RUMOR(S)CENA – BOLZANO – È tempo di pandemia e di inquietudine, e si sa, quando c’è crisi il toccasana è la risata. Ben venga, dunque, la comicità di Natalino Balasso a tirare su il morale degli spettatori. L’attore ha tratto ispirazione dagli scritti di Angelo Beolco, detto Ruzante, autore veneto degli inizi del sedicesimo secolo, per guardare all’oggi. Balasso fa Ruzante. Amori disperati in tempo di guerra è il titolo dello spettacolo – prodotto dallo Stabile di Bolzano e da ERT/Teatro Nazionale – che lo vede protagonista affiancato da Andrea Collavino, nel ruolo di compare Menato, l’amico rivale in amore, e Marta Cortellazzo Wiel, in quello di Gnua, la donna contesa. A dirigerli è Marta Dalla Via. Visto che Ruzante scrive in “pavano”, una lingua ormai intellegibile, Balasso ha lavorato su una traduzione dei testi da lui scelti, una sorta di antologia di brani presi da opere diverse, mescolando uno pseudo linguaggio fiorentino d’epoca con espressioni venete. Il risultato lascia perplessi e ha nulla a che vedere con l’originale, ma il pubblico ride e dunque lo scopo è raggiunto.
Sullo sfondo di una scena fissa, dipinta, (creazione di Roberto Di Fresco) che suggerisce una distesa di campi aridi, mentre in primo piano l’ambientazione cambia di volta in volta grazie a pochi elementi mobili (una casupola, una mucca stilizzata, un fascio di spighe, il ferro di prua di una gondola), la drammaturgia si articola in tre diversi quadri: il primo incentrato sul tema dell’eros, fatto di sentimenti elementari dove l’amore fisico la fa da padrone. Il secondo mette al centro il tema della guerra che sconvolge la vita fatta di poche cose, ma comunque appagante, della povera gente. Il terzo, ispirato al Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo, denuncia lo spaesamento del reduce che, al suo ritorno da una guerra che per lui ha significato solo sofferenza e paura, si muove spaesato in una Venezia diventata città di mercanti. Ruzante ha perso tutto, non solo quei poveri beni di un tempo, ma anche l’amicizia di Menato e l’amore della sua donna che per sopravvivere ha scelto realisticamente di accompagnarsi a un altro uomo.
Il quotidiano fotografato da Ruzante, dove i poveracci sono sopraffatti dai potenti e l’ingiustizia regna sovrana, nello spettacolo si specchia nel nostro mondo con un’equivalenza che non scava troppo a fondo e anche ottunde quel sentimento tragico che fa grande lo scrittore padovano. Alla fine, dopo gli applausi, sollecitato da Balasso-Ruzante, tutto il pubblico balla al ritmo di una musica scacciapensieri.
Visto al Teatro Comunale di Bolzano il 26 novembre 2021