Spettacoli — 31/01/2024 at 11:38

Rifredi The Handke Project. Oppure giustizia per le follie di Peter di Jeton Neziraj al Teatro di Rifredi

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RUMOR(S)CENA – FIRENZE – Il 2 e 3 febbraio va in scena al Teatro di Rifredi The Handke Project. Oppure giustizia per le follie di Peter di Jeton Neziraj l’ex direttore artistico del Teatro Nazionale del Kosovo e il fondatore e attuale direttore di Qendra Multimedia. Ha scritto più di 25 opere teatrali che sono state messe in scena e tradotte in quasi 20 lingue, rappresentate in tutta Europa e negli Stati Uniti in oltre 70 produzioni. La regia è di Blerta Neziraj. In scena Arben Bajraktaraj, Ejla Bavćić, Adrian Morina, Klaus Martini, Verona Koxha, Anja Drljević drammaturga Biljana Srbljanović, collaboratrice artistica Alida Bremer, produzione Qendra Multimedia (Pristina). Produzione in collaborazione con Mittelfest & Teatro della Pergola, Teatro di Dortmund (Germania), Teatro Nazionale di Sarajevo e Festival Internazionale del Teatro – Scene MESS (Bosnia ed Erzegovina).

Klaus Martini

Peter Handke è uno scrittore e drammaturgo la cui la motivazione per aver ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 2019 è stata: “la straordinaria attenzione ai paesaggi e alla presenza materiale del mondo, che ha reso il cinema e la pittura due delle sue maggiori fonti di ispirazione”. Per la collana Saggi Arte e letteratura, edita da Bollati Boringhieri nel 2001 Hans Kitzmüller scrisse la prima monografia italiana dedicata ad Handke, dove l’autore si concentrava sull’opera del controverso scrittore, scandagliando i singoli testi e relative posizioni teoriche, al fine di ripercorrere l’esperienza condotta durante la sua carriera e vita, sempre all’insegna della contrapposizione dialettica (ma anche politica) e del suo evidente dissenso dimostrato nei confronti di una cultura prevalente.

Il drammaturgo Jeton Neziraj si è dedicato ad analizzare la figura di Handke ponendo un quesito che riassume bene una problematica che da molto tempo incide sul pensiero umano: “Dove finisce la libertà dell’arte e inizia il bisogno di essere politicamente corretti? Si può fare arte senza essere insensibili?” Sono alcune delle importanti domande sollevate da The Handke Project Oppure giustizia per le follie di Peter che viene presentato da Jeton Neziraj come “una performance teatrale sullo scrittore Peter Handke che con i suoi libri e atteggiamenti ha manipolato e stravolto i fatti relativi alle guerre nella ex-Jugoslavia, ha avallato e sostenuto l’ideologia della ‘terra bruciata’, ha tessuto le lodi dei poeti e registi militanti serbi convertiti a ‘ingegneri dei progetti di genocidio’.

Al funerale del criminale Milosević, Handke diceva davanti alla massa di persone assetate di sangue che egli “non sapeva la verità” e che per questo era lì “vicino a Milosević, vicino alla Serbia”. La sofferenza dei serbi Handke la paragonava alla sofferenza degli ebrei durante il nazismo! Artisti dal Kosovo, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Italia, Macedonia del Nord, Francia, Monte Negro e Germania discutono delle “follie di Peter” anche alla luce della guerra in Ucraina, in un tempo in cui molte istituzioni culturali europee stanno chiedendo agli artisti russi di prendere pubblicamente posizione rispetto alla guerra in Ucraina. La tendenza è quella di “depennare” quegli artisti russi che in un modo o nell’altro sostengono Putin e la guerra. Nel frattempo, Handke e suoi sostenitori europei continuano a cavalcare liberi, anche sopra le 8.000 tombe delle persone morte a Srebrenica. Dunque, come disse bene Eric Gordy: Handke è kitsch! Ma anche il suo Nobel è kitsch. E i sostenitori di Handke sono kitsch. E kitsch è anche l’ipocrisia europea”».

Klaus Martini

Il drammaturgo ha poi spiegato durante la conferenza stampa ( a cui hanno partecipato Riccardo Ventrella responsabile delle relazioni e progetti internazionali Head of Relations and International Projects della Fondazione Teatro della Toscana e Giancarlo Mordini Coordinatore Unità Operativa Teatro di Rifredi e Klaus Martini, attore, che – nello spettacolo che va in scena al Teatro di Rifredi – “Non siamo interessati a Handke come persona ma come fenomeno, come rappresentante di quel livello di ipocrisia europea che si è reso manifesto in occasione della guerra in Ucraina, momento in cui ho iniziato a interessarmi a lui. Un’ipocrisia capace di presentare il fascismo come “libertà di espressione” e anche di premiare quest’atteggiamento”.

Ha negato i crimini commessi in ex Jugoslavia e ha modificato i fatti accaduti e reali. Con la guerra in Ucraina ho iniziato ad interessarmi a Peter Handke, tenendo conto anche di come sono stati messi al bando gli artisti russi”. Il drammaturgo ha poi risposto alle domande poste da giornalisti e ha evidenziato una contraddizione nata dalla scelta del Comitato norvegese del Nobel, dove fu deciso di non assegnare un Premio Nobel per scandalo sessuale, mentre nel caso di Handke non è stata posta nessuna obiezione.

Hans Kitzmüller nella Premessa al saggio “Peter Handke. Da Insulti al pubblico a Giustizia per la Serbia”, scrive: «Lo scalpore suscitato da una netta stroncatura dello sterile e acritico realismo di alcuni autori vicini al Gruppo 47 e lo strepitoso esordio con una sorprendente pièce teatrale, intitolata ed effettivamente consistente in “Insulti al pubblico (Publikumsbeschimpfung)” avevano subito fatto circolare, nel 1966, il nome di un ventiquattrenne austriaco che sembrava uno dei Beatles. In pochissimo tempo poi Peter Handke si sarebbe imposto sulla scena letteraria tedesca ottenendo grandi successi con testi che evidenziano le connessioni esistenti fra strutture linguistiche e meccanismi psicologici».Parafrasando il titolo “Insulti al pubblico ” , uno dei testi di maggiore successo di Handke, Jeoton Neziraj sceglie di chiamarlo “Insulti a Peter Handke”.

Jeton Neziraj_ foto di Majlinda Hoxha

Genocidio e negazionismo: come costruire una memoria responsabile. Micaela Frulli, Luca Bravi e Riccardo Michelucci dialogano con Jeton Neziraj. Il 2 febbraio, alle ore 18, prima della prima di The Handke Project, Micaela Frulli e Luca Bravi dell’Università degli Studi di Firenze e il giornalista di “Avvenire” Riccardo Michelucci ragionano con il drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj sul tema della memoria dei genocidi, anche a partire da posizioni molto controverse come quelle di Peter Handke sui fatti di Srebrenica. Con il patrocinio del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze. Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.

https://www.teatrodellatoscana.it/it/evento/spettacolo/the-handke-project

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