RUMOR(S)CENA – PEPPINO IMPASTATO – I.C. GATTI – FIORENZUOLA D’ARDA (Piacenza) – Giovedì 21 marzo scorso le classi seconde e terze dell’Istituto comprensivo “Gatti”, di Fiorenzuola d’Arda, hanno partecipato al Teatro Verdi della città ad una conferenza-spettacolo dal titolo: “Mio fratello Peppino” con Giovanni Impastato, il quale ha raccontato la storia di suo fratello “combattente” e vittima di mafia. La sua breve vita e i legami che aveva con la sua famiglia. Sono anni che il “Gatti” si occupa del tema della legalità e della lotta contro le Mafie, sia attraverso attività scolastiche quotidiane (letture, approfondimenti, discussioni, in linea con il PTOF il Piano triennale offerta formativa), sia organizzando eventi specifici.
La documentazione è pubblicata nel giornalino scolastico “Il cacciatore di notizie” e sul sito della scuola https://www.istitutocomprensivofiorenzuola.edu.it/ dove è visibile la nostra partecipazione attiva ai “Cantieri della legalità”, alla conferenza “Mafie in Emilia-Romagna, dialogo con gli studenti” e “Liberamente”, che hanno visto la collaborazione dell’Associazione Libera (rete di associazioni contro le mafie, le corruzioni, fenomeni di criminalità e per l’affermazione della libertà). Nel corso degli incontri gli studenti sono stati informati sulla genesi e l’evoluzione della Mafia: un’organizzazione criminale nata al Sud dell’Italia e in seguito sviluppatasi nelle regioni settentrionali e in molti paesi esteri. In Emilia Romagna è suddivisa tra famiglie che si arricchiscono con lo spaccio della droga, il riciclaggio di denaro, l’abusivismo, l’ecomafia. In passato sono stati commessi anche degli omicidi colpendo chi si era pentito del proprio stile di vita, perfino bambini e donne, magistrati che indagavano portando in carcere gli autori dei reati.
Giornalisti ai quali non è stato “perdonato” di aver denunciato le tante azioni illegali commessi. Testimoni coraggiosi nel segnalare a voce alta i crimini mafiosi. Sono tante vittime, tra le quali è stata ricordata Renata Fonte assessore alla cultura e alla pubblica istruzione del comune di Nardò (Lecce) eletta nel 1982 nelle liste del Partito Repubblicano Italiano. Nel mese di marzo dell’1984 fu assassinata dopo essere uscita dal Consiglio comunale perchè si era opposta alla realizzazione di un villaggio turistico nell’area naturalistica di Portoselvaggio (in provincia di Lecce), la cui salvaguardia attuale la si deve al suo sacrificio. Gli autori del delitto, sicari e mandante sono stati condannati in via definitiva. Un’altra vittima il cui spettacolo visto a teatro è Giuseppe Impastato meglio conosciuto come Peppino, un giornalista assassinato da Cosa Nostra il 9 maggio 1978. Un uomo che aveva osato sfidare la sua stessa famiglia e il padre in particolare (parenti coinvolti in attività mafiose) e aveva iniziato un’attività politico – culturale di sinistra.
Nella scuola di Fiorenzuola si è cominciato ad incontrare anche testimoni di legalità, persone che hanno vissuto direttamente cosa significa avere a che fare con le Mafie e pagarne le conseguenze: nel 2018 è stata la volta di Viviana Matrangola che ha raccontato la storia di sua madre, Renata Fonte, che ha lottato per salvare il Parco Regionale Porto Selvaggio a Nardò dai progetti edilizi mafiosi.
Nel 2019 si è deciso, in collaborazione con l’Amministrazione comunale (che ci sostiene da sempre nella realizzazione del programma di spettacoli del Festival per ragazzi), di puntare ancora di più sull’argomento, scegliendo due spettacoli utili a farci riflettere: l’incontro con Giovanni Impastato ed uno sui valori della Costituzione: “Mi costituisco” (realizzato dalla Compagnia Sciara Progetti). Per preparare la visione di “Mio fratello Peppino”, oltre a vedere il film biografico “I cento passi”, si sono visti ed analizzati dei materiali video (spezzoni di telegiornali del periodo e ricostruzioni giornalistiche) e poesie (una dedicata alla madre Felicia, “Questo non è mio figlio”, e quella scritta da Peppino “E venne a noi un adolescente”), riflettendo anche sui depistaggi nelle indagini che hanno cercato di far risultare Peppino prima come suicida e poi, addirittura, come un terrorista. Dalle attività svolte e dall’incontro con Giovanni ci si è resi perfettamente conto che Peppino non era un “provocatore”, come molti a Cinisi ritenevano, anche se utilizzava un linguaggio forte e trasgressivo per denunciare i mafiosi attraverso la comunicazione sui media con una potente campagna di stampa e attraverso la radio.
Ciò che più ha colpito è l’aspetto anche umano della vicenda: dopo la morte del fratello, ci ha riportato Giovanni, i rapporti con la famiglia sono cambiati. Già prima dell’evento non erano facili perché la nota origine mafiosa contrastava con la lotta di Peppino, ma dopo ancora di più perché lui e la madre hanno continuato a combattere la sua battaglia anche contro il resto dei parenti.
La loro, passata, e la nostra, presente, non sono sicuramente battaglie facili. Ci si è resi conto di ciò quando, leggendo un articolo riguardante lo spettacolo teatrale “Saluti da Brescello” del Teatro delle Albe di Ravenna ispirate alla vicende di un giornalista, nel mentre si discuteva, abbiamo constatato che le intimidazioni mediante azioni legali (in questo caso nei confronti dello spettacolo, ma ciò vale in generale), vanno contro i diritti di parola e pensiero, diritti inalienabili dell’uomo. Ma, come Peppino e Renata, anche gli autori dello spettacolo non hanno avuto paura di parlare raccontando e denunciando la Mafia attraverso il teatro.
Da tutto questo, grazie alla nostra Scuola, “portiamo a casa”con noi, sempre, il peso di un termine e il pensiero di essere contrari a una cosa sbagliata. Così il messaggio che vorremmo tramandare alle generazioni future è quello di combattere contro le azioni negative e lottare per le cose che si vogliono cambiare: solo così si potrà avere una vita serena e consapevole, nel mondo.
Chiudiamo con una frase di Peppino che ci è rimasta impressa e su cui abbiamo anche discusso: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un arma contro la rassegnazione, la paura e la disonestà».
Gli alunni della 3E, Istituto Comprensivo Gatti, Fiorenzuola d’Arda (Piacenza)
a cura di Serena Falconieri insegnante.
Programma iniziative a ricordo di Peppino Impastato
5 maggio alle ore 17.00 Salone Comune di Cinisi
“Diritto all’informazione e libertà di stampa”. Presentazione del libro “Un morto ogni tanto” di Paolo Borrometi. Saluto della Direttrice Biblioteca comunale di Cinisi Maria Antonietta Mangiapane. Saranno presenti: Paolo Borrometi, Giuseppe Giulietti (presidente FNSI), Umberto Santino (Centro Impastato), Sandro Ruotolo. Modera l’incontro Luisa Impastato presidente Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato
Il programma completo delle manifestazioni ed eventi dedicati a Peppino Impastato è pubblicato sul sito
condiviso con www.articolo21.org
“Mio fratello Peppino”: a teatro per conoscere “la bellezza della Verità” contro le Mafie