PRATO – Spira aria di ricerca internazionale e sperimentazione a Prato, in Toscana, e si potrà respirare dal 23 settembre al 2 ottobre, grazie alla quattordicesima edizione del Contemporanea Festival, diretto da Edoardo Donatini, responsabile al Teatro Metastasio, dei settori innovazione e nuove generazioni. L’edizione 2016 è dedicata al corpo e alla sue declinazioni in “scritture creative”: danza, parola, immagine, suono o moduli ibridi, ‘segni’ riflessi della ricerca attorno al movimento fluido delle arti della scena contemporanea.
Un cartellone molto nutrito di eventi cinvaderà la città, non solamente nei luoghi deputati alla prosa e agli spettacoli coreutici, quali il Fabbricone e il Fabbrichino, il Teatro Metastasio e il Magnolfi; ma anche in diverse piazze, nel Castello dell’Imperatore, la Biblioteca Lazzerini e Spazio K. Per un’autentica festa del teatro che si spera risvegli il gusto degli spettatori per la qualità e la cultura, anche in vista della prossima Legge quadro sullo spettacolo dal vivo. Lo sguardo sull’Europa sarà garantito dalla collaborazione di Contemporanea con la Fondazione Nuovi Mecenati, voluta da Luigi Guidobono Cavalchini Garofoli e Susanna Agnelli, per rafforzare le relazioni culturali tra Francia e Italia nel campo dell’arte contemporanea, anche a livello produttivo, oltre a Pro Helvetia, la Fondazione che sostiene l’arte e la cultura svizzera promuovendone la qualità e la varietà espressiva. Non a caso, ad aprire la kermesse, sarà Boris Charmatz con Danse de Nuit, che ha debuttato a Ginevra lo scorso 2 settembre, ed è stato pensato come un momento di riflessione sulla danza e i suoi luoghi deputati. Perché se è il corpo il fulcro poetico di questa manifestazione, sarà la molteplicità delle location a caratterizzarne la fisionomia. È Charmatz stesso a chiedere allo spettatore che cosa stiano facendo i danzatori in piazza, in un ambiente reale, concreto, estraneo forse alla bellezza, battuto dalla pioggia o squassato dal vento, privo di quell’asettica precisione che solo il palco può garantire. E come potranno esprimersi questi sei danzatori attraverso i loro corpi, gesti, espressioni, occupando uno spazio e un tempo contingenti, eppure estemporanei? Il 23 settembre si scoprirà in piazza Duomo.
A seguire, Ivana Müller con Edges, coreografia che ha debuttato a Salisburgo a gennaio di quest’anno, che prosegue la ricerca dell’artista di origine croata sulla labilità dei confini etici ed estetici, che separano marginalità e centralità, il tutto come insieme di parti sia a livello artistico che sociale.
Sulla scia internazionale in chiusura di manifestazione, il 2 ottobre, i tre appuntamenti previsti spazieranno da La Leçon della Compagnia multidisciplinare basca Horman Poster – che l’anno scorso ha portato, a Villa di Scornio (Pistoia), Pasado Perfecto. Alle variazioni aeree della francese Chloé Moglia che, in Horizon, esplora le dicotomie proprie della sua ricerca, pesantezza e leggerezza, il tempo e il corpo sospeso come mezzo per scoprire il senso del vuoto. Per finire con il coreografo polacco Maciej Kuźmiński che, in Room 40, utilizza la condizione di stanchezza propria del danzatore per mettere in scena il suo virtuosismo. Una coreografia fortemente intenzionale che destabilizza e mette in crisi le convenzioni teatrali attraverso un uso sagace del movimento, da quello impercettibile al più complesso.
Nei giorni che scorreranno tra l’apertura e la chiusura del Festival, ci sarà spazio anche per molti artisti italiani. In particolare, il 29 settembre, Roberto Latini sarà ospite del Teatro Magnolfi, con Metamorfosi. Scatola Nera. Un progetto, non uno spettacolo. Un’elaborazione continua di forme, sceniche, fisiche e testuali, in trasformazione. Un modo di lavorare che va aldilà delle esigenze produttive per ridare all’artista la possibilità di sentirsi attratto dalla propria materia, esercitando una fascinazione sottile sullo spettatore invitato a essere compartecipe di un evento unico e irripetibile. Il 28 settembre sempre al Magnolfi, andrà in scena il primo studio di Folliar della Compagnia AstorriTintinelli, un approfondimento sul ruolo dell’arte non solamente nella società attuale ma anche e soprattutto nella nostra vita. Quasi un ritorno all’utopia di Marcuse e alla sua “immaginazione al potere” perché, come rivendicava Carmelo Bene: “un teatro che non fa morti… è spettacolo”. Last but not least, in questa veloce carrellata che non può e non vuole essere esaustiva, Tindaro Granata, il 27 settembre al Magnolfi, sarà protagonista assoluto di Io mostro. L’attore e autore siciliano, premio ANCT 2011 e Fersen 2012 ( Attore creativo con Astropolaroid), si confronterà con il tema del male, non in quanto assoluto o ascrivibile solamente ad alcune categorie facilmente identificabili e, per questo, ghettizzabili (i serial killer o i “pazzi”), ma in quanto parte di ognuno di noi, proprio della psiche umana e in grado di prendere il sopravvento se si presenta l’occasione giusta (o sbagliata). Contemporanea Festival: Danza, prosa, multidisciplinarietà, performance in delicato equilibrio tra le arti, ma anche incontri, momenti di approfondimento e una dislocazione spaziale che renderà una città come Prato, troppo spesso tristemente alle cronache, una pòlis in grado di riflettersi nello specchio teatrale.