RUMOR(S)CENA – MILANO – Equilibrio Dinamico Dance Company, fondata a Bari nel 2011 dalla sua direttrice artistica Roberta Ferrara che nel 218 ha vinto l’Internazionales Solo Tanz DI Stoccarda, è una compagnia unica nel panorama italiano per avere costruito un suo repertorio di respiro internazionale. La compagnia festeggia il suo decennale debuttando per la prima volta a Milano al Teatro No ‘homa il 19 e 20 gennaio con lo spettacolo “Confini disumani”. Il nuovo lavoro si ispira al testo di Erri De Luca “Solo Andata” ed è una sorta di preghiera fisica, una denuncia, un quadro svilito della nostra società odierna dove nazione e patria si sgretolano a causa della mancata umanità che il mondo subisce. La prima versione dello spettacolo risale al 2016 e fino al 2018 ha realizzato il più importante tour internazionale della compagnia approdando a Città del Messico, Singapore fino ad arrivare negli Stati Uniti. L’onestà dei corpi e il potente coinvolgimento drammaturgico fanno di Confini Disumani un lavoro che porta lo spettatore a riflettere e a tratti a sentirsi colpevole del mancato valore etico e morale dell’essere umano.
Come spiega Campa di danza «I danzatori di Confini Disumani, guidati dalla coreografa Roberta Ferrara, hanno messo il pubblico di fronte ad una sfrontata e ripetuta frenesia, in cui anche il senso di appartenenza al proprio corpo viene meno. Da un quadro iniziale di gruppo, trii, assoli e duetti si susseguono a ritmi incalzanti in cui dramma, iperattività, senso di sradicamento da sé stessi vengono alla luce. Il problema attuale della nostra società è proprio la perdita del senso di appartenenza, l’essere migranti, profughi, privi di identità e quando queste condizioni arrivano a confini disumani allora scatta la follia, la frenesia continuativa. I danzatori, molto bravi e preparati tecnicamente, nonché dotati, sono stati molto incisivi in linea con la tematica drammaturgica senza concedere nessun momento di pausa, riflessione o speranza: forse c’era bisogno di mostrare il limite per poi sperare in una reazione quasi di esigenza liberatoria da parte del pubblico».
Nello spettacolo c’è di tutto: dalla marionetta alla maschera, al perdono, al lutto, alla maternità, al perduto (e non il paradiso). Ai limiti dell’incuria dell’umanità, alla Maria piangente, alla danza dei sufi, ai rituali di molti paesi. Come spiega la coreografa Roberta Ferrara. “ Con l’animo squassato ho applaudito e molto ringraziato di esser stata morsa e quel pezzo di Puglia, terra di taranta, che vive in me, mi ha portato a volerne parlare, per omaggio.” Si tratta di balletto moderno, non si danza la pizzica ma si danza per evocare storie e ce ne sono tante che incrociano quel mondo. Quello di de Martino che è stato consulente di Gianfranco Mingozzi per il documentario “La Tarantula” che è stato usato messo come sfondo al vorticare dei ballerini in un video clip celebrativo. La musica di Ludovico Einaudi, Gian Luca Garetti si ispira al libro di Paolo Pecere “Il dio che Danza”. Ma c’è anche altro come un documentario, quello di Cecilia Mangini: “Stendalì” con testo di Pier Paolo Pasolini sulle prefiche, su morte e canto rituale, di nuovo un testo di de Martino, e tutte le danze rituali. In “Confini disumani” c’è tutto questo, di antico e di perenne, ma anche un’umanità persa, quella dei confini, di un sud del mondo che è terra di frontiera che respinge, ma che è anche contenitore accogliente che metabolizza tutto, nel grido, nel canto, nella danza e nella memoria. Una suggestione reificata e di nuovo smaterializzata in questo breve gioco di montaggio che mette insieme il materiale girato allo spettacolo, e tutto quello che si muoveva sullo sfondo. I costumi sono di Roberto Colamorea, le luci di Roberto Colabufo. I danzatori sono Nicola De Pascale, Tonia Laterza, Serena Angelini, Anabel Barotte Moreno, Beatrice Netti, Camilla Romita, Antonello Amati.