Culture, editoria, racconti, poesie — 09/09/2016 at 23:09

Cento anni di Spoon River a Firenze

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FIRENZE – Va in scena domenica 11 settembre alle ore 18.30 Cento anni di Spoon River al complesso di San Miniato a Monte, Firenze ( con la diretta radiofonica di Radio Popolare Network e Controradio  diffusa allo spazio Flower in Piazzale Michelangelo.) In un periodo storico caratterizzato da attentati sanguinari messi a punto da terroristi che si lasciano esplodere uccidendo indiscriminatamente centinaia di bambini, donne e uomini anche nella nostra Europa, mentre l’economia arranca e la disoccupazione non diminuisce, L’Estate Fiorentina vuole ricordare i cento anni dalla pubblicazione della versione completa dell’ Antologia di Spoon River (1916/2016), con il suo messaggio profondamente pacifista e anticapitalista, con un evento ospitato in uno dei posti più fascinosi della città, il complesso di San Miniato a Monte, e che avrà come protagonisti sia cantanti che attori.

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Spoon River è infatti la raccolta di poesie che il poeta americano Edgar Lee Masters pubblicò in forma completa nel 1916. Ogni poesia racconta, come un epitaffio, la vita di una delle persone sepolte nel cimitero di un immaginario paesino del Midwest. In realtà Masters si ispirò a personaggi davvero esistiti in alcuni piccoli borghi dell’Illinois e infatti tante delle persone a cui le poesie erano ispirate, ancora vive, si sentirono offese nel vedere le loro storie più segrete pubblicate in quelle poesie. La caratteristica principe dei personaggi di Edgar Lee Masters, effettivamente, è che essendo per la maggior parte morti non hanno più niente da perdere e quindi possono raccontarsi in tutta onestà. La prima edizione italiana dell’opera porta però la data del 9 marzo 1943 perchè durante il fascismo erano vietati i libri americani con idee libertarie; la traduttrice fu Fernanda Pivano (“Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto” disse la Pivano in un’intervista a Rai Tre.).

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Le poesie di Lee Masters furono poi riprese da De André nell’album “Non al denaro non all’amore nè al cielo” del 1971. L’unica poesia rimasta esattamente con lo stesso titolo è “Il suonatore Jones”. Infatti, mentre nelle poesie originali di Edgar Lee Masters ogni personaggio ha un nome e un cognome, i titoli delle canzoni di De André sono generici (un giudice, un chimico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono riscontrare in ogni epoca e in ogni posto. Il suonatore Jones, il personaggio con cui l’album si chiude, invece è unico, rappresenta l’alternativa alla vita vista come lotta per raggiungere i propri scopi. Per tutta la sua lunga esistenza il suonatore Jones ha fatto quello che più gli è garbato e per questo muore senza rimpianti. L’evento che si svolge nel Cimitero monumentale delle Porte Sante che ospita le tombe di Vasco Pratolini, Carlo Collodi, Ottone Rosai e Gaetano Salvemini.  Tra i vialetti del cimitero  verrannp proposte delle letture itineranti di alcune poesie scelte dall’Antologia, recitate da Marco Baliani, Gabriele Lavia, Iaia Forte, Maurizio Lombardi e Giulia Weber.

Proseguirà poi con la riproposizione integrale dell’album “Non al denaro non all’amore né al cielo” di Fabrizio De André: ad interpretare le canzoni del cantautore genovese  Peppe Servillo (Avion Travel), Morgan, Mauro Ermanno Giovanardi (Lacrus), Trio Amadei con Markus Stockhausen, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti insieme all’Orchestra Regionale della Toscana.

” Lui sì, sembra di sentirlo cianciare ancora delle porcate mangiate in strada nelle ore sbagliate, sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore: ” Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?”

” Dov’è Jones il suonatore che fu sorpreso dai suoi novant’anni e con la vita avrebbe ancora giocato. Lui che offrì la faccia al vento, la gola al vino e mai un pensiero non al denaro, non all’amore né al cielo.” (Fabrizio De Andrè)

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