FIRENZE – Da quattro anni a questa parte un piccolo teatro, compresso tra Rifredi ed i viali di circonvallazione, si sta facendo strada nell’immaginario teatrale dei corti sulla scena. Il Teatro del Romito ospita infatti il “Concorso Uno”, organizzato dall’associazione Contaminazioni Teatrali. Massimo quindici minuti a testa, centinaia di iscrizioni pervenute ogni anno, monologhi, privilegiando le nuove scritture originali, partecipazione gratuita, un clima gradevole e informale, premi al miglior attore o attrice, al miglior testo e, quello più prestigioso, al miglior Corto con una replica, ad incasso garantito (400 euro) per lo spettacolo in versione completa.
Quest’anno ha vinto, scelto dalla giuria che vedeva Patrizia Coletta, direttrice di Fondazione Toscana Teatro, Angelo Savelli, direttore artistico del Teatro di Rifredi, Silvano Panichi fondatore del Laboratorio Nove, Michele Panella, regista del Teatro della Limonaia, Francesco Tei, giornalista Rai, il giovane leccese Michele Palmiero, con il suo “Il ritorno di Giesù”, in dialetto napoletano, premiato con la motivazione di “una proposta fresca e originale in toni che oscillano tra il fiabesco, l’epico e il cabarettistico che riesce a stabilire una relazione immediata e duratura con lo spettatore”. “Una vetrina per giovani emergenti, ma anche per attori professionisti, che vogliono far conoscere il loro lavoro o semplicemente testare un loro progetto ancora non divenuto spettacolo”, spiega l’attore Andrea Mitri, uno dei più attivi tra gli organizzatori.
Nella prossima stagione al Romito rivedremo Palmiero con il personaggio dello spazzino scelto, tramite una gigantesca roulette nel deserto del Sahara, per morire ed andare a chiedere a Dio di rimandare Gesù Cristo sulla terra a risolvere i problemi del mondo.
Il premio per il migliore attore/attrice alla fiorentina Gila Manetti, per la capacità di rappresentare i vari personaggi che in “Ginaceo“, il pezzo da lei scritto e interpretato, popolano la mente di questa casalinga toscana dal linguaggio popolare, colorito, arcaico, vernacolare, chitiano e fantasioso. Terza Giulia Rupi con lo straziante e doloroso “Ho solo smesso di abbracciarlo“, una madre che sopprime il proprio piccolo.
Il premio per il miglior testo originale è andato invece ex aequo a Luca Bernardini per “Ultrà”, rapporto di amore e odio tra padre e figlio tifoso davanti a tubi ed elettrocardiogrammi da ospedale, e a Claudio Fucile per “Me(moria)” per aver “saputo giocare su più piani contrapposti: il vero e il falso, l’altro e il sé, la memoria di una vita e la vita stessa”. A tutti i premiati è andata una collezione di libri editi dalla casa editrice Titivillus.
Preponderanza di testi sulla condizione femminile, ma forte presenza anche di monologhi sul tema del lavoro, della violenza casalinga e di personaggi a cavallo del confine tra normalità e follia.
Gli altri finalisti della serata erano Giulia Rupi, Luca Bernardini, Antonella Dell’Ariccia, Cristina Arnone e Matteo Sanna. Appuntamento a marzo 2015 con la quinta edizione del Concorso Uno o, come piace dire a Silvia Rizzo e Lea Landucci, altre colonne portanti di Contaminazioni, “Uno alla quinta”. Che comunque fa sempre uno.