RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Fiammetta Borsellino è la minore dei tre figli di Agnese e Paolo Borsellino. Quando nel 1992 il magistrato fu assassinato a Palermo insieme alla sua scorta lei aveva 19 anni e si trovava in Thailandia, una vacanza lontana per qualche tempo dalla sua vita blindata, fatta di scorte e paura. «Amo ricordare di mio padre quella sua incredibile capacità di non prendersi mai sul serio ma al tempo stesso di prendersi gioco di taluni suoi interlocutori. Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente e ne sono sicura lo avrebbero accompagnato ancora in questo particolare periodo storico, in cui l’illegalità e la corruzione continuano ad essere fenomeni dilaganti nel nostro paese». Fiammetta ha un fratello e una sorella, Manfredi Borsellino commissario di Polizia, e Lucia Borsellino.
Per la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, si è svolto al Teatro Cristallo di Bolzano (rappresentato dal presidente Andrea Grata e dalla direttrice Gaia Carolli), l’incontro – dibattito nell’ambito di “Educare alla giustizia” alla presenza di Fiammetta Borsellino e di Giuseppe Spadaro, magistrato del Tribunale dei Minori di Trento e presidente della sezione Trentino Alto Adige dell’Associazione nazionale magistrati, oltre a rappresentanti di Libera, Unicef Bolzano. “Fiammetta Borsellino racconta papà”: questo il titolo dato per dialogare su Cosa Nostra e sull’importanza di fare il proprio dovere con onestà per sconfiggere tutte le mafie. A trent’anni dalla strage di via D’Amelio. In platea oltre quattrocento studenti di varie scuole della Provincia di Bolzano e da Rovereto, tra cui le classi 1/2/3/4 del corso socio sanitario della Scuola per le professioni sociali Levinas (accompagnate dai professori Pivelic, Martinelli, Cutrone, Cacciatore, Rinaldi), Einaudi della Formazione professionale italiana,
L’Arcivescovile di Rovereto, la scuola media Alfieri di Bolzano, Negrelli di Merano, Schweitzer di Bolzano. Un’esperienza che gli studenti hanno vissuto con grande partecipazione emotiva per la capacità di Fiammetta Borsellino di coinvolgere con il suo racconto- testimonianza, la sofferenza provata per la perdita del padre e dei suoi uomini della scorta. Un dolore che questa coraggiosa donna ha trasformato in un impegno civile nel sensibilizzare l’opinione pubblica, specie nelle scuole dove la sua presenza è un atto doveroso per mantenere viva la memoria. Fiammetta Borsellino ha spiegato come il suo impegno non possa prescindere dal mantenere vivo il ricordo del padre e del suo sacrificio in nome della legalità: «Per i 25 anni dell’anniversario della morte di mio padre sono salito sul palco in via D’Amelio per dire che 4 processi che si sono svolti non sono bastati per accertare la terribile verità sulla strage.
Bisogna spezzare la retorica della memoria perché quando è solo ricordo, intitolazione di aule, e non c’è la capacità di ripercorrere la ricerca della verità da parte di tutta la società, polizia, carabinieri, magistrati, giornalisti, cittadini e cittadine. È necessario creare un nostro patrimonio per insegnare alle giovani generazioni e andare avanti per praticare ogni giorno la legalità». Giuseppe Spadaro moderatore del dibattito ha rivissuto la sua esperienza di magistrato e collega di Paolo Borsellino, sferzando con le parole quanto sia fondamentale contrastare ogni forma di illegalità. Una partecipazione corale in cui gli studenti hanno aderito rivolgendo molte domande alla figlia di Borsellino e un applauso finale in piedi dopo aver visto un video in cui si è vista una classe e la loro insegnante che facendo l’appello chiamava i suoi scolari con i nomi dei poliziotti e magistrati assassinati. Una vera ovazione dove le emozioni hanno permesso di non recedere sulla ricerca della verità e sul mantenimento della memoria legata alle tanti stragi avvenute in Italia, senza mai cadere nella facile retorica.
Visto al Teatro Cristallo di Bolzano il 21 marzo 2023