CASTIGLIONCELLO (Livorno) – Avvicinarsi alla danza contemporanea richiede uno sguardo scevro da condizionamenti che riducano la possibilità di accogliere forme espressive corporee sganciate dalla tradizione coreutica più classica. La contemporaneità che sa affrontare temi sociali, culturali, capaci di portare sulla scena un progetto drammaturgico scenico complesso e dinamico per l’utilizzo di linguaggi diversi, fa parte integrante delle nuove tendenze artistiche, e la danza non è si sottratta, come ha fatto Adrienn Hód con il suo Conditions of Being a Mortal. Adrienn Hód, formatasi presso la Budapest Tánciskola fondata da Iván Angelus, oggi insegna improvvisazione presso la Budapest Contemporary Dance Academy. Nel 2007 fonda Hordworks e, nel 2011 e nel 2014, vince il Rudolf Laban Prize, considerato il maggior riconoscimento ungherese per i suoi artisti, con i lavori “Basse danse” e “DAWN”.
Una tra le più giovani, coraggiose e innovative coreografe ungheresi, che insieme ai suoi danzatori della sua compagnia Hodworks, ha creato al Festival Inequilibrio di Castiglioncello, una divertente e irriverente sperimentazione, basata sull’improvvisazione che si viene a creare attraverso reazioni fisiche emotive di forte impatto. L’ha fatto prendendo come riferimento il melodramma operistico sul quale ha creato delle azioni che finivano per coinvolgere il subconscio dei quattro protagonisti. Danza fortemente espressiva, a tratti selvaggia, dove i corpi si fondono in un groviglio sempre più accentuato dallo strappare dei costumi, lacerazioni accompagnate da versi gutturali. Il crescendo emotivo arriva a punte altissime con i danzatori che si spogliano dei loro ruoli consueti, togliendosi di dosso quelle convenzioni che la danza abitualmente necessita. I corpi seminudi diventano strumenti di relazione con lo spazio fisico e mentale, raccontano storie anche molto intime, dove il registro umoristico anche smaccato, esagerato, si mescola a frammenti di sessualità che perde la sua connotazione naturale per dare vita a parodie atletiche – ginniche di una perfezione assoluta. I perfomer si esibiscono in saggi di bravura ginnica e dimostrano una preparazione atletica e classica straordinaria. Il danzare diventa un inno alla vita dove viene esaltata la forza fisica che si allea al pensiero drammaturgico.
La danza insegue i cliché del balletto classico, della danza su musiche operistiche, il travestitismo, e rompe ogni forma, destruttura ogni convenzione, irrompe sulla scena con un’energia che viene richiesta ai bravissimi danzatori/performer. Il gesto è dirompente ed esalta con esercizi di virtuosismo una danza che diventa linguaggio di un inconscio collettivo alla ricerca di una via di fuga dalla banale realtà quotidiana.
Adrienn Hód ci rilascia un’intervista esclusiva per Rumor(s)cena alla quale chiediamo come lei lavora e quale messaggio intende trasmettere attraverso la danza.
«Ho iniziato a lavorare con la compagnia Hodworks quattro anni fa, dopo aver fatto dei casting e aver ricevuto dei feedback collettivi sia dal drammaturgo che dal musicista per creare una visione collettiva con la possibilità di avere degli sguardi esterni. Questo per facilitare un lavoro che diventasse integrato. La creazione dei quattro pezzi è avvenuta attraverso lo studio e l’ideazione di tutti. Normalmente mi dedico ad una creazione all’anno. Seguo delle piccole tappe e pochi temi, raccogliendo sensazioni impressioni. La creazione che porto in scena deriva dallo studio e il movimento viene fuori dal lavoro stesso, nasce dal di dentro, non viene imposto aprioristicamente. I pezzi che propongo contengono delle differenze tra l’uno e l’altro. Si viene a creare un processo in cui ho bisogno di tempo dando un testo su cui studiare agli interpreti e loro ci lavorano. Io da quello che loro fanno estrapolo fuori quello che mi porta al focus, al centro di quello che io voglio raggiungere. Io do loro una struttura molto rigida dentro la quale i danzatori sono nel presente e possono arrichirsi di nuove sensazioni. C’è molta improvvisazione potendo usare il presente».
Conditions of Being a Mortal, spettacolo di danza complesso…
«L’inizio è una commistione tra danza e teatro in cui gioca anche il registro ironico, interviene la recitazione e la voce. Ci sono diversi ordini di lettura e dentro questi strati c’è la gestualità, l’opera, la danza, quella contemporanea, il presente e il passato. C’è la danza classica ma in Conditions of Boeing a Mortal non è il suo intento principale. Questi vari livelli sono stati scelti e portati in scena. Do molta importanza alla preparazione tecnica che viene richiesta ai danzatori al fine di costruirsi il ruolo nel presente. Così facendo il lavoro si evolve e si affina l’espressione dei caratteri di ciascuno. Un lavoro che necessita di molta fatica ed energia».
Conditions of being a mortal
Coreografia Adrien Hód
perfomer Marcio Canabarro, Emese Cuhorka,Júlia Garai, Csaba Molnár,
musica Franz Liszt Faust Symphony
consulenza musicale Zoltán Mizsei
drammaturgia Ármin Szabó – Székely
Visto al Festival Inequlibrio di Castiglioncello il 4 luglio 2015