PONTEDERA, LARI (Pisa) – Dentro una cornice toscanissima-un poderoso castello medievale che dall’alto si affaccia su una campagna d’ulivi e terrazze da un lato e dall’altro colline e monti che sfiorano il confine con il territorio della lucchesia, dentro il festival Collinarea diretto da Loris Seghizzi, abbiamo visto in edizione estiva dopo il debutto a Pontedera La prossima stagione di Michele Santeramo che sarà in replica dal 12 e al 15 Novembre al Teatro Era di Pontedera, nella stagione della Fondazione Teatro della Toscana e successivamente nel mese di gennaio 2016 a Cascina alla Città del Teatro, in una collaborazione artistica per le nuove drammaturgie.
Un lavoro delicato ed insolito–pluripremiato di recente non a caso a livello nazionale – dove si reinventano spazi e tempi che guardano altrove e lontano ma anche dentro un futuro pensabile con gli strumenti dell’hic et nunc. L’ideazione viene dallo stesso attore e regista, e da Luca Dini dirigente del nuovo Teatro Nazionale della Toscana. Una narrazione minimalista, come lo spazio dove Santeramo legge la sua partitura – e qui sta il concept – con accanto un video su cui sono proiettate immagini che corredano con sottotitoli ma anche commentano a scandire e/o interrompere la narrazione interagendo in modo originalissimo ciò che poi si vedrà. Il plot è quanto di più essenziale si possa immaginare: la storia di una ragazza ed un ragazzo Viola e Massimo, trentenni che non sarebbero dovuti nascere. Entrambi rifiutati- quantomeno psicologicamente – il che non è affatto poco, dai propri genitori biologici. E che sarà di quei due? delle loro vite insieme come coppia, per ben sessant’anni di convivenza e fra il 2015 ed il 2065? Ce lo raccontano nel lungo tempo di ben cinquant’anni le parole di Michele Santeramo che dà voce ad entrambi i personaggi assecondato e insieme stimolato dai quadri delle straordinarie tavole disegnate da Cristina Gardumi.
L’esperimento, che di questo si tratta, vede infatti l’attore davanti ad un leggio mentre si interfaccia con le silhouettes di Viola e Massimo proiettate su maxi schermo dai disegni originali dell’artista, che si sta rivelando creatrice raffinata e riconoscibile, per un’ironica graffiante galleria di personaggi da bestiario medievale antropomorfo. Legati per la vita dalla stessa fune (o catena) ciascuno dando le spalle all’altro, nel vano tentativo di fuggire al destino, il proprio e quello che unisce. L’interrogativo chiede se sono uniti per un’intera esistenza Viola e Massimo. Disincantato eppure tenero, esistenzialista, il lavoro di Santeramo/Gardumi passa attraverso quadri da un decennio all’altro della coppia, un po’ intimistici un po’ sociologici gli scenari futuribili dei due trentenni. Si va dalla disoccupazione al precariato all’inventarsi lavori, dalla possibilità di diventare genitori alle difficoltà relative. Siamo gente del secolo scorso, dalle App di realtà virtuale alle memorie al rimpianto, alle macchine della verità, dall’odore del tradimento al clistere di notizie, dalle barrette sostitutive dei pasti ai soldi sostituiti dal sangue, dentro il leit motiv di una rivoluzione mancata che la coppia non ha saputo o voluto intraprendere dentro il proprio tinello, e fuori se stessa, se è vero che il privato è politico e fino alla fine, dissanguati, nel proprio torpore di settantenni.
La prossima stagione
di e con Michele Santeramo da un‘idea di Michele Santeramo e Luca Dini
Immagini Cristina Gardumi
Musiche di Sergio Altamura Giorgio Vendola Marcello Zinni
Produzione Fondazione Teatro della Toscana
Centro per la Sperimentazione e la Ricerca teatrale –Pontedera
Visto a Lari Collinarea festival, 31 luglio 2015
In replica a Pontedera dal 12 al15 novembre e 12-13 dicembre