RUMOR(S)CENA – PLATONOV – MILANO – Debutta il 6 novembre al Teatro Fontana di Milanolo spettacolo Platonov l’ultimo lavoro della compagnia torinese Il Mulino di Amleto diretta da Marco Lorenzi. Prodotto da Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Tpe Teatro Piemonte Europa e Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea nel quale è stato presentato in anteprima lo scorso 6 giugno al Festival della città piemontese. Lo spettacolo è una finestra aperta su un Cechov quasi sconosciuto, su un testo giovanile ritrovato casualmente. Durante i tumulti della rivoluzione russa del 1917, infatti, Maria Cechov, sorella di Anton, nascose molti manoscritti e appunti del fratello in una cassetta di sicurezza a Mosca. Nel 1921 alcuni studenti sovietici riuscirono ad aprirla e scoprirono un’opera teatrale. Cechov aveva ventun anni quando la scrisse. Il testo che trovarono era incompleto, aveva moltissimi personaggi, moltissimi argomenti e tematiche, moltissima azione…Platonov, così in genere viene chiamato questo primo dramma di Cechov, è il fallimento dell’utopia del suo giovane autore che vuole raccontare la vita cogliendone appieno i più̀ profondi meccanismi. Il suo sforzo s’infrange contro la vita stessa e l’impossibilità di coglierla nella sua interezza in un dramma teatrale.
L’azione si svolge nella tenuta caduta in disgrazia di Anna Petrovna (Roberta Calia). In una calda estate trascorrono le vuote serate tra fiumi di vodka una serie di personaggi tra cui il maestro elementare Platonov (Michele Sinisi), conteso tra la moglie Sasa (Rebecca Rossetti), la stessa padrona di casa e la giovane Sofja (Barbara Mazzi). Fanno anche parte Sergej Pavlovic Vojnjcev (Raffaele Musella) – figliastro di Anna e artista teatrale – il ricco Porfirij (Stefano Braschi) e il figlio Kirill (Angelo Maria Tronca), giovane medico scriteriato. Una festa sopra la tragedia, per personaggi insolitamente comici malgrado l’insostenibile solitudine e l’inconsistenza della loro ricerca di amore.
Questo testo è generalmente considerato come “non rappresentabile”, o “impossibile da mettere in scena”. Ciò̀ che resta è un gigantesco affresco composto da brandelli di scene, dialoghi, personaggi che cercano un senso a quello che senso non può̀ avere. Che cercano una forma a quello che forma non può̀ avere. Che cercano un fine per quello che fine non ha. Un grande e meraviglioso affresco incompiuto…a cominciare dal titolo: Bezotcovščina significa infatti Orfano di padre. Come un’opera Senza Titolo. Questo è Platonov. Un modo come un altro per dire che la felicità è altrove: un’opera non finita per esseri umani non finiti, incompleti, incerti, resi fragili dal loro “voler essere” che si scontra inevitabilmente con ciò̀ che sono nella realtà̀. Come noi.
Tournée
21 novembre – Teatro Reno, Vimercate
23 novembre – Teatro Municipale, Moncalvo
26-31 marzo – Teatro Stabile di Trieste, Trieste
2-7 aprile – Teatro Astra, Torino
11 aprile – Teatro Testori, Forlì