Fatzer Fragment/Getting Lost Faster di Bertolt Brecht con la regia di Fabrizio Arcuri è andato in scena lunedì 6 febbraio in prima nazionale a Torino. Rumor(s)cena era presente al suo debutto in una sera di gelo e freddo che stringeva la città. La nuova produzione è stata presentata nello spazio della Cavallerizza Reale – Maneggio, alla presenza di un folto pubblico. L’allestimento si è avvalso di effetti spettacolari e molti artifici di cui daremo ampio spazio nella recensione che verrà pubblicata nei prossimi giorni. Archiviata la prima, lo spettacolo viene replicato martedì 7 e mercoledì 8 febbraio. Dal 10 al 12 il testimone passerà a Kill Your Darlings! Streets of Berladelphia scritto e diretto da René Pollesch . I due spettacoli sono il risultato di un progetto di collaborazione biennale che ha gemellato la Fondazione del Teatro Stabile di Torino e la Volksbühne am Rosa-Luxemburg Platz di Berlino, con il finanziamento del Fonds Wanderlust della Fondazione Culturale Federale tedesca. Il progetto tra lo Stabile e la Volksbühne si è articolato in una serie di attività congiunte tra Torino e a Berlino, a partire dal 2010: incontri, dibattiti, approfondimenti teorici sulla drammaturgia contemporanea e uno scambio didattico per gli studenti della Scuola per Attori dello Stabile torinese, e il sostegno offerto dal Goethe-Institut di Torino. Fatzer Fragment di Bertolt Brecht, il testo incompiuto più famoso del grande drammaturgo tedesco, conosciuto in Italia grazie al montaggio che Heiner Müller fece delle oltre 500 pagine di appunti e di bozze lasciate da Brecht. In occasione delle recite a Torino dei due spettacoli, dal 6 al 12 febbraio 2012, sarà organizzato un programma di iniziative dal titolo:
Dappertutto è l’uomo! Brecht_Camp 2
Teatro, cinema, fotografia e riflessioni: una settimana di iniziative a Torino in omaggio al drammaturgo tedesco.
La manifestazione comprende la mostra Essere deboli è umano e perciò deve cessare con fotografie di Eva Frapiccini e Franziska Hauser, la proiezione del lungometraggio Kuhle Wampe oder wem gehört die Welt, la rassegna di cortometraggi Norme per la rivoluzione curata da Bruno Di Marino e un convegno internazionale. Gli allievi della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino – diretta da Valter Malosti – che hanno preso parte al progetto produttivo con seminari e laboratori realizzati a Berlino e a Torino presenteranno un nuovo allestimento dal titolo:
Frammenti di un discorso politico
Esercizi di recitazione da Heiner Müller, Bertolt Brecht, Botho Strauss, Peter Weiss,
Friedrich Schiller, Georg Büchner e da Materiali per una tragedia tedesca di Antonio Tarantino a cura del regista Carmelo Rifici, che andrà in scena alla Cavallerizza Reale, Manica Corta il 9 febbraio 2012, alle ore 20.45 (con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili).
FATZER FRAGMENT / GETTING LOST FASTER
di Bertolt Brecht
traduzione e consulenza drammaturgica Milena Massalongo
versione per la scena Magdalena Barile
con (in ordine alfabetico) Matteo Angius, Alessandra Lappano, Francesca Mazza, Beppe Minelli, Paolo Musio, Mariano Pirrello, Werner Waas e con Enrico Gaido, Marta Montevecchi
musiche composte ed eseguite dal vivo da Luca Bergia e Davide Arneodo (Marlene Kuntz)
elementi performativi Portage
regia Fabrizio Arcuri
scene Gianni Murru
disegno luci Diego Labonia
video Lorenzo Letizia
costumi e assistente alla regia Marta Montevecchi
Fondazione del Teatro Stabile di Torino nell’ambito della partnership teatrale con la Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz di Berlino Fatzer geht über die Alpen, promossa dal Fonds Wanderlust della Fondazione Culturale Federale tedesca
«Affrontare il FATZER di Bertolt Brecht – scrive Fabrizio Arcuri – significa scontrarsi con una vera e propria palestra di scrittura – cancellature, aggiustamenti, frammenti irrisolti – con la chiara e netta sensazione di non poterne venire a capo. Brecht scrisse ricercando una nuova forma drammaturgica, aperta, ma questo suo percorso si spinse tanto in profondità da condurlo alla scrittura di un’opera che, per sua stessa ammissione, finì per diventare, pagina dopo pagina, irrapresentabile. Fatzer stesso non è un personaggio vero e proprio, ma un’identità che riunisce in sé molteplici funzioni, proprio come accade ad Ulisse nell’Odissea vedendo le proprie identità variare dall’eroe astuto al vendicatore o, in certi canti, al solo e semplice narratore; ruoli identitari che appaiono e scompaiono, rendendo impossibile rintracciare unità psicologiche. FATZER è un testo che parla di se stesso e dialoga con le sue parti, ma la sua natura incompiuta e frammentaria ha favorito la scelta di un approccio più teorico e meta-testuale, che si adatta alla portata rivoluzionaria non solo dei contenuti ma della forma stessa. Per queste ragioni, nella scelta dei frammenti abbiamo a volte trascurato scene di situazione, chiamiamole “chiuse” a favore di tutti quei pezzi di discorso, quei cori potenti – che ora esaltano, ora analizzano le azioni umane e poi altrettanto umanamente si contraddicono – e soprattutto abbiamo favorito quei brani di commentario, che da soli, con la loro struttura dialettica, suggeriscono talvolta più possibilità drammaturgiche delle scene scritte per la rappresentazione. Abbiamo deciso, ad esempio, di lasciare che il testo si riferisse ad un concetto di guerra più generale, eliminando i riferimenti diretti alla Prima Guerra Mondiale: ciò che abbiamo ritenuto importante è stata la necessità di restituire il dialogo con la contemporaneità che è alla base del FATZER. Il periodo storico che fece da sfondo e contrappunto alla scrittura di Brecht, ebbe una sua innegabile importanza, a tutti i livelli: a quell’epoca la democrazia in Europa era già esplosa nei suoi risultati più estremi: il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e in Russia l’involuzione autoritaria del regime sovietico; un periodo nero, dove le speranze di realizzare “quella semplice cosa così difficile da realizzare” erano ridotte quasi a zero ed era quindi inevitabile che il drammaturgo tedesco seminasse per tutto il testo questo diffuso senso di ineludibile sconfitta. Un fallimento che viviamo tutt’oggi, fronteggiando quotidianamente il vuoto, tutto da colmare, che separa l’individuo dallo Stato. Il panorama dentro cui si presenta il nostro Fatzer è quello degli ultimi vent’anni: piazza Tienanmen, Torri gemelle, la morte di Carlo Giuliani, gli scontri di Genova, quelli di Roma e quelli della prossima manifestazione in qualche angolo del mondo. È evidente che ci troviamo ormai di fronte a nuove e continue frustrazioni, fallimenti delle nostre dichiarate necessità, o forse del reale valore che esse hanno per noi. La nostra natura non contempla vera pluralità, se non per convenienza, e spesso le nostre ribellioni non sono altro che il primo seme di un nuovo nemico. La verità, come viene detto chiaramente nel FATZER, è che “l‘Uomo deve cessare di esistere”. Sembra l‘Apocalisse, ma in realtà è solo una speranza. Quella di non fallire, ancora».
Torino, Cavallerizza Reale – Maneggio
10 – 12 febbraio 2012 | prima nazionale
KILL YOUR DARLINGS! STREETS OF BERLADELPHIA
di René Pollesch
con Fabian Hinrichs
Coro Eduard Anselm, Johanna Berger, Christin Fust, Hannes Hirsch, Emma Laule, Ronny Lorenz, Martina Marti, Fynn Neb, Rudolph Perry, Simone Riccio, Nicola Rietmann, Paula Schöne, Anna Smith, Lukas Vernaldi e Claudia Vila Peremiquel
regia René Pollesch
scene e costumi Bert Neumann
luci Frank Novak, Torsten König
drammaturgia Henning Nass
Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz nell’ambito della partnership teatrale con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino Fatzer geht über die Alpen, promossa dal Fonds Wanderlust della Fondazione Culturale Federale tedesca
René Pollesch è stato definito per lungo tempo l’enfant terrible del teatro tedesco. Questo è dipeso sia dal suo modulo drammaturgico, innovativo ed enigmatico, sia dal contenuto impegnato e spesso ideologico delle sue opere. Pollesch s’inserisce in quella generazione attuale di autori politici che tentano con il loro teatro di dare un’immagine diretta e critica della realtà. Pollesch ha sempre scelto coraggiosamente di occuparsi di temi scottanti, vicini all’attualità dei giorni nostri, dando voce alla sua personale critica alla globalizzazione e, in modo particolare, alla mercificazione globale di tutti gli aspetti della nostra vita. Proprio per questa varietà di temi, l’autore e regista tedesco ha spesso scelto di utilizzare per la sua scrittura la forma del frammento: le sue opere sono un collage di pezzi di teatro, che seguono una combinazione libera e miscelano elementi differenti, quali citazioni di film d’autore, fatti accaduti presi dall’attualità dei giorni nostri, o semplici, ma diretti slogan pubblicitari. Ad una prima lettura o visione dell’opera polleschiana, si rimane sbigottiti, quasi schiaffeggiati, dalle varie immagini con cui veniamo bersagliati e costretti a riprendere da soli, quello che l’autore ha voluto trasmetterci. La scelta della Volksbühne di affidare a lui la regia di un testo complesso quale è il Fatzer di Brecht è stata dunque piuttosto inevitabile, ma ha inevitabilmente condotto Pollesch alla scrittura di un testo nuovo, che potesse effettivamente esplicitare il frutto del suo studio e del suo lavoro sull’opera incompiuta di Brecht.
Recite FATZER FRAGMENT / GETTING LOST FASTER: lunedì 6 febbraio 2012 ore 20.45, martedì 7 febbraio, ore 19.30; mercoledì 8 febbraio, ore 20.45.
Recite KILL YOUR DARLINGS! STREETS OF BERLADELPHIA: venerdì 10 e sabato 11 febbraio 2012, ore 20.45; domenica 12 febbraio, ore 15.30.
Biglietteria del Teatro Stabile di Torino|Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino – dal martedì al sabato, dalle ore 13.00 alle ore 19.00. Domenica e lunedì riposo. Tel. 011/5176246 – Numero Verde 800.235.333
Biglietteria Teatro Regio | Teatro Stabile – Piazza Castello 215, Torino – da martedì a venerdì, dalle ore 10.30 alle ore 18.00 – sabato dalle ore 10.30 alle ore 16.00. Domenica e lunedì riposo.
Tel. 011 8815241 – 242.
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