PISTOIA – In un luogo che è lo spazio del Centro Culturale Il Funaro a Pistoia, spazio d’arte di area metropolitana nato di recente, si sta realizzando, con la pazienza che richiede semplicemente tempo, un’utopia teatrale di gran respiro con in programma una prima a giugno di quel genio di Vargas.
Qui è stato ospitato il primo studio di un lavoro in corso di definizione che debutterà a fine anno per la regia e la coreografia di Roberto Castello. Un percorso iniziato con i “Quattro Studi”, presentati per la prima volta a fine 2013 in contesti di pubblico selezionato.
“E’ nato un cucciolo” ha detto il coreografo presentando il progetto, ma data la tessitura del progetto, la traccia di percorso anche se solo a grandi linee a cui abbiamo assistito, lascia presagire una crescita forte e preziosa; un esito più che felice di alcuni nuclei appena abbozzati di notevole impatto. Una novità artistica che da una personalità artistica come quella di Roberto Castello tutti ci attendiamo.
Il lavoro presenta in scena quattro danzatori, due donne e due uomini in abiti neri inattuali, atmosfere cupe d’altri tempi e d’altri luoghi, non certo mediterranei, insomma suggestioni di spazi in rarefazione come in certi film in bianco e nero di Dreyer o Bergman. Il lavoro sulle luci abbastanza impostato, già scandisce definendolo un quadro di piste interpretative del disegno coreografico: un videoproiettore sparato sulla quinta un po’ giallo seppia seriale ossessivo su iconografia astratta inintelleggibile scandisce i tempi delle micro-narrazioni. E poi la scelta musicale a sua volta in loop per ben quaranta minuti a scandire i tempi di microdrammaturgie disegnate sulle azioni collettive dei quattro, ora single ora in coppia, francamente poco coppie ma molto molto individui esasperati, in un crescendo drammatico di disperazione-si corre come su tapis roulant solo per rimanere nel medesimo luogo come il povero criceto sulla sua ruota, nella gabbietta, in corsa verso cosa, verso dove? Prima da soli, gruppo indistinto in corsa sempre più affannata, a volte più o meno casualmente accoppiati per poi spaiarsi-il cinetismo ossessivo ricorda il film Tempi Moderni di Chaplin, forse o il Fritz Lang di Metropolis, che potrebbero essere tracce di visionarietà in qualche modo contaminazioni di questa prima ondata di ricerca artistica.
A tratti, ma solo a tratti, questa ripetizione meccanica che è dei singoli uno accanto all’altro come formiche, come cloni, come esasperate inconsapevoli vite senza sviluppo né memoria, esplodono in poche sequenze di gioia. Pur sempre incasellata nel tema del tragico, a sfiorare non tanto il comico-che qui non traspare almeno per ora, ma del grottesco.
Progetto, regia e coreografia di Roberto Castello
Interpreti: Mariano Nieddu, Stefano Questorio, Giselda Ranieri, Irene Russolillo
Elaborazioni musicali di Roberto Castello
Produzione ALDES con il sostegno di MIBACT e Regione Toscana
Visto a Pistoia–Il Funaro venerdì 16 maggio