Tre giorni di parole, visioni, convivialità, prospettive. Le giornate leccesi de ‘Le parole del teatro’ organizzate dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro, sono trascorse nel segno della condivisione dell’obiettivo comune della diffusione della cultura teatrale. Arando nuovi terreni in cui seminare pratiche sane e fruttuose. Collettivamente. Da Nord a Sud Italia. A discapito di fumosi tentativi di fare clan, eludendo autoreferenzialità o avidità di scranno, un cattivo trend nelle ultime derive di alcune frange della critica. Passata da militante ad arrogante (in casi sempre più frequenti), quando non arrivista. Allora d’uopo il sedersi uno di fronte l’altro, riconoscersi, mettere in tavola volontà concrete, trasparenza, ascolto, sapienza e buon senso.
Dario Iubatti in rappresentanza di Mario Martone
riceve il premio ANCT dalle mani del sindaco di Lecce Paolo Perrone
Il pretesto, la cerimonia di consegna dei premi della critica. A movente di un più ampio respiro di discussioni e dibattiti, incontri e partnership. Occasione inoltre, di zoomare sul teatro pubblico pugliese, isola felice nel sistema delle politiche teatrali e culturali dell’intero paese. Una regione in moto, dove la distanza tra governanti e governati si assottiglia, in cui si è surclassata la mentalità dell’assistenzialismo clientelare meridionalista che non permette ad altre regioni del Sud l’agognato sviluppo culturale e sociale. In Puglia si può fare teatro e considerarlo un mestiere oltre che un’arte.
Entrando nel merito dei resoconti assembleari, diversi e pragmatici i punti focali portati a galla negli incontri. A cui hanno partecipato una trentina di soci rappresentanti quasi tutto lo stivale (Sicilia e Campania le regioni più presenti). Riunioni spalmate nell’arco della giornata, riempendola. Assemblea plenaria a mattina, incontri con realtà altre nei pomeriggi, cerimonia di premiazione, spettacoli serali.
Virare verso la professione (informazione e continuazione della comprensione condivisa dello spettacolo), dare risalto alle riviste e definire l’accozzaglia caotica delle webzine e della critica online, non tutte autorevoli, piuttosto autoreferenziali, parziali e territoriali. Intervenire in relazione agli spazi sulla carta stampata, evitando modalità da piagnisteo. Rinsaldare il tessuto tra i membri dell’associazione, focalizzando l’attenzione sullo spettacolo, foraggiarne l’interesse. Rimodellare il sistema delle iscrizioni e della consegna delle tessere, formalizzare in maniera ottimale la ‘burocrazia’ associativa. Riqualificare le competenze dei referenti regionali. Rivitalizzare i rapporti con le università, quando gli accademici non si pongono con fare snobista e nozionistico. Trasparenza sulle votazioni e l’elettorato del Premio, riservandosi, il direttivo, facoltà decisionale. Efficienza del sito, esigenza di incontri frequenti. Queste in linea di massima le coordinate di discussione. Ora dalle parole alla pratica. Alla buona pratica.
Considerevoli di attenzione gli incontri con il teatro pubblico pugliese, in fermento, pullulante di gemme da sbocciare, con ‘International Theatre Institute, con gli ‘abitanti’ delle residenze artistiche di regione. Una tre giorni di fatti, oltre le parole.