Danza — 10/11/2011 at 22:28

Nacera Belaza, o l’arte di far scervellare lo spettatore.

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Nacera BelazaL’attesa al VIE Festival di Modena per l’ultimo lavoro di Nacera Belaza, artista algerina presentata come “scomoda e poco accomodante”, si era percepita da subito. “Les sentinelles” è un lavoro sull’attesa, tema sicuramente impegnativo, soprattutto da indagare attraverso lo strumento del corpo ma, se l’unico modo trovato per declinarlo è la dilatazione fino all’immobilità di tempo e azione, forse occorrerebbe una seconda lettura de “Il deserto dei Tartari”, opera di Buzzati, da cui lo spettacolo prende spunto. Oppure andrebbero distribuite agli spettatori le istruzioni per l’uso, consigliando di assopirsi o distrarsi liberamente, cullati dalla penombra e dalla voce in loop di Nina Simone per farsi soprendere da quei pochi e inattesi movimenti. Meglio ancora sarebbe stato vedere lo spettacolo calato in un contesto più quotidiano, lasciando il pubblico libero di fermarsi, stare al gioco, commentare o andarsene. Riuscire a ricreare un non-essere immutabile in mezzo ad una realtà complessa e dinamica. Forse rischiando di più, senza proteggersi dietro l’educazione del pubblico seduto in platea, sarebbero emerse riflessioni più stimolanti. La ricerca della coreografa Nacera Belaza sembra avere ottimi spunti e una grande attenzione al mantenere una coerenza nella presenza scenica ma poca aria nello spaziare tra le riflessioni e nel sceglierne una rappresentazione.

 

 

 

 

 

 

 

In “Les Sentinelles” il duo composto da Nacera e Dalila Belaza si “muove” in un non-spazio in perenne penombra, compiendo un’interminabile avanzata al rallenty verso il proscenio. I movimenti spinti all’estremo, sfiorano l’immobilità per poi sorprendere lo sguardo con uno spasmo inatteso. Tra le due interpreti non c’è interazione, proseguono su due binari paralleli, lo sguardo vuoto verso un irraggiungibile altrove. Un ritmo, definito dalla quasi totale assenza di cambiamenti, sembra annullare ogni percezione, fino a stordire i sensi e a fare sembrare irreali quei pochi improvvisi movimenti. Se lo spettatore riesce ad arrendersi all’ esperienza, quel movimento improvviso che ritorna all’immobilità così velocemente da sembrare non essere mai avvenuto è un attimo molto suggestivo e stimolante. Ma è davvero sufficiente andare a teatro e attivare solo il cervello? Il teatro può davvero essere solo un esercizio mentale, un continuo sforzarsi per trovare un senso a ciò che stiamo guardando? Nessuna emozione. Nessuna immagine. Solo un concetto, portato all’ esasperazione. Nulla per 45 minuti, interminabili.

 

 

Les sentinelles

Coreografia Nacera Belaza

con Dalila Belaza e Nacera Belaza

prima nazionale

Visto al Teatro delle Passioni il 21 ottobre 2011

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