Danza, teatro danza — 24/02/2015 at 01:01

Le voci, la danza, il corpo

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CATANIA – C’è un elemento nuovo che, nello spettacolo “Invenzioni a tre voci”, connota esplicitamente il linguaggio artistico del coreografo catanese Roberto Zappalà: si tratta della presenza del coreografo stesso in scena e non certo in veste di danzatore ma, seppure discretamente, quale demiurgo che crea, officia e insieme contempla la sua creazione e, nella sua creazione, resta tuttavia (consapevolmente, necessariamente) limitato dagli spazi d’insopprimibile libertà espressiva delle danzatrici. Una creazione coreografica, insomma, quella che s’è vista a Catania, nello spazio di Scenario Pubblico il 20, 21 e 22 febbraio (dopo aver debuttato il 15 giugno 2014 nel Teatro Garibaldi di Palermo), ma anche qualcosa di concettualmente assai più complesso: un rito, una liturgia che va officiata e che può ripetersi in piena vitalità solo nella libera adesione di chi vi prende parte. invenzioni_low_lorenzogatto12Un’operazione che non stupisce tuttavia: è da tempo che la ricerca artistica di Zappalà sembra non accontentarsi più della consueta forma della coreografia ma tende a muoversi in altri territori d’arte come la scultura e la pittura, la letteratura, il mito, la poesia e la musica (suonata dal vivo e classica soprattutto) e cerca di costruire nuove forme e nuove prospettive concettuali. Un movimento che si è già visto ad esempio nella precedente composizione (“Oratorio per Eva”) e che questa volta non è soltanto metaforico, ma risulta concretamente vissuto da parte del coreografo nel dare inizio allo spettacolo/rito (entra in scena e formula un discreto benvenuto al pubblico: «vi ringrazio per esser venuti a vedere ed ad ascoltare, a vedere tre mie danzatrici, le protagoniste di questa mia creazione, tre donne»), nel sedersi in un angolo della scena e osservare partecipe lo spettacolo, nel mettersi al servizio del modificarsi dello spazio della scena (togliere i fari da terra), nel commentarlo verbalmente, sovrapponendosi talvolta alle considerazioni delle danzatrici (Maud De La Purification, Valeria Zampardi, Gioia Maria Morisco Castelli). Appare chiara anche la motivazione per cui una coreografia del genere possa adagiarsi su, sposarsi con o, persino, trarre spunto dalle “Invenzioni a tre voci” di Johann Sebastian Bach, suonate in scena da Luca Ballerini (al pianoforte) e da altre composizioni dello stesso Bach eseguite da Adriano Murania (alla viola): ognuna delle tre danzatrici è, insieme, una voce e un’invenzione unica e diversa che esegue in libertà un proprio motivo ma, allo stesso tempo, comunica segretamente col motivo di ciascuna delle altre due, in un’armonia superiore e complessa che, sostanzialmente, è la ricchezza stessa della dimensione femminile. Compagnia-Zappalà-danza-Invenzioni-a-tre-voci-ph-Lorenzo-Gatto-1Per millenni questa dimensione di strutturale complessità ha affascinato gli artisti, soprattutto gli artisti figurativi che si sono concentrati specialmente sulla nudità del corpo femminile: ma la complessità dell’essere femminile non solo non può essere semplificata o annullata dalla nudità del corpo, ma anzi questa stessa nudità finisce col dare la misura più autentica della povertà spirituale di quanti (i maschi, troppo spesso, nei secoli) si limitano, o si sono limitati, a vedere in essa soltanto la statica levigatezza dell’oggetto e non la cangiante, straordinaria, mobilità dell’essere. Con questa consapevolezza, dunque, la coreografia di Zappalà si dispiega catturando gli sguardi del pubblico e lasciando che le tre interpreti possano svolgere ciascuna la loro personale “invenzione”: si destruttura ciascun movimento di danza, che appare quasi scavato nella storia personale ed artistica delle interpreti, per poi riattivarlo, riempiendolo della fatica che è costato, della lotta quotidiana e dell’intelligenza che implica, dell’ironia, della tenerezza e della leggerezza che sono necessarie a non trasformare quel movimento (persino quel movimento) in un vuoto simulacro dell’essere femminile.invenzioni_low_lorenzogatto14

 

 

Invenzioni a tre voci”, primo step del progetto “Transiti Humanitatis”.

Catania, Scenario Pubblico, 20, 21 e 22 Febbraio, da un’idea di  Nello Calabrò e Roberto Zappalà, coreografia e regia  Roberto Zappalà, musiche (eseguite dal vivo) di  Johann Sebastian Bach  (al pianoforte  Luca Ballerini, alla viola Adriano Murania), danzatrici  Maud de la Purification, Gioia Maria Morisco Castelli, Valeria Zampardi e con Roberto Zappalà, coordinamento tecnico  Sammy Torrisi, produzione e management  Maria Inguscio.

Una produzione : Compagnia Zappalà Danza – Scenario Pubblico. Il progetto “Transiti Humanitatis” è realizzato in collaborazione con: ImPulsTanz – Vienna International Dance Festival, Teatro Garibaldi/Unione dei Teatri d’Europa (Palermo), Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Massimo Bellini (Catania); con il sostegno di  Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.

Crediti fotografici: Lorenzo Gatto

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