In scena venerdì 21 febbraio alle 20.30 al Teatro Comunale di Gries di Bolzano nell’ambito della stagione teatrale dell’Arte della Diversità
Lo spettacolo precedente, il primo di Marta Cuscunà come autrice-regista, ha segnato l’avvio di un percorso che ha come filo conduttore il tema delle “resistenze” da parte delle donne nel nostro paese. Durante la lotta di Liberazione, le giovani partigiane avevano avuto un’intuizione molto importante nel considerare la donna come una risorsa fondamentale per la pace e la giustizia, quindi per la società. Questa intuizione, che pure anticipava di molti decenni la nascita di un vero e proprio movimento femminista, aveva, in realtà, radici profonde nella storia dell’Italia. Con queste premesse il nuovo lavoro “La semplicità ingannata” analizza alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti nel nostro paese già nel 1500, immediatamente soffocati e dimenticati. In quel periodo avere una figlia femmina era un problema piuttosto grosso: agli occhi del padre era una parte del patrimonio economico che andava in fumo al momento del matrimonio.
Certamente una figlia bella e sana era economicamente vantaggiosa, perché poteva essere accasata facilmente, mentre una figlia meno appetibile o con qualche difetto fisico prevedeva esborsi assai più salati. Si dovette perciò porre rimedio trovando una soluzione alternativa per sistemare le figlie: la monacazione forzata. Dosando sapientemente narrazione e teatro di figura, tra momenti drammatici ed altri di grande ironia, Marta Cuscunà prova a dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero nei confronti dei dogmi della cultura maschile; e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicano addosso all’altra metà dell’umanità
Presentato in prima nazionale al BMotion di Bassano, si avvale dell’ironia giocata su diversi registri. Nell’idea della Cuscunà, la chiave di lettura per raccontare una storia di emancipazione di suore nel 1500 è quella di una narrazione dal sapore favolistico (ma tra le sue pieghe si cela una lucida e sapiente critica alla gestione della fede da parte della Chiesa stessa). La sua è una recitazione che ha il sapore di un teatro dove c’è ancora spazio per l’immaginazione, l’estro e la fantasia. Alterna momenti drammatici ad altri comici, sempre dosati con parsimonia, abile com’è nel dare spazio alla narrazione dove è la prosa che racconta e poi a piccoli cammei di puro divertimento in cui sfoggia abilità di artista che utilizza il teatro di figura, con l’ausilio dei pupazzi esilaranti suore alle quali Marta Cuscunà da ad ognuna una voce.
Il risultato è di puro godimento. Ma non è teatro leggero il suo, tanto meno farsesco, bensì una disamina che svela cosa accadeva nella società del Cinquecento (ispirandosi alla letteratura di Arcangelo Tarabotti), dove le figlie de nobili dovevano sposarsi con uomini facoltosi al fine di arricchire il patrimonio del proprio genitore. Se disgraziatamente una giovane non era all’altezza di un matrimonio combinato, il suo destino era quello di prendere i voti e finire in convento. Sarà il destino di Angela nata zoppa, ultima di sei figlie. Ma se la natura l’ha resa disabile nel corpo, la sua intelligenza le permette di dimostrare un coraggio inusitato per quei tempi. Insieme altre sue consorelle si ribella alla vita di clausura di un convento di Udine, dimostrando come sia possibile ragionare con la propria testa e rivendicando la propria condizione femminile nei confronti del potere maschile e della Chiesa. Una vera e propria Resistenza che la Santa Inquisizione cercherà di soffocare intentando loro svariati processi per eresia. Inutilmente.
Di e con Marta Cuscunà – Assistente alla regia Marco Rogante – Disegno luci Claudio “Poldo” Parrino – Disegno del suono Alessandro Sdrigotti – Tecnica di palco, delle luci e del suono Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti – Realizzazioni scenografiche Delta Studio…s, Elisabetta Ferrandino – Realizzazione costumi Antonella Guglielmi
Co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
Marta Cuscunà Premio Enriquez come miglior autrice e attrice 2013 – categoria “Teatro di prosa e nuovi linguaggi di impegno sociale e civile”
Premio LastSeen ’12 – Miglior spettacolo dell’anno
Menzione d’onore come attrice emergente alla 27^ ed. del Premio teatrale Duse
Visto al B.Motion Festival Opera Estate di Bassano del Grappa, visto dal 29 agosto al 1 settembre 2012