Teatro, Teatrorecensione — 30/01/2012 at 17:42

A passi di danza per fare un salto di vita e sognare un’altra America

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Un campionario assortito di umanità in cerca di fortuna e successo, alla ricerca di una possibilità che permetta loro di cambiare vita – una meno deprimente –  e vincere il premio in denaro in palio. Sono uomini e donne che inseguono sogni e illusioni, come tanti miraggi, nel deserto di un immaginario collettivo a cui nessuno riesce a sottrarsi. Esseri umani deboli e “affamati” di vita, quella che non hanno mai avuto e sperano di trasformare. Uno spietato ritratto dell’America anni Trenta, uscita dalla profonda Crisi che aveva ridotto al lastrico milioni di americani, dove la gente si aggrappava a tutto, purché ci fosse una qualsivoglia opportunità di trovare un riscatto alla propria povertà. É quello che accade in una sala da ballo dove si disputano vere e proprie maratone di danza. Gare dove lo sfinimento ti conduce allo stremo fisico e psicologico da cui non ti rialzi più. Fatiche che anche un animale forte e robusto come un cavallo, non potrebbe sopportare. Non poteva esserci altro titolo di “Non si uccidono così anche i cavalli?” per raccontare cosa accade in uno spazio circoscritto di una sala dove si balla circondata dal pubblico che assiste ad una gara a coppie.

Lo ha fatto il Teatro Due di Parma unendo due realtà artistiche, quella del Collettivo, compagnia residente e quella del Balletto Civile di Michela Lucenti, assemblate insieme con l’intento di portare sulla pista da ballo, una storia che ha un illustre predecessore, il celebre film di Sidney Pollack (1969) con Jane Fonda, ricavato a sua volta dal romanzo di Horace McCoy. L’edizione per il teatro porta la firma di Gigi Dall’Aglio come regista e quella di Michela Lucenti per la scrittura scenica e lei stessa tra i protagonisti, voce solista dotata di un timbro vocale suadente e accattivante. L’entrata in sala dei partecipanti alla maratona assomiglia all’arrivo degli emigranti quando sbarcavano dalle navi giunte dall’Europa. Gente di estrazione povera con la valigia di cartone. Di tutte le nazionalità, credo religioso, coppie sposate, una donna incinta, un anziano marinaio. Americani  ma anche emigrati russi, accomunati dalla volontà di vincere. L’alternativa è l’indigenza più totale. Sono eccitati e l’atmosfera si surriscalda. Ogni partecipante viene pesato e declina le proprie generalità ad un’infermiera autoritaria che usa un frustino per sollecitare i partecipanti durante la gara, interpretata da Chantal Viola capace di esprimere il suo personaggio con una aderenza straordinaria, dove le parole sono scarne, ma le espressioni non verbali del viso, spiegano quanto cinismo circolasse in quel tipo di competizioni. I ballerini  non possono  mai fermarsi o cadere, pena l’esclusione e il ritiro. Vince la coppia che resta in piedi.

Ci si immerge da subito nell’agone della gara (il pubblico siede intorno alla pista che via via si trasforma in un’arena, in una specie di ring dove la fatica, il sudore, la tensione e la competizione emergono con evidente prepotenza fino a far scoppiare dinamiche molto tese e aggressive. Sono come tigri chiuse in una gabbia del circo dove il loro domatore non riesce a mantenere il controllo. Attori che diventano danzatori e viceversa. Il gruppo degli interpreti guidati da una regia brillante e piena di spunti interpretativi di Gigi Dall’Aglio, si lancia in una indiavolata competizione fatta di passi di danza, litigi, corse folli, pause dove ci si scontra, si litiga, ci si corteggia. Un piccolo spaccato di sociologia dei comportamenti umani. Sono bravi ad esprimere le debolezze caratteriali, la frustrazione e la ricerca esasperata di emergere.

Rosa Martinez è Michela Lucenti, la ballerina che lascia la gara per diventare una cantante di successo. Presenze sceniche di indubbia bravura, la recitazione curata nei minimi dettagli, sono tratti distintivi di tutto l’esito complessivo. Si distinguono i ruoli Alessandro Averone che veste i panni del presentatore-organizzatore, cinico quanto basta per gestire i partecipanti, di Nanni Tormen, un arbitro di gara che emana quasi un timore reverenziale per la sua autorità, Marcello Vazzoler un marinaio di lungo corso in cerca di un’ultima occasione di vita, consumata sull’impiantito della balera, dove morirà d’infarto. Laura Cleri, la moglie orgogliosa di voler vincere per dare un futuro al suo bambino, il corpo di ballo di Balletto Civile, i musicisti della piccola orchestra che animano le sessioni di danza, guidati da Gianluca Pezzino autore anche degli adattamenti musicali, e non da ultimo Carlo Massari, voce solista di grande temperamento. C’è l’intrattenimento dove lo spettatore viene coinvolto in prima persona, partecipa ai vissuti che si propagano per assonanze e la giusta misura di empatia, grazie al lavoro registico che si sofferma sulle storie di vita di ciascuno, alcune dolorose più delle altre, come quella di Gloria, una bravissima Paola De Crescenzo, la ragazza destinata ad un finale tragico, convinta dal suo pessimismo esistenziale nel cercare la morte e così sarà. Toccherà al suo partner (Luchino Giordana) scelto occasionalmente, a farsi convincere che un colpo di pistola sia la soluzione migliore. Il suo gesto gli varrà una condanna per omicidio. Dentro quella sala le problematiche di ognuno confonde tutto e tutti, buoni e cattivi, ambiziosi e remissivi. Si mescolano e rimbalzano sul pubblico. Il pensiero corre ad una certa televisione commerciale di oggi, dove lo sfruttamento di inesistenti talenti che appaiono e scompaiono nell’arco di tempo di un reality show, costruito sull’illusione che tutti possono diventare famosi.

 

 

Non si uccidono così anche i cavalli?
traduzione e adattamento Giorgio Mariuzzo
regia Gigi Dall’Aglio
con Roberto Abbati, Alessandro Averone, Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Cristina Cattellani, Ambra Chiarello, Laura Cleri, Andrea Coppone, Paola De Crescenzo, Massimiliano Frascà, Francesco Gabrielli, Luchino Giordana, Francesca Lombardo, Michela Lucenti, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Chiara Taviani, Nanni Tormen, Marcello Vazzoler, Chantal Viola
adattamento musicale / pianoforte Gianluca Pezzino
clarinetto / sax Paolo Panigari
contrabbasso Francesca Li Causi
batteria Gabriele Anversa
voce Carlo Massari
direzione allestimento Mario Fontanini
costumi Marzia Paparini
fonica Andrea Romanini
direzione di scena Chantal Viola
luci Luca Bronzo

Fotografie di scena di Marco Caselli Nirmal

Visto al Teatro Due di Parma il 22 gennaio 2012

In scena fino al 5 febbraio

 

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