RUMOR(S)CENA – I CAVALLI ALLA FINESTRA – ITC TEATRO SAN LAZZARO (Bologna) – Va in scena all’ITC Teatro di San Lazzaro, da venerdì a domenica 13 gennaio ore lo spettacolo I cavalli alla finestra di Matéi Visniec con Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza, Andrea Gadda regia Andrea Paolucci. Scritto nel 1987, bloccato dalla censura rumena la sera precedente la prima, I cavalli alla finestra è stato rappresentato con enorme successo in Europa, Stati Uniti e Giappone.
Tre diverse storie, tre finali quasi “gialli” per raccontare la follia della guerra e il fascino malefico del potere. Una vecchia madre e un figlio rimbambito, una figlia accomodante e un padre malato, una moglie fragile alle prese con un marito violento. Tre storie distinte eppure unite dalla presenza di un suadente messaggero che arriva, puntuale come la morte, a recapitare una busta gialla e un colorato mazzo di fiori. Tre diverse fotografie per raccontarne mille, perché da sempre l’uomo in guerra comincia da eroe, ma non può far altro che finire nella polvere, calpestato da zoccoli e scarponi.Visniec, grazie ad una scrittura immaginifica e stralunata, conduce in un universo sgangherato e beffardo, surreale e insensato. Un universo fatto di vittime che si credono eroi, vecchi derelitti alla ricerca del proprio giorno da leoni, donne sacrificate al grido di battaglia. Una danza macabra, affascinante e grottesca, dove il tempo scorre avanti e indietro mangiandosi le lancette dell’orologio, le porte sbattono come granate e i cavalli sinistramente, nell’ombra, tramano…
Il regista Andrea Paolucci: «Ho conosciuto il teatro di Matéi per caso, ad Avignone nel 2006. In una saletta da poco più di 60 posti una compagnia rumena metteva in scena in francese I cavalli alla finestra. Nonostante il mio francese scolastico, è stato proprio il testo a colpirmi: una calibrata miscela di surrealismo e naturalismo, di nonsense e di cinico realismo. Quel testo così apparentemente lineare nel suo far avanzare la trama, riusciva a toccare il comico e il tragico, il razionale e l’assurdo, il lirico e il prosastico. E la mia regia è partita da qui. Da uno stratificarsi di stili, di codici. I personaggi parlano concretamente di cose assurde seguendo logiche patafisiche. Sono buffi nella loro tragica corsa vero un’immortalità che solo la guerra sembrerebbe dargli.
Sono seri nella loro folle rincorsa verso il gesto eroico che tutto cambierà. Sono teneri nel loro essere vittime sacrificali di un potere torvo e malefico, capace però a sua volta di incarnarsi in un tenero messaggero. La scena è un accumulo di valige, bauli, scrigni che tutto nascondono e che a tutto conferiscono una condizione di provvisorietà e di transitorietà. Tutto sembra coperto da polvere e immutabile ma nello stesso tempo tutto sembra essere provvisorio e in viaggio. Quello che sta accadendo ora qui può accadere domani da un’altra parte. Anzi per meglio dire: quello che accade qui è accaduto e accadrà sempre e ovunque. Il tempo non è una variabile, il luogo non influenza il risultato: il potere saprà sempre cosa fare per farci piegare ai suoi voleri e farci credere che lo abbiamo deciso noi»
Uno spettacolo del Teatro dell’Argine
in collaborazione con CIMES – Dipartimento di Musica e Spettacolo Alma Mater Studiorum Università di Bologna
di Matéi Visniec
con Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza, Andrea Gadda
scene Alessandra Vicini
assistente alla regia Francesca Mele
aiuto regia Vincenzo Picone
regia Andrea Paolucci