La saga degli uomini della Brigata Sassari sull’Altipiano, va in scena al Teatro Portland di Trento per la rassegna “Materiale non conforme”. Il 18, 25, 26 e 27 novembre, lo spettacolo “Storie di uomini. Un anno sull’altipiano”, ispirato al libro“Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu, viene replicato alle 21 (il 27 alle 10 e 21). Una drammatica storia che racconta le vicende della Brigata Sassari durante la Grande Guerra. La drammaturgia è di Andrea Brunello, la regia è di Michele Ciardulli, con Andrea Brunello. Composizione e adattamento musiche Andrea Lucchi, luci di Simone Brussa.
Storie di Uomini ripercorre le vicende dei protagonisti del capolavoro di Emilio Lussu sulla vita dei soldati in trincea durante la Grande Guerra, e la loro umanità schiacciante, la dignità, la capacità di sopportazione. Ripercorrendo gli eventi bellici attraverso lo sguardo disincantato di Lussu, un ufficiale della Brigata Sassari, protagonista e testimone, lo spettacolo rilegge le vicende dei soldati italiani impegnati nelle grandi battaglie che si svolsero sugli Altipiani trentino-veneti tra il giugno del 1916 e il luglio 1917; ma anche quelle per molti aspetti analoghe dei reparti austroungarici che contrastarono la “Sassari”, mettendo così a fuoco il monito che da quella grande carneficina si leva contro i nazionalismi e i conflitti di lingua, nazionalità, religione, costumi.
Sull’Altipiano hanno combattuto uomini che spesso sono morti inutilmente, per il capriccio di un comandante incompetente, “pazzo” o ubriaco di cognac, pagando quindi con la vita il prezzo di scelte politiche e militari irresponsabili; ma anche uomini che hanno dato la vita con coraggio nella convinzione che esistano valori e ideali superiori. Soldati che non hanno ceduto alla disperazione e che, alla fine, molti anni dopo, hanno potuto dire che “...in guerra qualche volta abbiamo anche cantato.”
Troppe volte nell’Italia di oggi si ha la sensazione dolorosa che il sacrificio di questi uomini sia stato vano. Emilio Lussu, il più “grande” fra tutti i “veri” capitani, come veniva definito da Mario Rigoni Stern. “Storie di Uomini” non è un lavoro antimilitarista, ma una ricerca profonda di quali sono i codici di comportamento dell’animo umano, nelle situazioni più estreme.
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