«Io sono un granello di polvere che volteggia da duemila anni per Casale Monferrato», un ‘granello’ portatore di morte e dolore, di lutti e cinismo sulla pelle e sulla vita di uomini e donne, colpevoli solo di aver lavorato onestamente per un padrone a cui non interessava nulla, se non quello di aumentare i suoi profitti. Il ‘granello‘ non è altro che il famigerato amianto responsabile di quasi duemila vittime (un numero destinato tragicamente a salire ne prossimi anni, fino a raggiungere il picco nel 2020), tra gli abitanti della cittadina piemontese, assurta alle cronache per aver ospitato per decenni l’industria più importante di fibrocemento in Italia: la Eternit. Un ‘granello’ di dimensioni microscopiche migliaia di volte più infinitesimale di un capello, eppure killer silenzioso in grado di procurare tumori della pleura (il mesotelioma) e malattie respiratorie, terrificanti come il loro nome: asbestosi. Chi da voce al ‘granello‘ è Laura Curino interprete “coraggiosa” e convincente di Malapolvere, (veleni e antidoti per l’invisibile) visto al Teatro Duse di Genova, una produzione del Teatro Stabile di Torino, ispirato dalla lettura di Mala polvere di Silvana Mossano, il libro che ricostruisce la tragedia dove il silenzioso l’amianto ha fatto una strage e per questo motivo il Tribunale di Torino ha condannato Stephan Schmideiny e il barone belga Louis de Cartier de Marchienne, proprietari della fabbrica, a 16 anni di carcere ( verranno mai scontati?). L’intensità della recitazione offerta da Laura Curino definisce la sua interpretazione come “Una storia di rabbia e d’amore”, un monologo emozionante e toccante. Una storia di rabbia che sale dal profondo per quanto è capace di fare del male l’uomo agli altri suoi simili. Di amore, per quello che la popolazione di Casale Monferrato ha fatto e sta facendo per ottenere giustizia, la commozione di chi racconta in prima persona il dolore subito nelle proprie famiglie, segnate a vita da questa immane tragedia. Sono parole come “Amore per la vita di tutti noi” – interpretate dall’attrice torinese – a destare tra il pubblico quel sentimento di vicinanza a connazionali condannati da un ‘granello‘ che si infila dentro i polmoni e distrugge senza scampo. Anni 1906-1986, il periodo in cui l’Eternit la faceva da padrone a Casale Monferrato, portando ricchezza, sviluppo, benessere e morte! Laura Curino affronta il tema non in forma da teatro civile bensì come oggetto artistico autonomo nel creare atmosfere rarefatte, grazie alla collaborazione (anche registica) di Lucio Diana che firma la scenografia composta da pannelli girevoli in grado di evocare, attraverso le immagini video registrate di Eleonora Diana, la nebbia che avvolge la città, la “malapolvere” esalata e respirata dagli operai, la torre civica di Casale , è lei dall’alto a vedere e giudicare gli uomini con severità, responsabili di aver portato morte e distruzione. Perfino la statua a cavallo di Carlo Alberto entra di diritto tra gli sdegnati. Sono loro i coprotagonisti a prendere forma e vita mentre la Curino fa venire i brividi quando con abile arte affabulatoria, utilizza l’italiano e il dialetto piemontese, intercalando registri drammatici e ironici, suscitando sdegno e umorismo, necessari entrambi per capire cosa è accaduto in una Italia cieca nel non voler affrontare per tempo un problema di salute pubblica fin dal 1960. «Nel 1942 la Germania nazista risarciva gli operai malati per causa dell’amianto. Negli anni ’60 gli studi scientifici e clinici negli Stati Uniti evidenziavano il grado di pericolosità. Eternit è solo uno dei casi in cui è presente il dolo, la malignità del comportamento omicida finalizzato a produrre benessere che poi invece ci fa ammalare!», ci dice la Curino e la rabbia aumenta anche tra chi è seduto comodamente sulle poltroncine rosse del teatro genovese. Eppure è accaduto e molti hanno taciuto e omesso la verità per decenni. In nome del dio denaro. È un crescendo emotivo a cui non puoi sottrarti, tant’è la capacità della straordinaria interprete, di catalizzare la partecipazione empatica del pubblico. La sua presenza scenica si riflette grazie anche al contributo delle musiche originali di Roberto Negro, le luci di Alessandro Bigatti, le ricerche di Luca Scarlini. L’impegno redazionale di Elisa Zanino. Non si può dimenticare e far sentire alle famiglie delle vittime che esiste una solidarietà sincera e un impegno civile serio, come fa da tanto tempo l’Associazione famigliari vittime Amianto di Casale. È grazie al suo impegno se tante omissioni, omertà, colpevoli comportamenti di indifferenza e silenzio, siano emersi da quella polvere che copriva le coscienze di tanti e troppi responsabili di aver taciuto e procurato sofferenze e morte. Non c’è retorica nella rappresentazione ideata da Laura Curino, non c’è nessun intento ideologico ma solo la volontà di divulgare (anche con il teatro) una vicenda che appartiene a tutti noi. Nessun ‘granello‘ potrà mai coprire la verità.
Malapolvere
di e con Laura Curino
Produzione Fondazione Teatro Stabile di Torino
visto al Teatro Duse di Genova il 25 febbraio 2012