Biennale Teatro 2019, Festival(s) — 21/02/2019 at 16:24

Sono le “Drammaturgie” le protagoniste del 47 esimo Festival Internazionale del Teatro alla Biennale di Venezia

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RUMOR(S)CENA – BIENNALE TEATRO 2019 – DRAMMATURGIE – ANTONIO LATELLA – VENEZIA – È stato presentato oggi a Roma nella sede del Museo dell’Ara Pacis il programma del 47 esimo Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia terzo atto dal titolo “Drammaturgie” diretto da Antonio Latella insieme al presidente Paolo Baratta che si svolgerà a Venezia dal 22 luglio al 5 agosto. Sono 14 gli artisti in programma che andranno in scena con più testi per presentare una loro breve “biografia artistica”. Il cartellone comprende 28 gli spettacoli di cui ben 23 sono delle novità, 2 in prima europea e 6 in prima assoluta.
Dopo il focus sulle registe europee e l’indagine sul rapporto attore/performer il Festival più importante della scena italiana affronta le «Drammaturgie titolo volutamente lasciato al plurale – spiega Antonio Latella perché crediamo che, nel ventunesimo secolo, sono tante e differenti le drammaturgie per la scena e per tutto ciò che concerne lo spettacolo dal vivo. In questo terzo atto cercheremo di evidenziare i diversi stili di drammaturgia e dell’essere drammaturghi, dal ruolo drammaturgico rivestito dalla Direzione Artistica al regista autore o autrice che mette in scena i propri testi; dal gemellaggio tra registi e autori che scrivono per loro e per gli attori di un ensemble all’artista-performer nel tracciare percorsi scrivendo per la scena. Dalla scrittura propria del teatro visivo a quella del teatro che ha una matrice musicale o a stretto contatto con il teatro-danza. Citando per ultima, ma forse prima per importanza, la drammaturgia destinata al teatro-ragazzi, nata per creare un nuovo pubblico, crescerlo e proteggerlo dall’ovvietà, proponendo grande teatro non rivolto soltanto a un pubblico giovane o molto giovane»

 

Antonio Latella

Il teatro-ragazzi di Jetse Batelaan, Leone d’Argento, inaugura il Festival il 22 luglio riallacciandosi a una tradizione della Biennale che in passato aveva dato ampio spazio a questo settore, oggi forte di un rinnovamento linguistico che lo rende partecipe degli sviluppi della ricerca teatrale. War e The Story of the Story rappresentano lo stile visionario che questo regista e autore intreccia a una vena filosofica affrontando miti e temi di oggi.
Heiner Müller, il più osannato, controverso e imprescindibile degli scrittori tedeschi si misurano infatti la scrittura registica, la biografia e la storia di due nomi di punta della scena europea e dei loro ensemble: Oliver Frljić, autore di una graffiante e provocatoria messinscena di Mauser, e Sebastian Nübling, che realizza The Hamletmachine con l’Exile Ensemble.
Sebastian Nübling – in questo ideale gemellaggio fra registi e autori si associa anche a quello di Sibylle Berg, autrice di culto tradotta in più di trenta lingue, per The So-Called Outside Means Nothing to Me, premiato da Theater Heute come testo dell’anno nel 2014.
Per la prima volta in Italia arrivano Susie Dee – regista, attrice, direttrice di teatro – e Patricia Cornelius – una delle voci più forti della drammaturgia di lingua inglese – che da trent’anni costituiscono un inossidabile sodalizio artistico votato al teatro indipendente e militante. Coraggioso nei temi, tra degrado morale e critica sociale, tutti improntati all’oggi e spesso affidati a team di sole donne. Da questo retroterra nascono anche i due spettacoli Shit e Love.
Il giardino dei ciliegi di Cechov diretto da Alessandro Serra, artigiano della scena che della scrittura cura ogni aspetto – costumi, luci, scene, musiche – e che da più di vent’anni persegue una sua idea di teatro-laboratorio con la compagnia Teatropersona.

Heiner Müller

 

Manuela Infante, scrittrice di primo piano della scena sudamericana regista e direttrice del Teatro de Chile i cui spettacoli sono stati presentati in Europa e negli Stati Uniti e i testi tradotti in inglese e in italiano che presenta due esilaranti ma profonde riflessioni – suffragate dalle più moderne correnti di pensiero – per un teatro non antropocentrico: Estado Vegetal, un one-woman-show che prende spunto dalle teorie rivoluzionarie sulla vita e l’intelligenza delle piante del filosofo Michael Marder e del neurologo Stefano Mancuso, e Realismo, ispirato alla corrente filosofica del realismo speculativo che “ricolloca” il mondo degli oggetti stravolgendo le abituali gerarchie.
Paola Vannoni e Roberto Scappin, dei Quotidiana.com, lavorano sul linguaggio facendo del meccanismo dialogico, quello sinteticamente indicato come Q/A, una cifra stilistica, tra folgoranti battute e siparietti surreali intinti nel curaro, o incongrui al limite dell’assurdo. Presentano segmenti della loro biografia artistica con L’anarchico non è fotogenico, Sembra ma non soffro e la novità Il racconto delle cose mai accadute.

 

Il regista e autore Pino Carbone con ProgettoDue mette in rapporto due lavori distanti nel tempo ispirati al mondo della fiaba e del mito: BarbabluGiuditta scritto con Francesca De Nicolais e PenelopeUlisse con Carla Broegg. Due testi che operano un rovesciamento dei punti di vista nella scrittura (sono le due autrici a dare voce a Barbablu e Ulisse mentre il regista scrive le battute dei personaggi femminili) e che si strutturano drammaturgicamente sull’esempio del melodramma. Pino Carbone presenta anche la novità assoluta Assedio da Cyrano de Bergerac: riscrittura che trasporta l’eroe romantico ai nostri giorni, sullo sfondo dell’assedio di Sarajevo, quando la guerra irrompe nella vita con le sue devastazioni mutando per sempre i nostri destini.
Lucia Calamaro autrice di un teatro fondato sulla lingua, un teatro di parola che nasce sulla scena e che richiede ai suoi attori di essere “atleti della parola” (Christian Raimo), affrontando temi universali attraverso storie personali con Nostalgia di Dio.

 

Lucia Calamaro

Tra gli artisti-performer Julian Hetzel, formato alle arti visive e alla musica, Miet Warlop, con studi nelle arti multimediali, l’ensemble di teatro musicale Club Gewalt, sono figure poliedriche che spostano i confini delle diverse discipline mettendo in gioco le reciproche influenze e proponendo nuovi linguaggi drammaturgici dove la scrittura è per lo più scrittura scenica e non testuale.
Per la prima volta in Italia, Julian Hetzel, autore di performance dal segno politico presenta All Inclusive paragonato alla versione teatrale del film di Ruben Ostlund The Square: al centro l’estetizzazione della violenza che un cumulo di macerie provenienti dall’area del conflitto siriano rappresenta, sollevando il velo sulla linea sottile e ambigua tra sfruttamento e impegno nel processo artistico. The Automated Sniper riflette sull’oscillazione tra reale e virtuale, sulla “ludicizzazione” della violenza, quando le guerre sono combattute sempre più a distanza, attraverso i droni, per cui guardare in uno schermo equivale a uccidere. I’m Not Here Says the Void è un “poema” sull’assenza tra teatro visivo, danza, scultura, musica elettronica, un lavoro sull’immaginazione e sulla realtà come creazione dello spettatore.
Mystery Magnet di Miet Warlop, con la sua trama di colori, forme e figure che prendono vita in un universo allucinato e stravagante. Ghost Writer and the Broken Hand Break, performance fondata sull’ossessione per il movimento concentrico: tre performer danzano sul proprio asse come dervisci rotanti, fanno esplodere la loro potenza nascosta propagando negli spettatori un senso di libertà.

 

Mystery Magnet Miet Warlop

Monteverdi e David Bowie, Wagner, Skrjabin e Kaynee West, Andy Warhol e Marcel Duchamp: è l’energia esplosiva che sta a significare Gewalt, del collettivo di sette performer, cantanti, musicisti, attori che offrono una vitale e anticonformista alternativa al mondo dell’opera. Per la prima volta in Italia si vedranno Yuri, ovvero ascesa e caduta del “signore degli anelli”, il ginnasta olandese Yuri Van Gelder, e la techno-opera Club Club Gewalt 5.0 Punk, un night club folle ed eclettico con le sue esplosive esibizioni musicali e un bar che non chiude mai.
Jens Hillje, premiato con il Leone d’Oro alla carriera, a compendiare in varia misura tutte le declinazioni del drammaturgo oggi. Per anni condirettore artistico della Schaubühne di Berlino che ha rivoluzionato insieme a Thomas Ostermeier e Sasha Waltz, Hilljie rappresenta il drammaturgo che non è più solamente artefice della scrittura o dell’elaborazione di testi teatrali. Oggi Hillje è condirettore artistico del Gorki Theater, che ha contribuito a rendere fulcro della nuova scena berlinese, collaborando con i più importati nomi della scena internazionale.

Biennale College
Biennale College – Registi
Dedicato ai giovani italiani under 30 per dare voce e visibilità a chi opera nel panorama teatrale italiano tenendo conto delle difficoltà di ingresso e del divario generazionale, Biennale College – Registi si sviluppa nell’arco di un biennio. La seconda edizione, che copre il 2018/19, si completa con la presentazione di due spettacoli mentre è già avviata la terza edizione. Leonardo Manzan, vincitore dell’edizione 2018/19 presenterà Cirano deve morire, liberamente ispirato al Cyrano de Bergerac, spettacolo prodotto dalla Biennale di Venezia e realizzato con il tutoraggio di Antonio Latella. Giovanni Ortoleva, destinatario della menzione speciale, presenterà Saul, liberamente ispirato ad André Gide e all’Antico Testamento.
Il bando per la terza edizione di Biennale College – Registi, che copre il biennio 2019-20, lanciato a novembre, ha raccolto 72 domande per la prima selezione. Dal 25 al 28 marzo a Venezia i primi registi ammessi parteciperanno a una discussione dei loro progetti con Antonio Latella: da questa fase verranno selezionati fino a 12 registi. Dal 24 al 26 aprile a Venezia, i nuovi selezionati presenteranno una parte del proprio progetto (da 5 a 10 minuti), e tra questi verranno scelti sei registi. Nel corso del Festival i registi ammessi presenteranno la prima parte del loro lavoro (da 20 a 30 minuti) alla presenza degli allievi e dei maestri che partecipano alle attività di Biennale College – Masterclass 2019. Da quest’ultima prova emergerà il vincitore del premio di produzione previsto dal bando.
Terminate le fasi di selezione, è nel corso del prossimo anno che il regista vincitore realizzerà il suo spettacolo, definendolo e sviluppandolo in tutti i suoi aspetti con il tutoraggio del Direttore del Settore Teatro. Lo spettacolo verrà quindi presentato al 48. Festival Internazionale del Teatro.

Biennale College – Autori
Il bando, sviluppato nell’arco del triennio 2018-19-20, dedicato a scrittori di teatro under 40 del nostro Paese, invitati a confrontarsi con una scrittura in grado di raccontare il presente. Importante occasione se si considera il grande interesse che oggi suscita l’autorialità in molti Paesi europei ed extra-europei, e la centralità del tema “drammaturgie” per la Biennale Teatro 2019. Al bando hanno risposto 181 autori tra cui sono stati selezionati 20 nomi. Dai 20 partecipanti alla masterclass di drammaturgia di Linda Dalisi e Letizia Russo (tutor per tutto il triennio di Biennale College – Autori) sono stati selezionati 11 autori a cui è stata affidata la scrittura di un testo su un unico tema. I testi ammessi e proposti in lettura al Festival sono di Caroline Baglioni, Pier Lorenzo Pisano, Dario Postiglioni. Biennale College – Autori si concluderà nel 2020 saldandosi con Biennale College – Registi nel progetto della produzione di uno o due testi inediti messi in scena dagli stessi giovani registi che verranno selezionati. Biennale College – Masterclass
Artisti, attori, autori, danzatori, scenografi, sound designer, performer, registi sono i destinatari delle sei masterclass di regia, recitazione, arte performativa, coreografia, traduzione e drammaturgia, sound e set design. Con Julian Hetzel, Thom Luz, Annelisa Zaccheria e Franco Visioli, Michele Di Stefano, Monica Capuani, Susie Dee. I bandi saranno online dalla fine di febbraio all’indirizzo:

www.labiennale.org/it/biennale-college.

Come ogni anno, il direttore Antonio Latella offre ai maestri un tema comune di lavoro: quest’anno sarà la “ricetta”. «La mano di un cuoco, forse, nel nostro gioco metaforico, può essere paragonata a quella di un drammaturgo, che durante la stesura di un testo dosa le sue ispirazioni prima di servirlo al pubblico. Come un cuoco, può creare quasi dal nulla una ricetta o elaborarne una dai sapori tradizionali per appagare chi lo avrà scelto o chi avrà scelto il suo piatto o il ristorante per cui lavora. Raramente un cuoco cucina solo per se stesso e così è, o dovrebbe essere, il risultato del lavoro di un drammaturgo; se un racconto non riguarda in qualche modo lo spettatore o l’ascoltatore questi ultimi probabilmente non gli presteranno attenzione, dimenticando facilmente un testo che ha come riferimento solo se stesso.»
I Maestri di quest’anno sono invitati a lavorare su una ricetta, qualsiasi essa sia, cercando insieme agli attori e ai suoi collaboratori di costruire metaforicamente il piatto da servire al pubblico, il piatto di apertura di Biennale College”.
Il 5 agosto si svolgerà la maratona finale che presenterà senza soluzione di continuità nell’unico spazio del Teatro alle Tese le brevi performance realizzate dai giovani artisti e i maestri di Biennale College.

Biennale College – ASAC
Il bando Scrivere in residenza, destinato a giovani laureati italiani under 30, che prevede un percorso di ricerca sul campo con la partecipazione al Festival e di studio con la frequentazione dell’Archivio Storico della Biennale di Venezia, attraverso il tutoraggio di professionisti e la supervisione dei Direttori di settore. Il bando coinvolge tutti i settori della Biennale: Danza, Musica, Teatro, Cinema, Architettura, Arte. Come per ogni settore, Scrivere di teatro avrà un tema specifico scelto in relazione al programma del festival e verrà approfondito sotto la guida di un tutor. Successivamente alla visione degli spettacoli del festival, i giovani studiosi entreranno nello specifico del proprio tema in Archivio: guidati dal tutor porteranno avanti una ricerca di fonti, di riferimenti storici per la redazione di un testo.

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