Festival(s) — 20/09/2023 at 10:31

La straordinaria vittoria della filosofia senza metalinguaggio

di and
Share

RUMOR(S)CENA – MODENA – Partiamo dai numeri, dalle oltre 100.000 presenze al Festival Filosofia 2023 di Modena, Carpi e Sassuolo, (l’edizione 2024 porterà il titolo di Psiche) dalle piazze stracolme di gente, di un popolo giovane, dalle ordinate lunghe code di centinaia di metri, formate da un pubblico accorso per assistere agli eventi che a nastro si sono succeduti nella riuscitissima formula del Festival. Partiamo dal numero di applausi spontanei che hanno interrotto, in una condizione di adorabile condivisione, e che sono arrivati dal pubblico, a Massimo Recalcati, Umberto Galimberti o ad Anne Cheng e a tutti gli altri appassionati relatori.  Un Festival guidato da bravi amministratori capaci di occupare le piazze che un tempo erano della politica e dalla religione, ahì noi evaporate, in grado di radunare un popolo in un rituale di comunità attorno ad una forma di vita sociale più alta. È il pubblico che elegge i suoi beniamini, quelli che con più forza mediatica e chiarezza di pensiero hanno portato la filosofia e il pensiero clinico dalla nicchia del culto ad urgente questione della vita sociale. Ad usare il logos, lo straordinario potere della parola con stregoneria e seduzione. Filosofi che sanno parlare alla gente perché è al cuore della gente che arrivano. Questa è la vera magnitudo di questo Festival. Nelle migliaia di persone che escono da questo evento e un po’ sono cambiate.

Massimo Recalcati protagonista della Lectio Magistralis: “Il trauma della parola. Quando le parole sono proiettili”, uno dei più affermati e straordinari studiosi psicoanalisti italiani, si muove sul palco di Piazza Grande a Modena come un affascinante intellettuale, in jeans e con una bella camicia bianca sotto un sole di un settembre ancora estivo. Va oltre la dimensione del campo disciplinare della filosofia, utilizza parole non elitarie e molto comprensibili che vengono da un sapere “altro” e non un metalinguaggio. In 45 minuti di intervento condotto “a braccio”, preparato benissimo e con un sapere teatrale, riesce con esempi e aneddoti a portare il pubblico dentro ad argomenti vivi in reale rapporto con la vita di tutti i giorni, quella “popolare”. Non ci si può liberare dai propri marchi, racconta Recalcati. Come pure, “sei un’oca, sei un idiota, sei insufficiente” sono alcune delle parole proiettile che hanno crivellato la nostra esistenza e da cui possiamo uscire trasformando una impossibilità in una possibilità trascrivendole grazie al potere del logos. Dove come in un aneddoto riportato, un suo paziente che dice: “la mia vita è come prima ma ora è tutto diverso”.

“La dimensione umana della parola sia soprattutto la luce e come spiega Freud, parlare fa bene e dove c’è la parola c’è la salvezza. La parola è il più potente psicofarmaco esistente sul mercato. La parola alleggerisce – spiega Recalcati – guarisce (è l’invenzione di Freud) e una sua paziente la definì una cura attraverso la parola, una cura parlata. Come psicoanalisti abbiamo a che fare con dei dolori, sofferenze, pene silenziose. I sintomi sono dei discorsi senza parole, come può essere una depressione, un’insonnia. Sono privi di parole. Il lavoro dello psicoanalista è quello di dare parola a chi non ha parola e tradurre in parole la sofferenza. La traduzione dei sintomi senza parole produce cura, guarigione. Il potere liberatorio della parola. Convertire in parole tutti quei sintomi che producono sofferenza. Le parole che non abbiamo detto, che abbiamo mancato, che ci aspettavamo e non ci sono state dette, dove la parola è stata interdetta. La parola liberatoria ma nell’analisi è necessario l’ascolto. Cosa consente la realizzazione più profonda della parola è l’ascolto.

Quando non siamo ascoltati come spesso accade nei rapporti di coppia, nei rapporti con gli amici, dei maestri. Qualcuno ascolti la mia sofferenza. Non c’è ascolto senza il silenzio. Va custodito il silenzio e va onorato il valore del soggetto che deve essere ascoltato. È il silenzio che cura. La parola è luce”. Lo psicoanalista autore tra gli altri dei saggi “La legge della parola. Radici bibliche della psicoanalisi”, “Non è più come prima. Elogio del perdono della vita amorosa”, “Pasolini. Il fantasma dell’origine”, “La luce delle stelle morte” e “Mantieni il bacio. Lezioni brevi sull’amore”, si è soffermato a lungo sull’importanza della parola nella terapia psicoanalitica citando molti esempi e aneddoti della sua professione, ma sempre con assoluta chiarezza espositiva nell’affrontare l’argomento. Mai retorico e privo di qualsiasi atteggiamento da professore salito in cattedra. Recuperate il documento video o audio di questa conferenza. Merita perché è una grande testimonianza pubblica di come è possibile riconfigurare il modo di pensare.

Umberto Galimberti con la Lectio Magistralis “Senza parole. Lo spaesamento e l’etica del viandante”, figura storica, carismatica e affascinante del sapere filosofico, intrattiene un pubblico di oltre 6000 persone in piazza a Carpi, inchiodato al suo discorso di etica e cosmo politica. Un signore di 81 anni che con vertiginosa urgenza enuncia aspetti della vita che il pubblico sente, vive e facilmente comprende. Abbiamo contato 12 interruzioni per applausi al suo discorso. Una esposizione lucida ed incalzante secondo il fare da sapiente “greco” di Galimberti, che come un oracolo del tempo moderno, un antropologo che ci avverte che l’età della tecnica, dove nel Nazismo ha trovato origine ed espressione, ormai ci ha raggiunto. Siamo diventati “risorse umane”, funzionari di apparati.

Umberto Galimberti

Dove non dobbiamo considerare le migrazioni di massa come un’emergenza ma è la storia eterna dell’umano, che è normale che i delfini tornino nei canali di Venezia come ai tempi del lock down, che dobbiamo smetterla con una visione antropocentrica del mondo.   Anne Cheng con la sua Lectio “Linguaggio e realtà della Cina antica” in una preziosa lezione di Sinologia (una scienza definita in Francia), filosofa insegnante al Collège de France ci porta nel pensiero antico cinese. Una eredità di una tradizione di oltre 3000 anni in un intervento tutto in lingua italiana e, a testimonianza dell’interesse del pubblico, con una sessione di domande che si protrae per il tempo massimo dell’inizio della lezione successiva.

In un festival come quello di Modena dedicato alla Filosofia nella sua accezione più vasta è fondamentale rivolgersi ad una platea molto diversa tra i suoi partecipanti. Uno dei valori aggiunti della manifestazione per permettere a chiunque di partecipare (gratuitamente) a conferenze – relazioni e lectio magistrali, tale era la scelta del programma offerto. A fronte della chiarezza espositiva riscontrata nell’ascoltare le parole di Massimo Recalcati, si è notato al contrario, la difficoltà di comprensione, sia pur di alto livello scientifico come nel caso di Massimo Cacciari ( professore emerito di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e membro dell’Accademia dei Lincei) in dialogo con Natalino Irti (professore emerito di Diritto privato presso l’Università di Roma “La Sapienza” e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, nonché presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli), sul tema: “Tra lettera e spirito. Nessun medio?”, dove il dialogo tra i due si ergeva ad una discussione altamente tecnicistica a tratti e di difficile comprensione per chi non ha esperienze in materia di giurisprudenza. E ancora la Lectio Magistralis di Cecilia Robustelli (professoressa di Linguistica italiana presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) la cui esposizione di assoluto interesse necessitava però una decifrazione del linguaggio non a tutti facilmente fruibile. Il Festival della Filosofia di Modena si conferma uno degli appuntamenti più prestigiosi su tutto il territorio italiano, corredato anche da iniziative collaterali a carattere culturale e anche gastronomiche con la singolare iniziativa della cucina filosofica in cui venivano proposti otto menu filosofici nata da un’idea di Tullio Gregory, per valorizzare la tradizione gastronomica modenese come luogo di convivialità e incontro.

https://www.festivalfilosofia.it/edizione-2023

Share
Tags

Comments are closed.