividezza, hanno permesso di riconoscere attraverso un ricciolo di barba di colore blu, conservato in Sicilia, la perfetta corrispondenza con una testa del Getty Museum a Los Angeles, consentendo di ricostruirne attribuzione e provenienza e avviare le pratiche di restituzione. In questo dialogo tra passato e presente, tra ritratto e autoritratto, l’artista diventa Apollo con Marsia, Satiro con Satiro, Uomo togato, Adriano con Antinoo. Sa creare suggestioni, trasmette emozioni, seduce, e riesce nell’operazione quasi impossibile di risvegliare l’antico a una vita nuova senza mai profanarlo e snaturarlo. Operazione che gli riesce perfettamente perché sensibile e profondamente pensata.
Vezzoli scherza di fronte al piedistallo vuoto del Giano bifronte trattenuto dalla dogana e che da vera primadonna arriverà appena in tempo per l’inaugurazione, prendendo il suo posto nella teoria scultorea, spazialmente rotta soltanto da una delicata lekythos e dall’impetuosa figura boccioniana che sugli alti tacchi femminili sembra proprio voler prendere una fuga precipitosa. “La provocazione non è più eversiva, il divertimento lo è”. Ed è esattamente con questa sensazione di divertissement che si esce dal Museion, con la voglia di tornarci e anche di seguire gli appuntamenti che ne accompagnano il calendario. Resta solo il dubbio di quelle lacrime, che si riconoscono a volte come sigillo silenzioso di un’emozione che traboccando segna la guancia.
Francesco Vezzoli, Museo Museion
Mostra restrospettiva sculture a cura di Letizia Ragaglia 30 gennaio-16 maggio 2016
Mostra opere collezione Museion a cura di Francesco Vezzoli 30 gennaio-6 novembre 2016
Museion, Museo d’arte moderna e contemporanea
Piazza Piero Siena 1, Bolzano
Orario mar/dom 10-18, giovedì 10-22, ingresso gratuito dalle ore 18
Facebook: Museion Bozen – Bolzano
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