RUMOR(S)CENA – CATANIA – Una esperienza a tutti gli effetti multisensoriale ed immersiva. È quella che ha vissuto lo spettatore nello Spazio di via del Principe, a Catania, assistendo all’insolita rappresentazione, prodotta da Retablo, “Una fuga in Egitto. Rotta virtuale per l’esilio”, progetto drammaturgico, montaggio e regia di Turi Zinna autore anche del testo, in collaborazione con Tino Caspanello e Lina Prosa. Il lavoro è distribuito dalla Rete Latitudini nell’omonimo circuito.
La proposta, difficile da raccontare, nella sua particolarità, sia pur, a tratti fastidiosa, claustrofobica, opprimente e straniante riesce a mettere assieme, in modo a volte azzardato, provocatorio e coinvolgente, teatro, cinema, musica elettronica ed arti visive digitali. Gli spettatori (massimo quindici per volta) accompagnati in una sala vuota, vengono fatti sedere circolarmente e, muniti di visori Oculus assistono, con una ridotta autonomia, aduna serie di proiezioni in realtà aumentata mentre in presenza ci sono solo due attori. I visori, in diversi passaggi della narrazione, oscurano completamente lo spazio reale e proiettano delle scene in realtà virtuale. Lo spettatore è, quindi, dentro la storia, può muovere la testa e guardare dietro alle sue spalle, può sollevare lo sguardo e perdersi tra i rami di alberi o intravederne l’azzurro del cielo. Attraverso un mix di tecnologie all’avanguardia, paesaggi sonori immersivi, la rappresentazione esplora la complessa connessione tra memoria, sensi, percezione del mondo, manipolazione e coscienza.
Al centro dell’insolito progetto teatrale, sviluppato per visori di realtà virtuale, c’è la riscrittura di una delle storie più antiche e note di sempre: la fuga in Egitto di Maria e Giuseppe, mala Maria non è incinta di Gesù, bensì concepisce in sé stessa un pensiero rivoluzionario che porta in grembo e che ha intenzione di partorire per diffondere nel mondo, che annuncia la sua Immacolata Concezione a un angelo divenuto ateo. Protagonisti della storia un Giuseppe pavido e conformista, incapace di comprendere e pronto a divorziare ed una Maria che partorirà uno sguardo destinato a liberare il mondo. Una salvezza, non ancora salva, da dover salvare. Nel suo intendimento, però, la donna è ostacolata dal Tempio, una sorta di misteriosa entità ultratecnologica e iper-capitalistica, resa visivamente attraverso un occhio metafora dei visori indossati dagli spettatori attivamente coinvolti nella narrazione.
L’avventura, il viaggio o il trapasso dello spettatore, ha inizio con una figura sconosciuta che chiede direttamente notizie di Maria, la cui barca è stata ritrovata in pezzi, ma il suo corpo non è stato rintracciato e subito dopo entra in scena, in carne e ossa Elisabetta, una donna presentata come mentalmente instabile e cugina di Maria. Subentrano poi, con la proiezione virtuale, alcune pubblicità di cui Elisabetta è protagonista e dove viene proposto l’acquisto di prodotti che enunciano slogan rivoluzionari come “Aria di cambiamento” e “Bella ciao” emerge una precisa critica politica. Il passaggio dalla realtà aumentata a quella completamente virtualeproietta lo spettatore nel passato e, tramite una successione di flashback, vengono rappresentati gli avvenimenti che hanno portato alla sparizione di Maria.
Lo spettacolo, della durata di circa 75 minuti disorienta, provoca lo spettatore a pensare al sistema economico e politico, alienante e opprimente, nel quale vive. Un’esperienza coinvolgente e intrigante, non solo per la proposta in sé ma anche per le domande che il rapporto tra spazio teatrale e spazio virtuale fa emergere e per le nuove vie di sperimentazione che già si sono spalancate.
Gli spettatori alla fine, un pò disorientati e confusi, con i loro applausi rendono omaggio in presenza all’artefice del progetto Turi Zinna, all’aiuto regista Federico Magnano San Lio e all’attrice Valentina Ferrante (nel ruolo di Elisabetta), ma anche agli interpreti in video 360° stereoscopico Barbara Giordano (Maria), Marcello Montalto (Giuseppe), Chiaraluce Fiorito e Giovanni Arezzo (rispettivamente l’Angelo nero e l’Angelo bianco). Pubblico frastornato dalla visione virtuale con il visore, troppo ravvicinata, ma – comunque – incuriosito da una proposta sicuramente in via di perfezione e diffusione, visto il continuo avanzare della tecnologia e della realtà virtuale. Concluso il viaggio, l’esperienza tra mondo reale e virtuale molti tra i partecipanti, prima di andare via, si sono soffermati ed hanno chiesto al regista Turi Zinna notizie in merito al progetto ed al futuro di questo genere di rappresentazioni.
Visto il 3 aprile allo Spazio di via del Principe a Catania
Una fuga in Egitto – Rotta virtuale per l’esilio
Drammaturgia Lina Prosa, Tino Caspanello, Turi Zinna
Progetto drammaturgico, post produzione e regia Turi Zinna
Attori in video 360° stereoscopico: Barbara Giordano, Marcello Montalto, Chiaraluce Fiorito, Giovanni Arezzo, Valentina Ferrante
Attori in scena Valentina Ferrante, Turi Zinna
Musiche originali e ingegneria del suono Giancarlo Trimarchi
Regista assistente Federico Magnano San Lio
Sviluppatori unity Tiziano Lotta e Just Funny Games
Sviluppatore max msp Gianluca Aresu
Costumi Vincenzo La Mendola
D.O.P. Antonio Parrinello
Collaboratore compositing Rocco Minore
Produzione Retablo Dreamaturgy Zone
Spazio di via del Principe 20 – Catania – Dall’1 al 7 aprile 2023