TORINO – Salvatore Bitonti è stato riconfermato direttore dell’ Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Un’ istituzione prestigiosa che il nome “Albertina” rimanda a Carlo Alberto di Savoia, a cui si deve la decisiva “rifondazione” dell’Accademia nel 1833, le cui origini sono molto più remote, tanto che l’Accademia torinese si può considerare una delle più antiche d’Italia. È stato docente all’Accademia di Brera, Frosinone e Sassari. Ha studiato Arti dello spettacolo alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso il Dams di Bologna laureandosi in Storia del Teatro sulle rappresentazioni classiche a Siracusa tra le due guerre.
La sua riconferma con un ampio consenso premia un triennio di impegno e di lavoro che permette all’Albertina di essere considerata tra le Accademie d’arte di Alta Formazione. Vuole ricordare i risultati ottenuti e i principali progetti?
<<Il progetto fondamentale che è stato perseguito durante il triennio di direzione 2013/2016 è stato frutto di molte mie esperienze precedenti; in primis, direi l’ essermi occupato per oltre un decennio delle relazioni internazionali dell’Albertina. Questo mi ha dato la possibilità di conoscere e confrontarmi con molte realtà di istituzioni di Belle Arti sia in Europa che altrove. Tra i primi obiettivi ricordo l’inizio di un processo di internazionalizzazione dell’Istituzione torinese, in sintonia anche con le indicazioni ministeriali, sul rilancio delle Accademie, che ha visto ampliare i partneriati con molte importanti facoltà di Belle Arti in molti stati esteri.
L’Accademia è la prima ad aver firmato un Bilateral agreement con l’Accademia di Yangon e il Lacquerware College di Bagan in Myanmar: un paese a cui il mondo oggi guarda con grande attenzione, dopo il trionfo elettorale di Aung San Suu Kyi e la sua rivoluzione democratica. Inoltre l’organizzazione del Primo Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design, FISAD, che si è svolto nel mese di luglio del 2015 a Torino, con oltre 70 scuole partecipanti e provenienti da tutto il mondo è stata la testimonianza di successo senza precedenti che ha posto l’accento anche sui cosiddetti “paesi emergenti” come India, Brasile e Cina, che sono stati rappresentanti da importanti scuole di quei paesi.
La ricerca artistica italiana deve aprirsi al confronto con il resto d’Europa e anche in altri continenti, partendo dalle Accademie di Belle Arti italiane, che per tradizione e fama non hanno eguali nel mondo. Inoltre, aver diretto per sei anni un festival del cinema a Miami, mi ha spinto a credere nell’importanza dell’interdisciplinarietà del linguaggio contemporaneo dell’arte che ormai non conosce più confini e ingloba, in un sincretismo culturale tutte le forme ed espressione d’arte possibili. L’Accademia di Torino ha cessato di essere una semplice scuola ed è diventata un centro di produzione e di ricerca artistica, di pari passo con un costante aggiornamento della didattica, grazie al lavoro svolto dalla nostra docenza. Oltre il festival, che ha impegnato grandi risorse private e pubbliche, catalizzate dalla presidenza di Fiorenzo Alfieri, (già Assessore alla Cultura della città Torino, creatore di un sistema culturale che ha portato la città ad essere fra le maggiori capitali europee della cultura oggi), in contemporanea alla mia direzione, in tre anni, sono stati almeno cento i progetti approvati e finanziati con fondi interni dell’Accademia per la progettualità della docenza con gli studenti.
A questi aspetti della produzione artistica, si affianca un grande progetto di ristrutturazione degli spazi dell’Accademia, attualmente in corso, come quello dell’ edificio detto ”la Rotonda” ad opera di mecenatismo di una fondazione bancaria, e la ricerca di altri spazi al di fuori dell’edificio classico di via Accademia Albertina per nuovi laboratori didattici. In particolare alcune iniziative sono state prese di comune d’accordo con il Conservatorio “G. Verdi” di Torino”. Un edificio che ha una sua naturale continuazione architettonica con l’Albertina, e dovrebbe divenire un vero e proprio polo di ricerca e sperimentazione internazionale delle arti tra musica e arti in genere, il primo in Italia per coinvolgimento delle due istituzioni: Conservatorio e Accademia>>.
L’Albertina si connota sempre più come Accademia che vive e si alimenta del territorio, quali sono i più significativi progetti in collaborazione con le istituzioni culturali cittadine o regionali?
<<In accordo con la presidenza di Fiorenzo Alfieri, che è stato riconfermato per i prossimi tre anni alla massima carica dell’Albertina, l’Accademia ha rafforzato e ampliato le convenzioni con tutte le maggiori istituzioni culturali della città. La Pinacoteca Albertina, scrigno di preziosi capolavori dal medioevo all’Ottocento, è entrata a far parte della Fondazione Torino Musei ed è passata dai tremila visitatori del passato agli attuali ventiduemila, questo grazie anche a una serie di mostre di livello internazionale che si succedono all’interno della Pinacoteca con una cadenza mediamente di quattro/cinque settimane a exhibition. C’è poi il progetto per la creazione e l’apertura della sezione permanente: “Albertina Novecento”, con opere dei Maestri che hanno insegnato ho avuto relazioni con l’Accademia nel corso del Novecento, sistemata negli spazi ristrutturati della “Rotonda”. Non esiste istituzione culturale della città, con cui non abbiamo intensi rapporti di collaborazione per il prossimo triennio: la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’arte contemporanea, il Castello di Rivoli, attualmente diretta da Carolyn Christov Bargagev e il Teatro Regio, con cui debutteremo nel mese di Aprile del 2017, con la creazione dei nostri studenti delle scene e dei costumi, per l’opera “ L’incoronazione di Dario” di Antonio Vivaldi. Nel 201 8 lpartirà a nuova edizione a cadenza triennale, del Festival delle scuole d’arte del mondo, di cui prevediamo una partecipazione delle migliori Accademie d’arte italiane e straniere. Io mi auguro, come è avvenuto per l’edizione del 2015, di vedere coinvolte le maggiori realtà culturali della città. Per l’estero abbiamo in programma una mostra a San Pietroburgo, dedicata a Emilio Salgari, con opere degli studenti di grafica d’arte. Una mostra dedicata al tema arte e disabilità è prevista per il mese di Settembre alla Paraolimpiadi di Rio De Janiero, curata dagli studenti di Anatomia artistica. Nel 2017 abbiamo pensato ad una retrospettiva fra pittura e fotografia con le opere di Leo Matiz, curata dell’omonima Fondazione di Città del Messico, con cui siamo associati>>.
Lei viene dal mondo del teatro e del cinema, come concilia questo aspetto dell’impegno istituzionale direttivo ad alti livelli con la sua progettualità creativa?
<<Nella mia attività professionale mi sono anche dedicato anche alla regia teatrale ma per ora questa attività è sospesa, almeno per il momento, a causa degli impegni di lavoro dedicati ai tanti progetti da realizzare. Tuttavia perseguire l’impegno istituzionale della direzione di un Accademia, anche come fatto creativo e artistico mi risulta assolutamente naturale. Posso dire che l’aspetto creativo del mio lavoro registico è sempre presente nella mia direzione, anche negli aspetti più burocratici e spesso assurdi che tale incarico comporta. Spesso mi ricordano le pièce di Ionesco o, in altri casi, i labirinti mentali della drammaturgia teatrale di Pirandello>>.