Teatro, Teatrorecensione — 28/06/2016 at 21:37

Un esperimento tra cinema e teatro in omaggio ad Antonioni

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MILANO – Negli spettacoli di Robert Lepage – che al Napoli Festival 2016 ripropone “Les Aiguilles et l’Opium” ed è sempre un’emozione grande rivedere un’opera di teatro – si svolge con precisione un gioco dialettico tra la presenza dell’attore anche nella sua fragilità e la virtualità potente della tecnologia. Non si direbbe invece riuscito o perlomeno giustificato, nonostante la dovizie dei mezzi coinvolti, “Identikit di una donna” regia di Antonio Syxty, esperimento di collaborazione o di integrazione tra teatro e cinema per celebrare l’opera cinematografica di Michelangelo Antonioni, la sua intelligenza, il suo amore per il mondo femminile, per la donna in sé. Su un palco da laboratorio, affollato, disordinato di schermi, aste di microfoni, fili, postazioni di entrate e uscite, due attrici, Caterina Bajetta e Bruna Serina de Almeida, belle, in modo diverso e opposto, l’una dalle forme piene, l’altra con misure da passerella, si incontrano (si sono incontrate), si piacciono, sono una forza, grazie alla loro fisicità più che alla sicurezza con cui tengono la scena.

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Un uomo un po’ dimesso, l’attore Guglielmo Menconi, si aggira abbastanza disorientato. E’ (stato) il loro uomo? E’ forse Antonioni? Del lavoro del regista che inventò Monica Vitti si utilizza comunque molto materiale: spezzoni di straordinari film anni ’60, tra cui Deserto rosso e Blow-up, con le voci di quegli attori che per concetti passano a volte nelle parole delle due donne. Su pannelli si illuminano frasi di Antonioni del tipo “Le persone non entrano per caso nella nostra vita. Le chiamiamo”, o di romanzieri registi come il francese Alain Robbe-Grillet. Peccato che spesso uno degli attori si piazzi davanti alla scritta… Ma comunque non saremmo venuti qui al Litta di Milano per limitarci a leggere dei pannelli, delle per quanto profonde didascalie. Il fatto è che l’intero spettacolo pare una didascalia, non l’apertura anche forzata di un mondo segnico attraverso un altro. Solo la canzone “Eclisse twist” cantata, urlata da Mina – “Le nuvole e la luna, ispirano gli amanti…” – incide quella superficie bidimensionale con la violenza della voce, dei ricordi non immaginati, delle emozioni vive. Agli inizi del ‘900 Gordon Craig si batteva con passione per ribadire la specificità, l’unicità del teatro, la “difference” rispetto al cinema che avanzava con le sue travolgenti immagini e suoni. E allora forse l’esperimento di Syxty è riuscito: nel dimostrare l’inutilità del teatro. Che spreco, però.

Identikit di una donna, regia Antonio Syxty per MTM

Visto al Teatro Litta di Milano il 23 giugno 2016 in  prima nazionale

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