RUMOR(S)CENA – MODENA – Al teatro Comunale Pavarotti – Freni di Modena FND /Aterballetto ha presentato due coreografie, Yeled, del coreografo israeliano Eyal Dadon, e Shoot Me, del coreografo Diego Tortelli. I ballerini hanno invitato prima ad un viaggio attraverso il mondo dell’esotismo infantile e poi una visione giovanile della vita. La prima coreografia, Yeled, per la quale il coreografo ha scritto anche la musica, esplora il tema dell’infanzia, i ricordi e le emozioni ad essa associati e l’esperienza di crescere in un mondo in rapido cambiamento attraverso il vocabolario della danza contemporanea. Questa coreografia è un viaggio emotivo caratterizzato da movimenti energici e gesti fluidi, impostati su una partitura che combina musica tradizionale ebraica con sonorità contemporanee.
Il titolo significa bambino in ebraico, e questo lavoro vuole richiamare lo spirito innocente e giocoso di un bambino, e confrontarlo con le sfide e le complessità dell’età adulta, ma con la fluidità e la concitazione di un contrappunto. I ballerini vestono variopinti calzoncini al ginocchio e calzettoni e con precisione enfatizzano la bellezza eloquente dei movimenti. La loro tecnica impeccabile e la loro interpretazione coinvolgente aggiungono profondità e significato allo spettacolo. Questo pezzo tocca anche i temi dell’identità, della migrazione, del patrimonio culturale, e sfocia così in una toccante riflessione sulla condizione umana. La coreografia combina intricate formazioni di gruppo seguite da assolo, che evidenziano l’unità del gruppo e sottolineano l’individualità di ogni ballerino. È un lavoro potente e stimolante, una riflessione sui ricordi dell’infanzia e sul passare del tempo, espressi attraverso movimenti giocosi cui seguono altri più introspettivi, che mettono in evidenza la espressività emotiva e l’abilità tecnica dei danzatori.
La seconda coreografia, Shoot Me, è un lavoro che mira a stimolare la riflessione su temi complessi e provocatori, sfidando il pubblico a riflettere sulle dinamiche di omologazione e sul ruolo che l’arte può svolgere nel portare l’attenzione su importanti questioni sociali mantenendo la forza delle voci individuali. Sulle note del gruppo inglese Spiritualized e sulle poesie declamate da Jim Morrison, il pezzo esplora i temi della violenza e dell’aggressività nella nostra società, con i ballerini che alternano movimenti bruschi e improvvisi a movimenti più fluidi e aggraziati. La musica e l’illuminazione di una serie di fari, a tratti puntati sugli spettatori, giocano un ruolo cruciale nel creare un’atmosfera drammatica.
La scelta dei costumi contribuisce a enfatizzare l’atmosfera inquieta del lavoro che, sviluppato attraverso una serie di quadri, si piega a diverse interpretazioni. I danzatori evocano con leggerezza temi come la violenza, l’oppressione, il conflitto, trasmettendo un senso di ricerca di libertà. Gli interpreti, con un’eccellente tecnica, portano ciascuno la propria individualità sul palcoscenico, creando un’atmosfera di tensione e vulnerabilità che non diventa però mai greve. Musica e danza si uniscono in un pezzo che vorrebbe creare un dialogo tra i danzatori che si esibiscono in scena e il pubblico, ma questa dialettica non viene raggiunta.
Visto il 16 maggio 2023 al teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena