Va in scena dal 22 Novembre al 5 dicembre 2013 al Teatro Sala Fontana di Milano (ore 20.30 domenica ore 16.0), Chi resta, spettacolo vincitore del Bando Teatri del Sacro 2013. La regia è di Carmelo Rifici, con Caterina Carpio, Mariangela Granelli, Tindaro Granata, Emiliano Masala, Francesca Porrini. Le luci sono di Matteo Crespi. Scritto da Roberto Cavosi, Angela Demattè, Renato Gabrielli, Carmelo Rifici. Drammaturgia fisica di Alessio Maria Romano. Allestimento Margherita Baldoni. In collaborazione con I Teatri del Sacro.
«La morte violenta mette a disagio la politica ma anche gli stessi cittadini di fronte alla responsabilità nei confronti di quelli che restano e che non sanno come affrontare l’assenza, per ridare senso alle morti, per dare forma al dolore. Lo spettacolo – spiega il regista Rifici – tenta, al contrario, di ricostruire, attraverso un’ipotesi di elaborazione, un possibile percorso di conoscenza, rispettoso e gentile, delle ripercussioni psicofisiche e materiali delle vittime della violenza su quelli che restano. Partendo dal senso di impotenza e dalla legittima richiesta di giustizia, passando dalla necessità di creare una memoria viva del defunto, dal confronto con l’omicida, giungendo infine alle sconcertanti concessioni del perdono, lo spettacolo, costruito su capitoli affrontati di volta in volta da un diverso autore, ripercorre l’ipotesi di una elaborazione del lutto di chi si sforza di uscire dal silenzio per “costruire senso dalla propria tragedia”.
Se risulta difficile e lungo adattarsi ad una perdita per malattia o incidente, sembra addirittura impossibile comprendere il motivo di una morte per strage di stato o per mano della mafia o del terrorismo. Una lunga lista di nomi e cognomi di persone, morte in questo modo, si dipana nel corso degli anni della nostra storia più recente. Storia che appartiene a tutti, che ci riguarda da vicino. Storia nella quale lo Stato spesso ha rivelato la sua parte più fragile, rivelando di non essere all’altezza di fornire giustizia e risposte a chi a buon diritto le chiedeva. Possono delle risposte sanare il dolore? Può la giustizia riappacificare chi resta con uno Stato, che non ha saputo “proteggere” i suoi figli? Può avvenire un confronto tra chi resta e chi ha ucciso? Può accadere il perdono? »