PARIGI
Théâtre National de Chaillot
Flexible Silence Coreografia, scene e luci di Saburo Teshigawara, assistente Rihoko Sato, con l’Ensemble Intercontemporain. Non esattamente “figlio” del butoh, il coreografo giapponese si discosta dalle danze tradizionali del suo Paese proponendo una gestualità precisa, musicale, una grafica del corpo. Nel nuovo “Flexible Silence” ha scelto i compositori Toru Takemitsu e Oliver Messiaen. Per le sue creazioni, tra cui “Sleeping Water”, Teshigawara ha sviluppato un metodo personale, in cui parla di aria e di respirazione, ma non di improvvisazione, “piuttosto di spontaneità. Come si può ritrovare in un pianista jazz” con i miei danzatori ogni giorno ricomincio da zero” (fino al 3/3)
MILANO
Piccolo Teatro Strehler
Bestie di scena Testo, regia (la prima per il Piccolo), scene di Emma Dante. Un lavoro sullo “scandalo dell’attore”, “l’inferno del recitare”. L’attore – dice la Dante – “si scaglia sulla scena spinto da una forza sovrumana… poi si ambienta sul palco e quando incrocia lo sguardo del pubblico diventa puttana e assassino… predatore che si fa preda. Indago la sua nudità, la sua natura bestiale, primitiva”. Con Elena Borgogni, Sandro M. Campagna, Viola Carinci, Italia Carroccio, Davide Celona, Sabino Civilleri, Alessandra Fazzino, Roberto Galbo, Carmine Maringola, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino, Stephanie Taillandier, Emilia Verginelli, Daniela Macaluso, Gabriele Gugliara (dal 28/2 al 19/3)
COPENAGHEN
The Royal Opera House
Mahagonny The rise and fall of the city of Mahagonny di Bertolt Brecht, musiche di Kurt Weill. La regia è di Graham Vick. Tre fuggiaschi si imbattono nel luogo perfetto dove costruire la città dei loro sogni, Mahagonny, che non conosce l’ordine e le leggi ma solo il sesso, il whisky e il piacere libertino. Lì trovano rifugio avventurieri, prostitute, cercatori di fortuna, e tutto scorre naturale verso la catastrofe. Brecht scrisse il libretto nel ’27 per raccontare i decadenti anni ’30, Weill trovò una forma nuova per questo genere di opera politica. L’ode all’alcol, “Alabama Song”, è stata inserita nel repertorio dalle star del rock, tra cui i Doors e David Bowie, oltre che dai pub in tutto il mondo (fino al 5/3)
EMILIA ROMAGNA
Festival jazz itinerante
Crossroads Dà il via Paolo Fresu al Teatro De André di Casalgrande col Devil Quartet. Il suo Quintetto suonerà invece a Imola il 21 aprile. Fresu si farà ascoltare anche in formazioni meno usuali: dalle intimistiche e peculiari sonorità del duo con la chitarra sarda preparata di Paolo Angeli (7 aprile, Castel San Pietro Terme, nell’ambito di Cassero Jazz) all’immenso tripudio orchestrale di “Pazzi di Jazz”, che lo vedrà impegnato come solista assieme a un’orchestra e coro di 250 giovanissimi musicisti, in un programma dedicato a Dizzy Gillespie. In questa colossale produzione originale saranno coinvolti anche Tommaso Vittorini, Ambrogio Sparagna e Alien Dee (8 maggio, Ravenna, Teatro Alighieri) (dal 26/2)
ROMA
Aula Magna della Sapienza
Mahler Remixed Una performance del viennese Christian Fennesz (live electronics e chitarra) e del berlinese Lillevan (live visuals). Riconsiderando l’opera di Mahler, Fennesz in 4 remix – come quattro sono i movimenti di una sinfonia classica – prende le composizioni, le disseziona e le ricompone con i mezzi e il sound dell’elaborazione elettronica. Nasce qualcosa di completamente nuovo e irriconoscibile, che apparentemente non ha più nulla in comune con l’originale. La musica di Mahler viene nascosta da fuzz e glitch, si liquefà in riverberazioni e distorsioni, si trasforma in rumore, si dissolve in silenzio, riprende. Non una dissacrazione ma il riconoscimento della modernità di Mahler (il 28/2)
PARMA
Teatro Due
La prigione Da “The Brig” di Kenneth H. Brown, marine USA prigioniero nel ’57 nel campo militare di Okinawa in Giappone. Tornato a casa, scrisse “The Brig” testo drammatico scarno, crudo e violento, che descrive una giornata nel carcere militare, descrive la rigidità e la brutalità fisica e psicologica. Affidato al Living Theatre che ne fece uno spettacolo nel ’63. La regia di Raffaele Esposito lo ripropone. Con Luca Cicolella, Lucio De Francesco, Luca Filippi, Lorenzo Frediani, Gabriele Gattini Bernabò, Michele Lisi, Dino Lopardo, Alessandro Maione, Nicola Nicchi, Massimo Nicolini, Gian Marco Pellecchia, Gabriele Pestilli (fino al 12/3)
GENOVA
Teatro della Tosse
I Giusti Dal testo di Albert Camus, regia di Emanuele Conte. I protagonisti si definiscono “i giusti” e difendono il loro operato manifestando l’intenzione di riportare la giustizia al centro della vita sociale. Sono un gruppo di giovani rivoluzionari, quattro uomini e una donna, con il progetto di far saltare in aria la carrozza che trasporta il Granduca, incarnazione del potere che intendono distruggere. Al momento dell’esecuzione materiale si trovano però di fronte ad una situazione inattesa: la presenza sulla carrozza di due bambini, due innocenti. Il caso di coscienza irrompe improvviso e apre una profonda spaccatura nel gruppo, in particolare tra le due figure di Stepan (Luca Mammoli) e Kaliayev (Gianmaria Martini) (fino al 4/3)
claudia.provvedini@gmail.com