CASTIGLIONCELLO Castello Pasquini (Livorno) – C’è apprensione e molta preoccupazione per il futuro per quanto riguarda uno dei più prestigiosi spazi di eventi nazionali ed internazionali di teatro e danza, che nell’arco di vent’anni si è consolidato come un’ esperienza realizzatasi in un luogo di straordinario interesse artistico e culturale: il Castello Pasquini di Castiglioncello, gestito dalla Associazione ARMUNIA per il Comune di Rosignano Marittimo. Nata in collaborazione con istituzioni quali lo Stato e la Regione Toscana, in propulsione degli enti locali come il Comune di cui fa parte Castiglioncello, al fine di ispirare ed accogliere nella quiete del Parco e degli spazi del Castello, residenze artistiche, spettacoli memorabili di teatro e di danza d’avanguardia, premi letterari prestigiosi, festival di filosofia con nomi quali Aldo Giorgio Gargani; iniziative culturali che hanno segnato profondamente la cultura italiana ancor più valorizzando una località turistica della costa livornese: fin dagli anni Cinquanta-Sessanta ad oggi, è stata luogo di transito ed accoglienza di un patrimonio culturale unico per la storia del cinema, della televisione, della letteratura e della cultura, e pratica artistica del nostro Paese.
Per chi non è addentro la questione, pare poco comprensibile, compresi gli operatori artistici, come sia possibile che una ipotesi di non riconferma, di un progetto storico di eventi, da parte della Associazione, sia messo in discussione. E soprattutto non sono affatto chiare dall’esterno, le modalità della eventuale trasformazione delle competenze, come dei ruoli gestionali, da parte di Armunia, rispetto alle future disposizioni istituzionali locali. Traspare anche molta ansia tra i responsabili artistici per le sorti del Festival “Inequilibrio” – confermato per il mese di Luglio 2016, con un programma artistico , scelto per animare le attività culturali estive di Castello Pasquini. Ne abbiamo parlato con i due co-direttori artistici nominati dal 2014, Angela Fumarola e Fabio Masi, che si sono succeduti dopo i primi 14 anni di direzione di Massimo Paganelli e i tre di Andrea Nanni, e con il presidente Vincenzo Brogi dell’Associazione Armunia. Nel frattempo ci sono state situazioni critiche come la deflagrazione della tensostruttura per un incidente dovuto al maltempo, causato da venti di scirocco, accaduto nel mese di Marzo di quest’anno, e reso inaccessibile per motivi di sicurezza: lo spazio dedicato soprattutto alla danza, una struttura costruita ben oltre trent’anni fa, in attività e di rilievo internazionale sino allo scorso anno.
Si stanno diffondendo notizie in questi ultimi giorni, sia sulla carta stampata che sul web, di un giro di vite sulla funzione di ideazione e gestione di Armunia, rispetto alle future attività culturali e pratiche artistiche, che hanno visto al centro Castello Pasquini a Castiglioncello e territori limitrofi. Un patrimonio di inestimabile valore culturale, Teatro e Danza, spettacolo di rilievo nazionale ed internazionale, legati al Festival Inequilibrio, oltre che per le iniziative collaterali. Una progettualità che dura per l’intero anno, in forte collegamento col territorio, dal teatro per le scuole, alle programmazioni all’interno delle stanze del Castello. Altre iniziative come mostre e convegni, fino alla programmazione del Teatro Solvay. Il vostro parere in merito?
Fabio Masi: «Ci sono state e ci sono delle emergenze, una fra tutte l’inagibilità della tensostruttura che sarà demolita, purtroppo in mancanza di possibili fondi sufficienti per sostituirla. L’ipotesi ventilata dal Comune sarebbe quella di creare una arena da mille posti che naturalmente potrebbe essere utilizzata solo all’aperto e d’estate.»
Risulta dalla pubblicazione sulla stampa locale che dal 2017 anche il Castello Pasquini di proprietà del Comune di Rosignano Marittimo, verrà chiuso.
«Sì per restauri, come il rifacimento del tetto e della torretta già previsti da tempo. Il Castello ha effettivi problemi di ristrutturazione interna».
Il concorso di cause, il grave incidente legato al maltempo di questa primavera alla tenso struttura, in più i lavori già in programmazione al Castello, comporta una esiziale delocalizzazione delle iniziative che per l’intero anno, ed anche forse per i successivi, erano state già programmate dentro gli spazi consueti. Quindi Armunia dovrà necessariamente spostarsi altrove, almeno per qualche anno?
«Necessariamente sì. Si tratta di capire dove ma soprattutto a quali condizioni. La proposta del Comune di Rosignano (sindaco e assessore alla Cultura, n.d.a) è quella di spostare l’attività teatrale presso il Teatro Solvay di Rosignano (di proprietà della multinazionale omonima della chimica), l’auditorium di Marittimo e in altri spazi del territorio.»
Di per sé la proposta sembrerebbe ragionevole. Allora quali sono le questioni in sospeso che stanno creando così apprensione in Armunia?
«La preoccupazione nasce da molteplici cause. Iniziano da alcune dichiarazioni del Sindaco che a novembre scorso ha riferito che l’ Associazione Armunia non gestirà la programmazione del Teatro Solvay. A seguire le notizie uscite su quotidiani locali che non rassicuranti sulla futura funzione di Armunia, rispetto alla ridefinizione del nostro ruolo all’interno della politica culturale del Comune».
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