RUMOR(S)CENA – BOLZANO – La commistione tra danza performativa e la musica classica ha trovato una singolare sinergia nell’esibizione dell’étoile del Balletto dell’Opéra di Paris Marie-Agnès Gillot, sul palcoscenico del Teatro Comunale di Bolzano sui cui trovava posto anche l’organico maggiorato dell’Orchestra di Bolzano e Trento Haydn (le cui file contavano ben 95 elementi), diretta da Timotthy Redmond che ha diretto Le Sacre du Printentemps di Igor Stravinskij e musiche di Francois Caffenne. Al centro della scena una scenografia pensata come una sorta di gabbia composta da un intreccio di tubolari su cui era possibile addentrarsi, aggrapparsi, dove la solista poteva avvolgersi e danzare indossando un costume ispirato ai guerrieri samurai. La versione scelta de Le sacre du Printemps è quella del debutto risalente al 1913 al Théâtre des Champs – Elysées di Parigi. Il coreografo Oliver Dubois (neo direttore artistico del Bolzano Festival, nominato per le prossime edizioni 2025- 2027, insieme a Anouk Aspisi) ha scelto per i quarant’anni di vita del blasonato Festival, un progetto esclusivo dal titolo For Gods Only/Sacre #3 (Per gli Dei solamente/Sagra #3).
Opera musicale dal forte impatto dinamico ha come caratteristica primaria quella del ritmo fin dalle sue prime note in grado di caratterizzare tutta la composizione con il suo doppio crescendo ritmico che sale vertiginosamente e progressivamente in entrambe le due parti: la Danza della terra e la Danza sacrificale, per poi acquietarsi in toni più pacati nelle Danze primaverili. Nel programma del Festival, Olivier Dubois scrive: “Immagino Marie-Agnès un samurai, seduto. Lei aspetta, noi la osserviamo. Attorno a lei, delle teste, posate, deposte, impalate. Trofei delle sue battaglie, museo dei nostri dei moderni? Lei danza. Lei danza. Lei danza il suo Sacre, il sacrificio della vita per gli occhi del mondo perché possano finalmente guardare in faccia i loro mondi che spariscono. E poi forse della dolcezza, dell’Ambrosia, miele selvaggio, nutrimento degli dei”.
L’impatto visivo è notevole e la solista ha un carisma scenico che si distingue per il portamento ieratico, statuario nelle pose in cui i gesti minimalisti, dell’inizio, lasciano poi lo spazio ad una gestualità coreografica sempre più complessa nell’interpretare il dinamismo musicale della partitura che irrompe fino al parossismo finale. L’Orchestra Haydn eccelle in tutte le sezioni ottimamente coese grazie alla direzione di Timothy Redmond che offre una lettura vivacissima, ricca di sfumature timbriche. In tutta la Sacre la melodia è strettamente legata al timbro degli strumenti che compongono una partitura caposaldo della musica del ‘900.
Altrettanto travolgente, frenetico, ritmato e coreografico, oltre ad avere una forte caratterizzazione teatrale, lo spettacolo di danza Age of Content della compagnia (LA)HORDE, in rappresentanza del Balletto di Marsiglia, dove sulla scena si sono esibiti diciassette tra danzatori e danzatrici, atletici come poche volte si è visto: eccelsi protagonisti di un vorticoso spettacolo che inizia come una rappresentazione che si avvale di una scenografia imponente, ambientando lo spazio scenico come un fabbricato industriale in cui compare dal fondale un’auto composta dalla sola intelaiatura che viene mossa da un uomo con un telecomando, (il riferimento è al videogioco Grand Theft Auto). Un pretesto per raffigurare una sorta di società mossa dal capitalismo e dall’industrializzazione sempre più esasperata. I giovani danzatori sembrano intenti a impossessarsene per denunciarne gli effetti deleteri., attraverso una danza che si fa sempre più compatta con dei volteggi acrobatici ed esaltanti, ben supportata dalla scelta musicale che comprende Pierre Avia, Gabber Eleganza, Philip Glass.
L’azione rivela un pensiero drammaturgico che sta alla base dell’intento della coreografia firmata da (LA)HORDE, come strumento critico che punta il dito sulle mille implicazioni sociologiche del nostro vivere quotidiano. Una lente d’osservazione privilegiata su fenomeni alla base dei comportamenti delle nuove generazioni affette dall’uso compulsivo dei social e videogiochi, tipico dei gamers, professionisti che influenzano il comportamento di chi partecipa. Nativi digitali la cui vita sembra destinata ad essere coartata da questo tipo di cultura.
Visti al Festival Bolzano Danza il 23 e il 26 luglio 2024 a Bolzano