MILANO – Dall’11 al 22 novembre 2015 va in scena al Teatro dell’Arte, organizzata da OHT | Office for a Human Theatre), “Una minuta retrospettiva”. OHT è una partnership europea che sviluppa progetti al confine fra arti performative e visive. Tenendo conto di questa vocazione che il CRT Milano – che da sempre persegue una linea artistica fra discipline diverse – sostiene questo gruppo presentando una sorta di “personale”. Per “Una minuta retrospettiva” Filippo Andreatta, direttore artistico del progetto, architetto, performer e artista visivo, ha lavorato con l’attore e drammaturgo inglese Charles Adrian Gillott e il performer tedesco Patric Schott, incontrati durante l’esperienza comune con il gruppo berlinese Nico and the Navigators, Sara Rosa Losilla (storica artista della Fura dels Baus) l’attore Francesco Napoli, il musicista e sound producer Roberto Rettura (Gruppo Nanu) , Paola Villani, artista performativa (Pathosformel). L’installazione performativa, che OHT presenta, pone a confronto il pubblico con uno spazio senza attori attraverso 13 esperimenti visivi e sonori. La base del lavoro è la consapevolezza del colore attraverso luce, nebbia, vetro, fonts e immagini che diventano protagonisti della scena. Con la chiusura del Bauhaus, Albers attraversa l’oceano Atlantico per una nuova vita negli Stati Uniti e si muove verso una diversa e ulteriore formulazione dell’osservazione che lo porta all’essenza di come la realtà e le cose sono costruite e percepite. Una narrazione rallentata, i cui parametri non sono familiari e rientrano nel dominio della percezione che l’artista tedesco aveva già intuito nel suo lavoro e che costringono il pubblico ad adottare nuovi criteri rispetto a quelli generalmente accettati o conosciuti.
di OHT | Office for a Human Theatre
con il sostegno di The Josef and Anni Albers Foundation, Bethany (CT), USA
idea e regia Filippo Andreatta
ricerca scientifica Chiara Spangaro
movimenti meccanici e meraviglia Paola Villani
scenografia Filippo Andreatta e Paola Villani
musica di scena Roberto Rettura
tecnico Giovanni Marocco
brano “ala” di Matteo Nasini
SQUARES DO NOT (NORMALLY) APPEAR IN NATURE
Lo spettacolo mette in discussione, direttamente sul palco, il fenomeno del fallimento non solo per i suoi effetti ilari, cinici e comici ma anche per la profonda tristezza che ogni fallimento comprende. La riluttanza di considerare il fallimento parte della nostra vita quotidiana è, in accordo con il sociologo Richard Sennett, il nostro tabu contemporaneo. Fallire comporta la consapevolezza che niente sarà più come prima, che un limite è stato evidenziato irreparabilmente. Le domande che ci poniamo sono: fallire significa non aver raggiunto o realizzato nulla? C’è qualcosa che rimane da un fallimento? Quando è il momento giusto per la rassegnazione? Chi e cosa decreta il nostro personale successo?
di OHT | Office for a Human Theatre
idea, regia e scenografia Filippo Andreatta
di e con Charles Adrian Gillott, Patric Schott
dal 12 al 22 novembre 2015 nel Garden Foyer Teatro dell’Arte
lunedi- venerdi ore 19.00, sabato domenica ore 18.00, riposo lunedì 16 e martedì 17 novembre
AUTORITRATTO CON DUE AMICI
uno spettacolo sulla riluttanza ad ammettere il proprio fallimento
Adrian e Patric, un artista e un curatore, e probabilmente lo stesso personaggio a diversi stadi di decadenza, perseverano nella loro avventura catartica. Una catarsi combattiva, artistica e improbabile che avviene nello studio-appartamento di Adrian. Un luogo intimo e sconfortante dove i due nerd lottano per occupare uno spazio che forse gli spetta. È la loro riluttanza a fallire che mette lo spettacolo in bilico fra un genuino senso dell’umorismo e la disperazione. Lo spettacolo mette in discussione, direttamente sul palco, il fenomeno del fallimento non solo per i suoi effetti ilari, cinici e comici ma anche per la profonda tristezza che ogni fallimento comprende. La riluttanza di considerare il fallimento parte della nostra vita quotidiana è, in accordo con il sociologo Richard Sennett, il nostro tabu contemporaneo. Fallire comporta la consapevolezza che niente sarà più come prima, che un limite è stato evidenziato irreparabilmente. Le domande che ci poniamo sono: fallire significa non aver raggiunto o realizzato nulla? C’è qualcosa che rimane da un fallimento? Quando è il momento giusto per la rassegnazione? Chi e cosa decreta il nostro personale successo?
dall’11 al 15 novembre 2015, Teatro dell’Arte
mercoledi- venerdi ore 20.30, sabato ore 19.30, domenica ore 16.00
Un autoritratto con due amici.
Lo spettacolo è la prima parte di un ampio viaggio teatrale sulle deficienze delle persone e il loro conseguente imbarazzo liberamente ispirato dalla ricerca scientifica di Richard Sennett. Mentre la prima performance affronta il fallimento in uno spazio privato, il secondo lavoro vira sulle debolezze in un contesto pubblico. Il progetto si sviluppa seguendo gli attori in un viaggio europeo che li confronterà con una nuova identità ancora da plasmare. “Autoritratto con due amici” finisce con uno dei protagonisti invitato a Parigi al Palais de Tokyo, il nuovo spettacolo sarà ambientato proprio a Parigi e il suo titolo sarà “Debolezze”, come l’omonima poesia di Bertolt Brecht. Questa serie di spettacoli è un tentativo illegittimo di indagare, direttamente sul palcoscenico, la ricerca di Richard Sennett e le conseguenze della società contemporanea sulla vita personale degli individui.
dall’11 al 15 novembre 2015, Teatro dell’Arte
mercoledi- venerdi ore 20.30, sabato ore 19.30, domenica ore 16.00
DEBOLEZZE (debutto nazionale)
uno spettacolo sulla perfezione come qualcosa che non ha la possibilità di migliorare
Debolezze è la seconda parte di un ampio viaggio teatrale sulle deficienze delle persone e il loro conseguente imbarazzo, liberamente ispirato dalla ricerca scientifica di Richard Sennett. A conclusione del precedente spettacolo di OHT, Patric ha vinto una borsa di studio per il Palais de Tokyo. Nel frattempo, qualcosa è andato storto e ora lo troviamo a ciondolare con un nuovo gruppo di amici in un campo di basket nella periferia parigina. Questi ragazzi vivono senza alcun edonismo, fumano canne. In un’atmosfera infusa d’ilarità e impotenza, questo gruppo di ragazzacci insiste, inavvertitamente, sull’idea che la perfezione non ha la possibilità di migliorare.
di OHT | Office for a Human Theatre
idea, regia, scenografia di Filippo Andreatta
di e con Sara Rosa Losilla, Francesco Napoli, Patric Schott
drammaturgia di Filippo Andreatta e Charles Adrian Gillott
dall’11 al 15 novembre 2015
mercoledi – venerdi ore 20.30, sabato 19.30, domenica 16.00
Teatro dell’Arte
viale Alemagna, 6 – 20121 Milano
biglietteria Teatro dell’Arte
tel. 02 72434258
biglietteria@crtmilano.it
orari di apertura: dal lunedì alla domenica 10.00 > 22.00