MONTICHIELLO (Siena) – Il Teatro Povero di Montichiello compie 50 anni. Va in scena da sabato 23 luglio a domenica 14 agosto 2016 (ore 21.30) nella Piazza della Commenda il 50 esimo autodramma del Teatro Povero di Monticchiello, con lo spettacolo Notte di attesa per la regia di Andrea Cresti, regista e direttore artistico della Compagnia popolare. Un anniversario che il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo ha deciso omaggiare facendo parte del Comitato d’onore di questo Cinquantenario importante per la comunità toscana che ne è protagonista, e per la comunità teatrale internazionale. Il Teatro Povero di Monticchiello è fra le più longeve esperienze di teatro di ricerca italiane e non ultimo per la “comunità” varia di pubblico, studiosi di teatro, di antropologia, e sociologia che ogni anno partecipa a questo rito vitale, poetico e di ispirazione. Dal 1967, in questo borgo medievale della Val d’Orcia (Patrimonio UNESCO): un intero paese affronta la vita con il Teatro. Ogni estate va in scena uno spettacolo che è ideato e realizzato dai suoi abitanti, che, riflettendo su loro stessi, diventano specchio di quanto accade a tutti. Il momento dell’incontro col pubblico è il tentativo di creare un senso condiviso delle trasformazioni in corso, delle nuove sfide, riavvolgendo ogni volta quel filo rosso che riporta alle origini culturali, sociali e umane di quest’esperienza. Tutto è iniziato “dal basso”, in un piccolo centro senza un teatro mentre nel resto del mondo fervevano esperienze teatrali che dell’abbattimento del confine tra palcoscenico e vita avevano fatto il centro dell’indagine.
Il titolo di quest’anno racconta di una denuncia mai abbandonata, delle crescenti difficoltà per la sopravvivenza laddove il riferimento ai “numeri” che ha segnato e segna un crescente abbandono del valore “umano” di chi vive realtà considerate insignificanti. Il tema conduttore dello spettacolo numero 50 si sviluppa intorno al tema di un “assedio”. Una notte di assedio, circondati da mura pericolanti e instabili, minacciati da oscuri crolli. Una notte insonne, di trepidazione, passata a confrontarsi sul da farsi e provando a rimanere saldi nei pensieri. Ma inevitabilmente aggrediti dal timore, dal bisogno di capire quel che davvero accade fuori e cosa è accaduto un tempo, prima che si arrivasse a questo punto.
Una veglia inquieta del Teatro Povero, a cinquant’anni dal primo spettacolo portato in piazza. Il nemico è dentro o è fuori? Chi vive difendendo pur con fatica uno stile di vita più a misura d’uomo o coloro che abitano posti in cui non mancano i servizi ma pensati per massimizzare il profitto invece che il benessere? L’assedio è invece, forse ovunque? Oppure non è mai esistito ed era ed è solo un pretesto per resistere, per darsi uno scopo e un progetto, un motivo per stare assieme? E la paura di disperdersi non nasconde forse anche il desiderio di partire, di vivere e reinventarsi, di incontrare l’altro e l’altrove, la possibilità? E se mai fosse: cosa sarà indispensabile portarsi dietro? A cosa non si vuol rinunciare? Forse solo a quell’antica capacità di sentire la sofferenza, fosse anche muta. “Assedio” inteso solo apparentemente come assedio tradizionale, con un esercito fuori dalle mura e un popolo dentro le mura poiché il riferimento è alla complicata situazione che stiamo vivendo, all’impossibilità di vedere con chiarezza quello che accade fuori. Si può ritenere che non ci sia un nemico e quindi nessun assedio e allora la percezione di un pericolo imminente trasforma la narrazione in visione dove la paura diventa l’unica entità da combattere. Per scoprire che ieri come oggi l’unica vera forza è trovare il modo di unirsi, raccogliersi, scontrarsi magari ma uscendo dalla solitudine, col teatro, ad esempio.
Per lo speciale anniversario – il cui Comitato d’Onore per i festeggiamenti è composto, oltre al Ministro Franceschini dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, dal Consigliere Regionale Simone Bezzini, dal Presidente della Provincia di Siena Fabrizio Nepi, dal Presidente dell’Unione dei Comuni Val di Chiana Francesco Landi , dal Prefetto di Siena Renato Saccone, dal Sindaco di Pienza Fabrizio Fè, dal Vescovo Diocesi di Montepulciano Stefano Manetti – durante tutto il periodo delle repliche, è prevista per le vie, le piazze e gli spazi del Teatro Povero un’esposizione curata da Alfredo De Santis di foto, manifesti e costumi storici che ne ripercorre la storia.
Dall’1 luglio al 31 agosto sarà visitabile nel borgo la mostra di sculture “Memorie”, a cura di Daniela Capaccioli, artista con cui il Teatro Povero condivide l’indagine sulla memoria, sul rapporto dialettico tra passato e presente. Dal 7 al 9 ottobre 2016, (luogo e dettagli in via di definizione) è in programma un convegno che approfondirà la storia di questa straordinaria esperienza guardando anche al suo futuro. Fra le presenze già confermate Alberto Asor Rosa, intellettuale e studioso di letteratura; gli antropologi Pietro Clemente e Fabio Mugnaini; tra gli studiosi di teatro Marzia Pieri, Andrea Mancini, Gianpiero Giglioni.
Appuntamento tradizionale, prima o dopo lo spettacolo anche quello con la Taverna di Bronzone, lo “storico” ristorante gestito dal Teatro Povero che offre la migliore tradizione culinaria locale, con piatti a chilometro zero tra cui i famosi “pici”, la pasta fatta a mano più conosciuta della Val d’Orcia. La Taverna sarà aperta a pranzo e a cena per tutto il corso delle repliche.
Dal 23 luglio al 14 agosto ore 21.30 (esclusi lunedì 25 Luglio e 1 Agosto), Montichiello, Piazza della Commenda
Teatro Povero: 0578 75 51 18 info@teatropovero.it