PARIGI – Regista di spettacoli fatti d’immaginazioni visionarie ed imprevedibili percorsi ironici, Alessia Siniscalchi, performer napoletana di stanza a Parigi, propone nel Théâtre la Girandole, piccolo spazio cult di Montreuil, un suo personale percorso-omaggio “all’universo di Federico Fellini” mettendo in scena “Les voulers de jambon” per sorridere di ansie e sogni che guardano dentro ed intorno al mondo del cabaret. Non il cabaret gridato, straccione e molte volte anche volgare a cui ci ha abituato da tempo il piccolo schermo ed il teatro da osteria, svaccato e ridanciano del fine settimana, ma quel cabaret colto che in Italia era di casa molti anni addietro; mentre in Francia invece rimane gustoso percorso di fantasia e creazione.
Alessia Siniscalchi è una napoletana di quelle che guardano “oltre”. Si è formata andando in giro per il mondo, da Napoli a Roma, a New York, a Parigi, misurandosi con grandi protagonisti e maestri, e guardando avanti, in non facili invenzioni di arte del nostro tempo. Ed ora, concedendosi questo piccolo, elegante, gioco di fantasia che guarda al passato della canzone e si spinge avanti, in oscillante percorso d’invenzione ironiconostalgica. Così “Les voulers de jambon” affidato a due attori e un pianista in bella squadra fantasiosa, offre a Gennaro Di Biase, Angela Robustelli e Andrea Manzoni l’occasione di costruire un racconto fatto di lustrini e sguardi sghembi, tra musiche napoletane e celeberrimi motivi del teatro del mondo, sussulti di parole e canzoni celeberrime magnificamente eseguite. Il preteso è la memoria appassita di un attore di varietà che da Napoli, “là où les plantes comme les vierges sont sources d’espoir…” se ne va in giro per il mondo a cercare fortuna. Un po’ troppo tardi forse, ché “paillettes, voyages, misère” rimangono dietro l’angolo con le loro illusioni.
Gli spettatori entrano nella piccola sala passando per il camerino ed incontrano gli sguardi che lo specchio illuminato della piccola toilette restituisce come un furto. Occhi truccati, piume e merletti che sanno di antico e di allusioni impudiche. È il varieté abitato dagli attori di un tempo. È il sogno povero di un successo che forse non giungerà mai. È il desiderio di amore che la miseria avvilisce e l’arte dell’inganno esalta. Certo Federico Fellini amò quel mondo a cui Alessia Siniscalchi rende omaggio per rendere il suo omaggio pudico omaggio a lui, il grande mago della fantasia e della bellezza sciupata che si fa mito, sorriso che si trasforma in ansioso sussulto, sogno che sparisce, smarrito, al risveglio. È la canzone di un guappo alla sua amata, è il racconto di un amore finito male in un cinemino di quart’ordine, è l’esaltata confessione di “My way”, è la luce delle lampadine di una ribaltina povera e finta che Gennaro Di Biase ed Angela Robustelli fanno vivere con tenerezza ed entusiasmo, sapere di antica memoria, nostalgia di bugie che attraversano il tempo, è consolazione e divertimento. Accompagnati dal suono sapiente del pianoforte di Andrea Manzoni sono capaci di rivivere il gusto appassito di vecchie soubrettes. Pronti a confondere il segno trasformandolo in sorprendete gioco dei sessi e dei ruoli, hanno tempi perfetti, ironie strepitose, invenzioni travolgenti. Sanno cantare e ballare, recitare e tacere. Ed il pubblico sedotto si concede l’applauso ed il desiderio di continuare ancora ed ancora l’incontro.
Le Voleurs de Jambon Hommage contemporain à l’univers de Federico Fellini
regia di Alessia siniscalchi
Visto al Teatro la Girandole di Parigi