RUMOR(S)CENA – ROMA – La 17esima edizione di Teatri di Vetro Festival “Oscillazioni” , in scena fino al 22 dicembre comprende le cornici interdipendenti per identità metodologica, artistica e tematica: Trasmissioni, Composizioni, Elettrosuoni.
Composizioni: 13 dicembre al Teatro del Lido di Ostia, interventi artistici partecipativi con gli spettacoli di Daria Greco, Michael Incarbone e Erica Bravini, Bartolini/Baronio, Simona Bertozzi.
Oscillazioni, dal 14 al 22 dicembre al Teatro India intercetta le spinte più significative della produzione artistica contemporanea di ricerca presentando in prima nazionale gli artisti della scena nazionale, Alessandra Cristiani, Chiara Frigo, Paola Bianchi, Opera Bianco, Roberto Corradino, Fanny & Alexander, Menoventi Michael Incarbone e Erica Bravini, Bartolini/Baronio, Simona Bertozzi, Lucia Guarino e Ilenia Romano, Cie MF.
Elettrosuoni, sezione musicale dal 18 al 22 dicembre al Teatro India. Sono 25 spettacoli, sei prime nazionali, diciannove prime per Roma, conferenze, offrono un ambiente dialogico di incontro e scambio tra artisti e pubblico aprendo agli spettatori i processi della creazione scenica, coinvolgendo i cittadini in creazioni collettive e offrendo ai giovani artisti una possibilità di crescita personale.
Il festival negli ultimi sei anni ha cambiato prospettiva, spiega la direttrice artistica Roberta Nicolai: “Mettere in campo strategie performative diverse, plurali, inattese. Far deragliare la creazione. Una proposta non neutra, che non ha nulla di tecnico. Si esprime in forma programmatica per poi differenziarsi, articolarsi in modalità, temporalità, materie diverse condivise con ogni singolo artista. Una proposta che negli anni si è caricata delle centinaia di oggetti su cui si è misurata, rilanciando ogni volta in direzioni non predeterminate ma generate dall’incontro, dallo scambio, dai dialoghi intorno a ossessioni, rime, risonanze, ricorrenze, inciampi.”
Oscillazioni al Teatro India, il 14, 15 e 16 dicembre: Ambienti, uno spazio temporale in cui tre coreografe, Alessandra Cristiani, Chiara Frigo e Paola Bianchi, predispongono atelier aperti ad una frequentazione libera, autodeterminata da ogni singolo fruitore. Tre studi dove poter entrare, osservare tracce testuali, audio, visuali e lasciarsi sorprendere da atti performativi. Teatri di Vetro presenta progetti specifici finalizzati all’accessibilità delle arti performative da parte di artisti e spettatori affetti da disabilità motorie e sensoriali come in Time is out of joint di Opera bianco e Brave di Paola Bianchi che prevedono percorsi tattili e audio-descrittivi per persone cieche e ipovedenti.
Composizioni: 13 dicembre al Teatro Lido di Ostia, il coinvolgimento diretto degli spettatori proponendo progetti artistici partecipativi e rendendo gli eventi scenici non solo attraversabili, ma campi di gioco e sperimentazione in cui la presenza di adulti, bambini, anziani e migranti diventa parte integrante della ricerca. Nello stesso giorno Simona Bertozzi presenta il lavoro finale, frutto del laboratorio – cantiere nomade in cui alcune keywords-sezioni coreografiche-immagini dello spettacolo dal titolo ONDE che vengono riaperte e elaborate con gruppi di danzatori del territorio. La possibilità di riattualizzare dei materiali già strutturati verso nuove declinazioni corporee e immaginifiche, fa pensare a una danza sconfinata e infinita.
Oscillazioni dal 14 al 22 dicembre al Teatro India: 8 giornate in cui osservare e indagare i processi di creazione delle arti sceniche contemporanee tra spettacoli, pezzi di danza, performance, pratiche corporee, installazioni, sperimentazioni musicali, progetti di partecipazione, incontri e presentazioni. Il 15 dicembre Matrioska di Chiara Frigo, uno spazio di ricerca che destruttura i dispositivi della performance in un evento di durata in cui la dilatazione del tempo permette di far affiorare movimenti, memorie, opere video, autobiografie, frammenti di archivio. Paola Bianchi, il 16 dicembre, con Anarchivio Fabrica, in prima nazionale, apre un archivio dinamico, performativo, composto da un insieme di pratiche, difficile da imbrigliare in schemi, in griglie atte alla catalogazione, una raccolta di materiali ibridi con segni molto differenti. Un anarchivio. Un luogo in cui ogni spettatore può creare la propria strada, il proprio ordine, un luogo solo apparentemente caotico, un luogo de-gerarchizzato.
Dehors/Audela, il 18 e 19 dicembre presentano tre lavori: la lecture performance Il suo spazio è l’intervallo con partitura coreografica e testuale di Elisa Turco Liveri, partitura visiva e sonora di Salvatore Insana che rielabora e riposiziona gli elementi dell’ archivio accumulato nel processo di ricerca Aporie; la performance All my loops for you che indaga quel momento in cui ci si arena in un inesauribile va e vieni, in cui l’impasse si fa movimento oscillatorio, dettando il ritmo ai corpi, mettendo in crisi il concetto di volontà/volitività dell’azione, di inizio e di fine, in una reiterazione di variabilità esponenziale; lo spettacolo in prima nazionale Aptica, l’emersione di uno spazio intimo pubblico, quello delle superfici in cui avviene il contatto, mutevole deposito di narrazioni visive e insieme strumenti concettuali per ripensare la materialità nel nostro presente. Pelle, abito, pudore, sono parole che riattivano la sfera alogica della coscienza, quel pudico trattenersi e saper sostare nell’erotismo del dondolio.
Il 18 dicembre al Teatro India Michael Incarbone e Erica Bravini debuttano in prima nazionale con Fallen Angels, una sinfonia sui corpi che cadono nel presente, immortalati in una sospensione ipercinetica, tra alto e basso, ascesa e rovina. L’immagine della caduta degli angeli ribelli viene spostata e ricontestualizzata ad un’osservazione su recenti fenomeni musicali (trap e derive: protagonisti, narrazioni, autorappresentazioni, estetiche). In prima nazionale, Time is out of joint di Opera bianco, un’operazione di montaggio che rielabora materiali scenici provenienti da due spettacoli creati in tempi diversi, con un intervallo di otto anni l’uno dall’altro, ma con la stessa origine: l’Amleto di Shakespeare e il Clown. La riorganizzazione di materiali “riciclati” dà all’opera una nuova esistenza, fatta di risonanze e connessioni tra il testo di origine e il suo sviluppo plastico sulla scena. Lo spettacolo prevede audiodescrizione poetica per persone cieche e ipovedenti a cura e con Camilla Guarino insieme a Giuseppe Comuniello.
Il 19 dicembre Bartolini/Baronio, con la prima nazionale La voce umana. Traccia 2 Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso? 18 anni di Asinitas, una cerimonia collettiva, in cui la voce umana si raccoglie in quelle di Sara e Zara, due donne iraniane incontrate nel laboratorio di teatro comunitario di Asinitas che sulla scena diventano testimonianza, rito di passaggio e occasione di celebrazione dei 18 anni del lavoro dell’associazione. Si prosegue con la seconda tappa della Trilogia. La questione del linguaggio e l’arte di A. Mendieta, C. Cahun, S. Moon di Alessandra Cristiani, un’immersione corporea nell’opera di un’artista prolifica e complessa come Claude Cahun.
Il 20 dicembre la danza di Simona Bertozzi con ONDE: ispirato al play-poem di Virginia Woolf, lo spettacolo incorpora la corrente continua delle immagini e la necessità di rigenerarsi nel ritmo, informando i corpi tra momenti di essere e universalità dei moti percettivi. Paola Bianchi presenta Brave in scena con Valentina Bravetti, danzatrice e performer professionista, affetta da sindrome neurologica paraneoplastica, frutto di quattro anni di lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, di un’indagine approfondita sulla relazione, sul supporto vicendevole, sull’accettazione di limiti invalicabili. Lo spettacolo prevede audiodescrizione poetica per persone cieche e ipovedenti a cura di Paola Bianchi, Carolina Cangini, Debora Pradarelli, Isabella Bordoni, interpretata dal vivo da Carolina Cangini.
La compagnia Menoventi interroga lo statuto della rappresentazione, partendo da Entertainment di Ivan Vyrypaev, in cui una donna e un uomo a teatro commentano le loro intuizioni sulle regole della finzione teatrale; ed è in programma Neorealismo accorato/ Intervista un dialogo tra Giulio Sonno e Roberto Corradino.
Il 21 dicembre Roberto Corradino con Fragolina. Tre canti di protesta + un fatto di cronaca, la storia di un agnellino, ma anche la storia di Lucy, Maria, Caterina, Pierre, di un capretto vero, di Fragolina, un bimbo di 4 anni. È la storia dell’Anima. Ma cos’è l’anima? A seguire Autobiografia Ceci n’est pas une/mon autobiographie di Giovanna Velardi, parte dalla domanda cosa c’è di vero e cosa viene falsato dalla memoria e dalla condizione performativa. L’unico dato reale rimane il corpo dell’artista, ostinatamente in scena, unico generatore di un proprio vocabolario, di ogni immaginario.
Fabrica 16100 [Genova] di Paola Bianchi affonda lo sguardo nella storia operaia di Luciana che per dieci anni ha lavorato alla catena di montaggio al Tubettificio Ligure – fabbrica atta alla produzione di alluminio primario e secondario di Stato, chiusa da anni. La compagnia francese Cie MF con Ça ira ou pas, una performance in forma di conferenza danzata in cui il pubblico è invitato ad accedere al processo creativo e a farne parte integrante. Il 22 dicembre Cie MF presenta Ça ira, una pièce coreografica ibrida, in cui i tre interpreti intraprendono un viaggio surreale e onirico, mescolando danza contemporanea, canto e teatro fisico, su uno sfondo di umorismo anticonformista.
Il 22 dicembre SOMEWHERE di Lucia Guarino e Ilenia Romano che nasce da una riflessione su come gli spazi in cui viviamo condizionino le relazioni umane e quanto, alcuni di questi, in particolare i non-luoghi, possano intensificare il senso di solitudine dei corpi e i loro possibili vuoti relazionali; Fanny&Alexander presentano MATERNITÀ tratto dal libro di Sheila Heti, una serie di riflessioni su uno dei grandi temi di tutti i tempi, su cui il pubblico è chiamato ad esprimere la propria opinione, attraverso una serie incalzante di domande e risposte gestite direttamente da un telecomando controllato dal pubblico.
La musica elettronica degli artisti: il 18 con Otis – Vertical Tales di Økapi, un omaggio all’inventore dell’ascensore, il 19 Sublimation, live con chitarra elettrica di Silvia Cignoli, il 20 Masmas presenta Already gone, un viaggio sonoro all’interno di un mondo timbrico distopico, in cui si fondono voci ispirate ai crooner americani anni 50, nubi sonore di drum machine alterate, timbri spettrali e chitarre alla Cramps, il 22 Diacronie live set di Diacronie duo (E. M. Bellucci, G. Gallo) e Ritratti, rumori di Ruggero Fornari, una performance per chitarra elettrica e sintetizzatore modulare. Il 18 dicembre Cantiere drammaturgia; il 19 Time is out of joint con gli artisti Marta Bichisao e Vincenzo Schino e Raimondo Guarino; il 21 La ribellione degli spettatori una controversia pubblica fra Lorenzo Donati e Gianni Farina; il 22 Giovanna Velardi Il cuore articolare. Un dispositivo coretico, presentazione del volume di Vincenza Di Vita, incontro a cura di Valeria Vannucci; sempre il 22 Maternità, un dibattito a cura di Lucrezia Ercolani a seguito dello spettacolo.
Oscillazioni è curato dall’Associazione Il triangolo scaleno, soggetto vincitore dell’avviso pubblico “Culture in Movimento 2023”. Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Culture in Movimento 2023 – 2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali e realizzato in collaborazione con SIAE.
Il programma completo è pubblicato sul sito www.teatridivetro.it