7 SCENE D'ITALIA — 26/01/2023 at 23:02

7 Scene d’Italia: La Giornata della Memoria

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RUMOR(S)CENA – ROVERETO – Venerdi 27 gennaio 2023 alle ore 20.45 va in scena al Teatro Zandonai di  Rovereto Aktion T4. Regia Michele Comite / Drammaturgia Laboratorio di storia di Rovereto / Con Collettivo Clochart / Coreografie Hillary Anghileri & Michele Comite / Musica dal vivo Daniela Savoldi / Scenografie Sergio Debertolis / Costumi Collettivo Clochart / Light Design Guido Girardi / Partner Coop La Rete. Fin dal 1939 in Germania era in corso il programma di eutanasia dei malati psichici e dei disabili, definiti come “gusci umani vuoti” e destinati all’eliminazione mediante soppressione. In alcuni manicomi tedeschi venivano portati i malati come ad Zwiefalten, nel Badenwuerttenberg che fungeva da smistamento per poi inviarli al centro di annientamento di Grafeneck. A nessuno compresi i loro parenti venne permessa la possibilità di scegliere fra il restare in Italia e l’andare in Germania. Persone di estrazione sociale diverse: agricoltori, contadine, operai, artigiani, frati cappuccini, uno studente di un seminario, un ingegnere, un capostazione, un insegnante. La maggioranza è cattolica, due donne sono di religione ebraica. Quasi tutti erano da tempo ricoverati a Pergine, 30 provenivano dalla colonia agricola di Vàdena, 23 dall’Istituto di Nomi, alcuni da Udine e Gemòna. Gusci umani vuoti, un racconto teatrale di uno degli episodi più drammatici e crudeli (e anche dimenticati) della storia del Novecento trentino. Tra il 25 e il 26 maggio del 1940, 299 uomini e donne di lingua tedesca ricoverati nel manicomio regionale di Pergine (classificato come ospedale psichiatrico) che aveva giurisdizione su tutto il Trentino Alto Adige furono deportati di notte in Germania.

La crudele decisione fu concordata dalle autorità militari e civili naziste e fasciste tedesche e italiane nel quadro delle “opzioni esercitate dagli allogeni a favore del Terzo Reich” e del programma di eugenetica “Aktion T4”, avviato nel 1939 e inizialmente rivolto solo ai bambini con deformazioni e disabilità. Mirava all’eliminazione metodica dei neonati con problemi fisici o mentali. Il programma prevedeva l’eliminazione di 300 mila persone disabili iniziando dai bambini, che furono le prime vittime dell’operazione T4 chiamata così perché l’ente nazista per la salute e l’assistenza sociale di Berlino si trovava in Tierga tenstrasse 4. Si procedeva a sterilizzare persone affette da disabilità per impedire di riprodursi, isolare e segregare sia bambini che adulti per evitare che potessero vivere inseriti nella società e ancor più atroce erano destinati a diventare cavie di esperimenti scientifici per poi essere soppressi. Il giurista Karl Binding, si espresse per la loro eliminazione: “Costoro non hanno né la volontà di vivere né quella di morire. Per questo, né da un punto di vista giuridico, né sociale o morale o religioso, c’è alcun motivo per non acconsentire all’uccisione di questi esseri. In tempi di più alta moralità – nei nostri, invece, ogni forma di eroismo è andata perduta – si sarebbero liberati d’ufficio questi poveri esseri dalla loro stessa vita”.

La documentazione da cui è stato tratto “Gusci umani vuoti” è tratta da “Il diradarsi dell’oscurità“ (volume 1/1939-1941) realizzato dal Laboratorio di storia di Rovereto: tre volumi di 1400 pagine che raccontano il Trentino e i trentini nella seconda guerra mondiale. Una ricerca negli archivi pubblici e privati di tutto il mondo. Un accurato lavoro di documentazione che ha permesso di riscoprire dall’oblio storie drammatiche come quella dei malati di mente di Pergine. Tra le tante testimonianze di quanto accaduto gli autori hanno scelto anche quella di un’infermiera che lavorava nell’ospedale psichiatrico dove furono deportati dall’Italia i pazienti.

«Quando nell’agosto 1940 tornai dalle vacanze, undici dei miei pazienti non c’erano più, ma nessuno sapeva dove fossero stati portati. Credevamo che li avessero trasferiti in un manicomio in cui sarebbero stati curati bene. Ma quando l’8 novembre 1940 sparì un secondo gruppo di donne e ci vedemmo riconsegnata la loro biancheria in condizioni pietose, come fosse stata strappata, diventammo sospettose. Il terzo trasporto di donne ebbe luogo il 9 dicembre 1940. Fu particolarmente difficile per noi infermiere consegnare queste pazienti, di cui ci eravamo occupate per anni, come fossero bestie destinate a una morte che reputavamo quasi certa. Gli addetti ai trasporti giungevano da Berlino ed erano donne e uomini rudi e spaventosi: afferravano bruscamente i pazienti e li immobilizzavano nelle vetture, a volte addirittura con catene. Le ambulanze non si presentavano all’entrata principale, ma arrivavano prima dell’alba nel cortile interno – dove venivano radunati i degenti selezionati – e sempre prima dell’alba lasciavano l’ospedale. I pazienti cominciarono a capire cosa stava loro per succedere e piangevano, a volte urlavano anche. Una donna che era stata trasferita dal reparto alla cosiddetta casa di campagna, da dove partivano i trasporti, disse: «So cosa mi aspetta». Prima che la portassero via, chiese un dolcetto come regalo di addio. Tempo dopo la sua deportazione, alla sorella fu comunicato che la paziente era morta di dissenteria».

www.collettivoclochart.it

www.teatro-zandonai.it

RUMOR(S)CENA – FERRARA – Dal 28 gennaio al 25 febbraio 2023, Rai 5 trasmette cinque appuntamenti con il teatro di Moni Ovadia, direttore generale del Teatro Comunale di Ferrara. All’ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” assolutamente peculiare, che deriva dalla sua formazione di cantante di musica popolare e alla successiva dedizione al teatro, il canale culturale Rai dedica un ciclo di spettacoli che andrà in onda ogni sabato. Filo conduttore degli spettacoli – ma anche della vastissima produzione discografica e libraria di Ovadia – è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui Ovadia si sente figlio e rappresentante. In un’immersione continua di lingue e suoni diversi, ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, si fa memoria per il futuro. Il 28 gennaio (ore 21.20) il primo appuntamento è con Binario 21, dal poema di Yitzhak Katzenelson “Il canto del popolo ebraico massacrato”, con la regia di Felice Cappa, l’interpretazione di Moni Ovadia e la testimonianza di Liliana Segre. Lo spettacolo restituisce la memoria dello sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, segnando uno dei momenti più tragici della nostra storia. Il 4 febbraio (ore 22.20) segue lo spettacolo Oylem Goylem. L’11 febbraio (ore 21.20) sarà la volta dello spettacolo La bella Utopia. il 18 febbraio (ore 21.20) verrà trasmesso Kavanàh. L’ultimo appuntamento del 25 febbraio (ore 21.20), sarà con Es iz Amerike.

www.teatrocomunaleferrara.it

Moni Ovadia crediti di Marco Caselli Nirmal

RUMOR(S)CENA – CAMPOSAMPIERO . Per la Giornata della Memoria il Teatro Ferrari, propone un importante appuntamento, adatto ad un pubblico a partire dagli 11 anni. Come si può raccontare l’orrore della Shoah anche ai giovanissimi? Il Teatro offre un prezioso strumento: sabato 28 gennaio alle 21 andrà in scena “Fino a quando la mia stella brillerà” dal libro di Liliana Segre edito da Mondadori. In scena Margherita Mannino, guidata dalla regia di  Lorenzo Maragoni, drammaturgia di Daniela Palumbo, musiche originali di Filippo Cosentino, ci racconta la storia dolorosa ed indimenticabile di Liliana Segre, che a soli 13 anni viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz. Una storia di cui il mondo deve farsi portatore per tramandare quello che è stato e che non deve mai più accadere. Un racconto che nasce dalla personale esigenza di aiutare coscienze, anche le più giovani, a familiarizzare con fatti dolorosi che fanno parte del nostro passato attraverso gli strumenti più adatti. Lo spettacolo è prodotto da MILK srl e La Piccionaia.

www.piccionaia.org

www.piccionaia.org

RUMOR(S)CENA – BOLOGNA – La stagione della Baracca Teatro Testoni Ragazzi 2023 inizia con Sassolino, una coproduzione per celebrare il Giorno della Memoria, frutto della sinergia tra La Baracca – Testoni Ragazzi e il Teatro del Baraccano, con la preziosa collaborazione di Caissa Italia Editore e Museo Ebraico di Bologna. Una coproduzione de La Baracca – Testoni Ragazzi e Teatro del Baraccano Con la collaborazione di CAISSA Italia editore e Museo Ebraico di Bologna. 27 e 28 gennaio ore 20.30. 29 gennaio ore 17. 26 gennaio ore 18 incontro gratuito con l’illustratrice Inga Dagilė. Sassolino è uno spettacolo di teatro e musica sulla Shoah, ispirato all’omonimo albo illustrato scritto da Marius Marcinkevičius e illustrato da Inga Dagilė, edito da Caissa Italia. Premiato come Miglior libro 2020 da IBBY Lituania e nominato alla Bologna Children’s Book Fair e al Nami 2021, il libro è incluso nella Honour List IBBY 2022. Scritto e diretto da Bruno Cappagli de La Baracca – Testoni Ragazzi, lo spettacolo vede in scena due narratori che, oltre a raccontare la storia, interpretano i due protagonisti Rivka e Eitan. Con loro un quintetto musicale dell’Orchestra del Baraccano diretto da Giambattista Giocoli, il cui accompagnamento dona pathos e profondità al racconto. Le musiche eseguite sono di Arnold Schoenberg e Darius Milhaud, due compositori di origine ebraica, mentre le bellissime illustrazioni di Inga Dagilė faranno da corollario poetico a questa struggente storia d’amore e d’amicizia. Oltre agli spettacoli serali e alle repliche riservate alle scuole, il 26 gennaio alle ore 18 si svolgerà un incontro gratuito e aperto a tutti con l’illustratrice dell’albo, Inga Dagilė, che arriva dalla Lituania, grazie al contributo dell’Istituto Lituano di Cultura.

www.testoniragazzi.it

RUMOR(S)CENA – ROMA – L’Altrove Teatro Studio Teatro della Yod celebra la Giornata della Memoria con uno spettacolo- evento, SCIABBADAI, scritto e diretto da Gabriele Marcelli, in scena lunedì 30 gennaio alle ore 17 e 20 Autunno ’43. Lino Colombo, un ebreo romano scampato alla razzia del 16 ottobre, si rifugia nella chiesa di un piccolo paese circostante. Fino al 1938 è stato un attore, cantante e cabarettista, tra i più celebrati nei teatri romani e nazionali. Le leggi razziali gli hanno impedito di proseguire il suo lavoro annichilendo la sua vicenda personale ed artistica. L’incontro con due anime ugualmente enigmatiche e solitarie lo aiuterà a riscoprire una forza che credeva perduta per sempre. Scritto e diretto da Gabriele Marcelli con Luigi Pisani, Luigi Criscuolo, Jonah Marcelli, assistente: Ludovica Iacoangeli.

www.altroveteatrostudio.it

RUMOR(S)CENA – GRUGLIASCO – Venerdì 27 gennaio alle ore 21:00 va in scena al Teatro Le Serre di Grugliasco lo spettacolo 8 passi tra il fumo dei campi, il lavoro teatrale tratto dal delicato e intenso testo di Alfonso Cipolla, realizzato per la Giornata della Memoria e che unisce sullo stesso palco le maestranze di Viartisti 2.0 Camaleonte, Associazione Musica Insieme, Compagnia Mixit e Istituto per i beni marionettistici e il teatro popolare. Difficile immaginarlo, ma la musica scandiva la vita dei lager e dei prigionieri. Non era un’attenuazione dell’orrore ma semmai, per contrasto, una sua esaltazione. C’erano orchestre, bande, singoli musicisti. A suonare erano solo internati, che in tal modo potevano avere qualche speranza di vita maggiore. La musica poteva essere ovunque. “Lo spettacolo è il risultato di una bella collaborazione – spiegano gli enti coinvolti – Musica, danza, teatro; Elena, Denise, Pietra in dialogo rigoroso e autentico, per la creazione di un momento teatrale di testimonianza e ricordo nel rispetto dell’immensa tragedia della Shoa”. La musica nei lager accompagnava le marce, le impiccagioni, i deportati destinati alle camere a gas e ai forni crematori. Musica per coprire il silenzio, l’annichilimento, il sopruso per l’annientamento fisico e morale. Ma musica anche, nell’intimo, come baluginio di bellezza e di speranza. Alfonso Cipolla, partendo da questo presupposto, offre un tessuto narrativo, come lui stesso scrive, “alla musica e alla danza che insieme e forse più delle parole possono trasmettere quello sgomento che mai deve essere sopito e andare così oltre ad una retorica che può correre il rischio d’apparire scontata”. L’evento è a ingresso gratuito.

www.cirkovertigo.com

RUMOR(S)CENA – RAVENNA – “Se questo è Levi”. Da giovedì 26 a sabato 28 gennaio la sala del Consiglio comunale di Ravenna (piazza del Popolo 1) ospiterà lo spettacolo teatrale di Fanny e Alexander intitolato “Se questo è Levi” (Premio Ubu speciale 2019), inserito nell’ambito del progetto teatrale e laboratoriale “Lo spazio della Memoria” a cura di E Production, con la compartecipazione dell’assessorato alla Cultura e il sostegno di Ravenna Teatro. A partire dai documenti audio e video delle teche Rai, l’attore Andrea Argentieri (Premio Ubu 2019 come miglior performer under 35) vestirà i panni dello scrittore Primo Levi, assumendone la voce, le gestualità, le posture, i toni, i discorsi in prima persona. Un incontro a tu per tu, in cui lo scrittore, a partire dal vincolo di verità che lo ha ispirato nelle sue opere, testimonia la sua esperienza nei lager con una tecnica di testimonianza lucidissima, di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile a partire dal perimetro apparentemente sereno della ragione. Lo spettacolo sarà proposto nelle giornate di giovedì 26 gennaio (alle 10 e alle 11.30), venerdì 27 gennaio (alle 11) e sabato 28 gennaio (alle 9) per gli studenti e le studentesse delle scuole medie e superiori di Ravenna; venerdì 27 gennaio e sabato 28 gennaio, alle 18, sarà invece aperto al pubblico previa prenotazione obbligatoria (per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere a info@e-production.org o telefonare al numero 349/5824266).

www.comune.ra.it/news/giorno-della-memoria-le-iniziative-a-ravenna-per-non-dimenticare-le-vittime-della-shoah/

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