Teatro, Teatrorecensione — 07/07/2015 at 08:10

Orizzonti Verticali a San Gimignano, una buona pratica

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SAN GIMIGNANO (Siena) – Il teatro muta coscienze. E luoghi. Nell’assetto sociale, nella percezione individuale e comunitaria, nella comprensione intellettuale. In maniera estemporanea ma lasciando tracce interiori. Segni A San Gimignano, il Festival Orizzonti Verticali ha unito persone. Luogo d’elezione di bellezza, per i cinque giorni di rassegna incontro di mondi e culture diverse, arte e sguardi sull’arte. Anche in dissenso, elemento plausibile nella concezione di un atteggiamento di azione reciproca e non di distillazione unilaterale, sterile e autoreferente. Tra gli spettacoli più attesi della terza edizione appena conclusa Trincea di Marco Baliani. La mimesi totale di uno dei più apprezzati attori e autori contemporanei, a restituire l’orrore e l’assurdità della più devastante guerra di trincea della storia recente.

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Il corpo, il corpo d’attore, il corpo scenico, il corpo geografia del dolore fisico e morale malcelato sotto una divisa d’appartenenza, soffocato dalla polvere delle “buche”, obnubilato dalla nebbia di bombe e gas. Baliani, superba la sua interpretazione, figura il soldato, feticcio del potere tradotto in unità sacrificale e fantoccio dell’assoggettamento dell’uomo sull’uomo. Restituisce in un’ora di intensa rappresentazione, mediante una narrazione frammentata, spezzata a indicare i vuoti spirituali e psichici del divenire (s)oggetto bellico, la morbosità sofferente del sembiante, per amplificare universalmente la detonazione dell’orrore. Entra in scena da una botola su un piano inclinato, sul fondale si susseguono per tutto lo spettacolo immagini video a dare mappa sensoriale e visivamente interattiva. Armato di un “inutile” baionetta con elmetto e mimetica di cui si sbarazzerà per fare urlare il corpo ferito, maciullato, scomposto nella mente e nell’anima. Per onore di patria, della difesa della patria. Per onore del niente.

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La scena si denuda in un andirivieni dal dentro (interiore) a fuori (esteriore), dalla memoria a un presente scenico in media res. Azione e racconto, visivo e percepito. Un eccesso di farcitura audiovisiva rende tuttavia il trasposto artefatto. Indaga, riflette, ripropone testimonianza del 900 Roberto Guicciardini, padrone di casa, uno dei grandi protagonisti del teatro di regia del nostro tempo. Il suo Attraversando il secolo crudele  ripropone, con attori non professionisti, testi in lettura scenica di autori novecenteschi (Alvaro, Pasolini tra gli altri) che ne hanno saputo raccontare immagini, presagi, umori e tracce. La parola divenuta scenario.

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foto di Francesco Spagnuolo

Di fattura sperimentale il lavoro di Alessio Martinoli in collaborazione con Laura Bandelloni. Lo spettacolo Esperimento deserto è un primo studio sulla parola di Dino Buzzati. Ancora incompiuto relativamente alla fluidità del collante tra quadri spezzettati in una struttura a carte sparigliate destinata alla composizione intepretativa post-visione. Intelligente il tentativo di riprodurre scene e azioni (verbali soprattutto) in stilemi originali tendenti all’assottigliamento di distanze nella sintesi dell’atto creativo. Da sviluppare.

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foto di Francesco Spagnuolo

Nel complesso, a San Gimignano si sono visti spettacoli a far emergere una caratterizzazione della rassegna verso l’indagine del confronto generazionale, marcando l’attenzione su tradizionale e nuova drammaturgia, forma e essenza, corpo e parola. Delle buone pratiche.

Trincea

scritto e interpretato da Marco Baliani. Regia Maria Maglietta. Scene e luci Lucio Diana. Musica e immagini Mirto Baliani. Visual Design David Loom. Prod. Marche Teatro in coprod. con Festival delle Colline Torinesi.

Attraversando il secolo crudele

a cura di Roberto Guicciardini. Con Sonia Coppoli, Chiara Di Muzio, Giulia Galasso, Antonio Nisi, Fabrizio Nocella, Giulia Pagliantini, Emilia Picone, Ivan Romano. Prod. Giardino Chiuso/Orizzonti Verticali con il sostegno di Regione Toscana

Esperimento Deserto_primo studio

da il desetro dei Tartarti di Dino Buzzati. a cura di Alessio Martinoli in collaborazione con Laura Bandelloni.

cronache dal Festival Orizzonti Verticali – San Gimignano dal 1 al 5 luglio 2015

 

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