Chi fa teatro — 14/02/2012 at 00:50

Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan in Romeo e Giulietta secondo Valerio Binasco. Teatro Smeraldo Milano

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Lui cappelli arruffati e ondulati che incorniciano un viso del quale la prima cosa che noti sono gli occhi. Lei occhi vispi da scoiattolo, corporatura minuta che sprizza energia, capelli lisci e sparati verso l’alto come va di moda adesso. Sono Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan , i due novelli “Romeo e Giulietta” di oggi, italiano meridionale lui (come tiene a precisare) turca lei, diversi per estrazione culturale e per formazione. Attore di successo soprattutto di cinema lui e attrice principalmente di teatro lei, impegnata in Italia da tanti anni. Entrambi scelti da Valerio Binasco , uno dei più apprezzati registi della nuova generazione, per interpretare “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, in scena dal 14 al 19 febbraio al Teatro Smeraldo di Milano. Spettacolo che è valso proprio a Valerio Binasco “Il premio Ubu 2011” per la miglio regia mentre a Riccardo Scamarcio il Premio Flaiano. A Filippo Dini, nei panni di Frate Lorenzo è andato invece “Il Premio le Maschere del Teatro 2011”, come migliore attore protagonista.

 

Durante una conferenza stampa rapida come una iniezione tenuta da Scamarcio e dalla Ozdogan al Teatro Smeraldo di Milano (si sa che l’attore non ama darsi troppo ai giornalisti), c’è stato comunque il tempo per capire quanto i due giovani attori vivano effettivamente questo spettacolo, come un momento importante della loro vita sia personale che professionale.

Interpreto il personaggio di Romeo già da un anno e mezzo e solo adesso posso dire di essere entrato effettivamente in questo ruolo – ha detto Scamarcio – Perché in teatro il momento in cui un attore esprime veramente il personaggio, è quando riesce a dimenticare se stesso, perché il proprio ego cerca sempre di emergere nel rapporto con il pubblico”.

E in effetti per una star cinematografico come Scamarcio interprete di tanti importanti film con Giordana, Rubini, Ozpetek, Placido e molti altri registi internazionali, oltre ad essere considerato sex symbol da migliaia di sue fans del genere femminile, dimenticarsi di se stesso e del proprio lusinghiero successo nello star system, non deve essere stato molto facile in questa esperienza teatrale.

Per me è stato importantissimo studiare in questo testo di Shakespeare il rapporto tra il personaggio e l’assoluto, è il destino che lo fa innamorare – prosegue Scamarcio -,  il teatro può diventare un luogo metafisico in cui si è strumento di una energia che non possiamo controllare. Per questo mi è piaciuto compiere questo viaggio dentro me stesso e dentro il personaggio di Romeo”.

Del resto la regia di Binasco e il grande lavoro psicologico compiuto con gli attori, è stato quello di far vivere loro l’attualità del testo, basandosi sulle teorie di Renè Girard, critico letterario e antropologo francese il quale ha sviluppato l’idea che ogni cultura umana è basata sul sacrificio come via d’uscita dalla violenza mimetica cioè imitativa tra rivali e sul meccanismo del capro espiatorio. Come succede in Romeo e Giulietta di Shakespeare in cui la morte dei due giovani amanti è il capro espiatorio della violenza nata dalla rivalità tra famiglie diverse per cultura e posizione sociale.

La cosa che più mi attira in Romeo e Giulietta – spiega il regista Binasco – è la crudeltà spesso involontaria ma ancor più spesso consapevole che nasce dall’imbecillità umana. A parte i due protagonisti in qualche modo salvati dall’innamoramento e dall’innamoramento convertiti al pacifismo, tutti gli altri si muovono minacciosi verso il domani dell’umanità. Abbiamo visto tutti che bella carriera hanno fatto e stanno facendo nella storia gli imbecilli violenti e quale pessima gli innamorati pacifisti. All’epoca di Shakespeare è probabile e che lo shock morale della morte di due innocenti fosse sufficiente a fermare una escalation di stragi. Oggi non funziona più – conclude il regista – I capri ammazzati sono capri morti e basta, di espiatorio non si vede nulla. Ma forse anche le famiglie di Romeo e Giulietta si salvano dalla strage reciproca ma non dall’accidia che fa fermentare il nulla e il vuoto della provincia”.

 

Deniz Ozdogan , attrice di Istanbul, recita da quando aveva cinque anni, mamma medico e padre ingegnere, è arrivata in Italia ha studiato all’Accademia Silvio D’Amico, ha conosciuto Strehler, non ha potuto lavorare con Ozpetek che l’aveva chiamata in “Saturno contro” perché non aveva ancora il permesso di soggiorno ma poi ha sposato un attore italiano Andrea Collavino conosciuto mentre recitavano il “Gabbiano” di Cechov, e fortunatamente i problemi sono finiti. E’ lei la Giulietta dai capelli corti, altro che lunga treccia da gettare giù dal balcone.

Il mio rapporto con questo testo è molto simbiotico. Ogni volta che comincia e si parla della lotta tra famiglie di pari dignità che versano sangue, penso alla Turchia e all’attualità che ogni giorni nascono figli che vogliono vendicare la morte dei lori padri e delle loro madri, penso alla violenza che ha attraversato questo paese. Per fortuna in Italia non è così”.

La sua Istanbul la ricorda imbastardita di culture diverse. Ricorda di essere cresciuta in un “casino totale” quando al governo c’ era l’ esercito accanto a una democrazia finta. In seguito il nuovo capitalismo nelle mani degli islamici era entrato in rotta di collisione con l’ esercito, e questa situazione aveva provocato un vuoto di potere e una mancanza di controllo nell’ arte. Ma la sua Giulietta è la più sexy, sfrontata, sfacciata, infantile, erotica, adorabile e fuori dalle righe che si possa ricordare sulla scena.

 

Teatro Smeraldo dal 14 al 19 febbraio 2012 ore 20.45 domenica

 

traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco

 

con Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Andrea Di Casa,

Simone Luglio, Gianmaria Martini, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa,

Nicoletta Robello, Marcela Serli, Roberto Turchetta

e con Milvia Marigliano

 

scene Carlo De Marino

costumi Sandra Cardini

luci Pasquale Mari

musiche originali Arturo Annecchino

regista collaboratore Nicoletta Robello

 

regia Valerio Binasco

Premio Ubu 2011 migliore regia

 

 

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