RUMORSCENA – Il video musicale “Silenzi scordati” è stato selezionato per la finale del XII Premio Nazionale delle Arti – Sezione Musica Elettronica e Nuove Tecnologie indetto dal Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino, che si terrà nei giorni 3 e 4 luglio 2017. Realizzato in collaborazione con la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova e il Teatro delle Nuvole. Il nucleo generativo di “Silenzi scordati” nasce dal video “Paesaggi” che contiene l’esito del laboratorio teatrale condotto da Franca Fioravanti nel carcere di Chiavari nel 2011: una composizione poetico sonora creata dalle persone detenute. Il testo parte da alcune poesie che parlano della Liguria e del Mediterraneo e grazie alla tecnica della frammentazione e della contaminazione si è venuta a creare una nuova opera. Il processo creativo condotto da Franca Fioravanti si fonda su ogni singola individualità che diventa collettiva e si trasforma in una polifonia liberatoria.
Il video Paesaggi ha ricevuto nel 2016 la menzione speciale al Festival Internazionale del Cortometraggio, La Spezia Short Movie Awards: “Per aver portato la libertà dell’arte all’interno del carcere e per averci ricordato che la funzione della detenzione non è mai punitiva; che un processo globale di reinserimento è in grado di incrementare la sicurezza. E che anche attraverso l’arte passa il riscatto dell’anima.”
Nel 2014 Franca Fioravanti ha proposto a Roberto Doati, responsabile della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, di creare una composizione sonora utilizzando il materiale del video-documento Paesaggi. Grazie al lavoro degli allievi Edoardo Bardi, Emanuele Lauriola e Niccolò Pietro Pisanu, è nato “Silenzi scordati“, che integra la parte sonora del video Paesaggi – le voci di Attilio, Antonio, Federico, Gianfranco, Yassin, Mirko, Mustafà, William –, con la voce di Franca Fioravanti e con altri materiali sonori. Si tratta di campioni del paesaggio sonoro ligure evocati dal testo ed elaborati seguendo la drammaturgia della parola. Le dimensioni e lo sviluppo del lavoro hanno infine portato gli stessi autori a realizzare un nuovo video le cui immagini espandono e dilatano anche sul piano visivo ritmi e significati del testo e delle voci.