RUMOR(S)CENA – BOLZANO – La tutela delle fonti e del diritto dei cittadini ad essere informati va difesa. La libertà d’informazione è sempre più a rischio, e non solo, anche la democrazia che si basa sull’articolo 21 della Costituzione. La minaccia arriva dalle querele bavaglio utilizzate per impedire di pubblicare le inchieste. È necessario difendere la qualità del lavoro dei giornalisti, specie per chi esercita la professione da precario, ancor meno tutelati. Il diritto di cronaca viene costantemente minacciato. L’Italia si trova al 58°posto nelle graduatorie internazionali per la libertà di stampa e questo primato negativo è un serio problema dell’ordinamento democratico. Non dobbiamo stancarci di segnalarlo alla luce di quanto è anche accaduto nei confronti della redazione del programma Report di Rai 3, dove sono state individuate le fonti utilizzate per le inchieste, senza averne diritto. Svelare chi ha contattato i giornalisti per segnalare un fatto accaduto, è un grave precedente che potrebbe far decidere di auto censurarsi e impedire la conoscenza della verità. La difesa del segreto professionale è una garanzia per la libertà dell’informazione. Pedinamenti e intercettazioni illegittime per individuare le fonti è un fatto accaduto, ad esempio, a Paolo Bondani di Report che stava lavorando all’inchiesta sulle stragi di Capaci , Falcone e poi Borsellino. Non è solo il lavoro giornalistico ad essere minacciato ma tutti i cittadini e le cittadine che vengono private del diritto di sapere. Riguarda tutti e non è solo un problema per la difesa della categoria. Non ultimo l’annoso problema del precariato che non si vuole affrontare seriamente a tutela di chi lavora per pochi euro e senza garanzie di mantenere il proprio posto nelle redazioni.
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