Recensioni — 24/02/2022 at 17:19

I 7 contro Tebe: né vincitori né vinti

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RUMOR(S)CENA – CASALECCHIO DI RENO (Bologna) – I 7 contro Tebe è l’ultimo atto della trilogia che la compagnia I Sacchi di Sabbia ha messo in scena sull’immaginario greco, dopo Dialoghi degli Dei di Luciano di Samosata e Andromaca di Euripide. La tragedia di Eschilo inizia con l’esercito argivo alle porte di Tebe. I gemelli di Edipo, Eteocle e Polinice si erano accordati per regnare a turno, ma Eteocle, primo a regnare, esiliò Polinice, che stringe quindi un’alleanza con il Re degli Argivi per vendicarsi del fratello. La tragedia si chiude, se ci si ferma al puro testo di Eschilo, con la morte di Polinice ed Eteocle, che si scontrano alla settima porta di Tebe. Le Erinni, divinità della vendetta, della furia e del rimorso, hanno trovato soddisfazione.

Giovanni Guerrieri

Nel testo giunto a noi grande parte è attribuita al coro di donne, col quale dialogano i due personaggi, Eteocle ed il messaggero. Questo testo arcaico è affrontato da I Sacchi di Sabbia contrapponendo il pathos tragico, sottolineato dalla staticità di quest’opera, ad una leggera vena comica in alternanza continua. La scena è fissa: quattro sedie ed un treppiede su cui sono posati due scudi sovrapposti. Entrano Gabriele Carli e Enzo Iliano, lunghe tuniche nere e fazzoletto in testa, nelle vesti del coro delle donne tebane, preceduti da Giulia Gallo, nei panni della corifea. La corifea rimprovera il coro e lo incita a ribellarsi al ruolo di donne piangenti. In questa rappresentazione il quarto personaggio è l’autore, Eschilo, invocato dalla corifea, che entra in scena, in difesa della tragedia interpretato da Giovanni Guerrieri. Il coro, alternando serio e faceto, italiano e napoletano crea una successione di poetica tragica e fine comicità, cantilene lamentose ed improvvisi guizzi di malintesi, stupore e terrore, e con questa modalità pone domande essenziali.

Gabriele Carli Enzo Iliano, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri

Queste quattro figure in questa scena fissa non dissacrano la tragedia ma denunciano comicamente quei cliché in cui è stata più volte ingessata. Essi riscrivono il testo entrando ed uscendo da esso con un ritmo così dinamico da creare nell’immaginario del pubblico una mobilità scenica contrapposta alla staticità che esso vede davanti a sé. Eschilo parlava agli ateniesi dell’orrore della guerra attraverso il mito, la tragedia era insegnamento ora come allora. Il culto della guerra viene solennemente ribadito ma al tempo stesso irriso dall’uso di due pupazzi, che sosterranno l’insulso confronto. Lasciati i panni delle donne tebane, il coro, Carli e Iliano, imbracciano lo scudo, diventano Eteocle e Polinice per affrontare il duello finale, decisivo e tragico. La voce della corifea intona una ballata di Woody Guthrie (Don’t kill the Baby & the son) e ricrea il pathos che precede un duello. Antichità ed attualità si fondono attraverso queste note che sottendono l’atroce ritualità del fratricidio.

Alla fine la tragedia greca ha la meglio su qualunque irrisione, pare dica la compagnia, la catarsi si compie: i due fratelli si stringono in un corpo a corpo che si confonde con un abbraccio. Non c’è un vincitore. Non c’è un vinto. I Sacchi di Sabbia, nati nel 1995, fondono e riscrivono i linguaggi delle arti, fedeli alla tradizione e sempre alla ricerca di nuove soluzioni tra comico e tragico.

Spettacolo di prosa tratto da Eschilo

Uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica

con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano

produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi

co-produzione con I Sacchi di Sabbia

con il sostegno della Regione Toscana

Visto il 19 febbraio 2022 – Teatro Comunale Laura Betti, Casalecchio di Reno (Bologna)

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