FIRENZE – Un quarto di secolo sul territorio, un quarto di secolo a vedere, selezionare, controllare, ma soprattutto distribuire spettacoli, portando il teatro, anche quello grande con altisonanti nomi, dove non era mai stato. La Fondazione Toscana Spettacolo compie venticinque anni e c’è aria di festa, clima disteso in questa regione da sempre partecipe e volenterosa sul fronte teatrale, punto di riferimento nazionale con politiche aperte, nuove, innovatrici, rivoluzionarie. L’atmosfera è distesa, senza competizione tra le varie parti in causa, ed anche questa è una notizia in un mondo piccolo e chiuso che il più delle volte invece che essere propositivo e collaborativo, soprattutto nel recente passato, era concorrenziale riducendo risorse, energie, iniziative.
Ma la gestione di Beatrice Magnolfi, presidente, e Patrizia Coletta, direttrice, sta dando lentamente i suoi frutti per le sessanta strutture gestite nella stagione ufficiale ed i venti spazi per le rassegne estive. La cerimonia per i festeggiamenti sarà il 18 settembre, nel tardo pomeriggio, altra occasione, non di poco conto e tutt’altro che momento frivolo ma possibilità di confronto e conoscenza e scambio reciproco, di interfaccia, vicinanza e passaggi di sapere, nonché di apertura. FTS ha preso vita il 31 luglio 1989 per voglia, desiderio e vocazione dell’assessore di allora Anna Bucciarelli che diede impulso all’ente spostando l’idea di base dalla produzione alla distribuzione. Quindici i dipendenti della struttura, molti giovani, che monitorano con attenzione certosina centinaia di spettacoli e proposte all’anno.
“Venticinque anni fa questa fu un’intuizione importante della Regione Toscana – spiega la neo assessore Sara Nocentini – struttura agile per cogliere al volo occasioni ed opportunità, centro forte di distribuzione”. Tre milioni di presenze in questo quarto di secolo, 800.000 ragazzi, 15.000 recite, numeri da capogiro. Beatrice Magnolfi, perfetta padrona di casa, punta il dito su “il diritto alla cultura: dovunque si risieda, anche nei piccoli centri, si deve poter esigere cultura di qualità con grandi spettacoli anche nei piccoli comuni ed a piccoli prezzi. Lo spettacolo dal vivo deve essere uno strumento di crescita culturale collettiva e di conoscenza, e deve essere al tempo stesso alto, colto ma popolare”. Il teatro come necessità e non lusso. FTS poi è stata anche importante per il recupero e la ristrutturazione dei tanti, meravigliosi, storici teatri cittadini.
Ultimamente poi FTS ha portato avanti anche altre forme di apertura, sia collegandosi con altri circuiti regionali, sia lanciandosi in imprese e scommesse come il bando In Box, Anticorpi o la vetrina della danza NID svoltasi a Pisa. Tutti segnali di trasformazione, ringiovanimento, snellimento. Nel 2014 abbiamo assistito ad un 6% in più di presenze (180.000 in totale, aumento anche del numero degli abbonati) rispetto all’annata precedente, con un’occupazione dei teatri in media dell’80%. Dati che fanno riflettere sulla reale domanda di cultura, e di teatro, che arriva dal basso. La situazione pare rosea e vedrà per la prossima stagione anche importanti novità come ad esempio la nascita di una rivista trimestrale con direttore Curzio Maltese, appena eletto parlamentare europeo. Le nuove linee guida sono già state tracciate nel segno della continuità con un occhio sempre vigile al cambiamento: il rinnovamento della scena, sul versante artistico-scenico e su quello del pubblico, un teatro aperto tutto l’anno, la contaminazione interdisciplinare, la connessione di progetti europei ed internazionali. Il futuro è delineato, il solco dell’aratro profondo, il seme è buono per nuovi frutti.