LUCCA – “Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”.
Il colore può esistere, paradossalmente, anche in una fotografia in bianco e nero quando si trasforma da percezione visiva in emozione. Elliott Erwitt. Retrospective racconta un viaggio fotografico di centotrentasei scatti, in cui la nota distintiva è l’ironia della vita quotidiana, a volte sagace a volte irriverente. La fotografia per Erwitt non può prescindere dalla tecnica ma ciò che rende uno scatto un buono scatto è l’istinto, la capacità di osservare – anche oltre la tecnica – i fenomeni della realtà. I personaggi che popolano i suoi scatti sono persone, nella maggior parte dei casi colte di sorpresa in strada, animali oppure dettagli, come mani e piedi. I suoi personaggi sono tutti tipi cinematografici, sia nell’espressività sia nel contesto in cui sono fotografati. Non è un caso che abbia studiato cinematografia a New York e vissuto ad Hollywood, lavorando sul set di numerosi film dove ha avuto modo di conoscere e di fotografare Marylin Monroe. A metà degli anni ’50 viene assunto dalla Magnum Photos, che lui stesso definisce “una grande agenzia di distribuzione delle immagini”, per la quale lavora come free lance. Si dedica ai viaggi e realizza numerosi reportage, che costituiscono la parte più importante della sua carriera.
I suoi scatti alternano il romanticismo all’ironia. Da un lato coglie l’intimità romantica del quotidiano, che si manifesta nelle relazioni umane e in contesti privati (gli amanti nello specchietto dell’auto o in cucina) oppure pubblici (i ballerini e le coppie sulla spiaggia). Dall’altro lato il fotografo osserva la realtà con uno sguardo ironico e talvolta tendente all’umoristico. L’ironia non è mai fine a se stessa, è l’effetto della causa osservata e nasce sempre come una sensazione immediata. In alcuni casi la composizione dell’immagine suggerisce similitudini esilaranti – uno per tutti il confronto tra esseri umani ed animali – oppure giochi prospettici illusionistici (la bambina in scala accanto alle statue egizie oppure il manichino della vetrina che spia la passante). In altri casi invece l’ironia nasce dal soggetto e dal contrasto tra elementi non necessariamente compatibili. Un esempio per tutti è la serie dei cani, alla quale Erwitt dedica anche alcuni dei suoi libri. I cani ricoprono un ruolo centrale, saltano, spiano dalle staccionate, mentre gli uomini sono ridotti a puri elementi decorativi, come le scarpe o l’impermeabile. Quando invece la fotografia unisce tecnica e soggetto l’ironia diventa umorismo se denuncia una condizione sociale di disuguaglianza oppure irriverenza come nella serie dei nudi realizzati in ambienti interni ed esterni.
Visitata il 20 agosto a Lucca
Elliott Erwitt. Restrospective
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
dal 18 Aprile al 13 Settembre 2015
a cura di Maurizio Vanni
in collaborazione con Magnum Photos
una produzione di MVIVA
Valentina Cirri