RUMOR(S)CENA – VENEZIA – Nel corso dell’ 81esima Mostra internazionale del cinema di Venezia, nella sezione Orizzonti, è stato presentato in anteprima il lungometraggio Familia, sceneggiato e diretto da Francesco Costabile, Vittorio Moroni e Adriano Chiarelli. La vicenda è tratta dal libro autobiografico di Lugi Celeste “Non sarà sempre così”, uscito nel 2017. Il titolo del libro sembra quasi rappresentare il significato sotto traccia di tutto ciò che sullo schermo è stato sviluppato in soli 120 minuti.
Basato sulle memorie di Luigi Celeste (Gigi nel film), Familia è un’angosciante indagine circa lo spettro della violenza e degli abusi domestici che possono arrivare ad incombere su di una apparentemente normale famiglia. Le interpretazioni degli attori protagonisti tengono insieme il film. La madre Licia si trova intrappolata in una situazione orribile di gravi violenze e maltrattamenti subiti (una Barbara Ronchi assolutamente strepitosa nella sua interpretazione dolce e straziante). Francesco Di Leva, già protagonista de “Il sindaco del Rione Sanità” è inquietante nei panni dell’ex marito Franco, un sociopatico che può passare dall’essere un uomo affascinante e paterno, fino a diventare, in un istante, minaccioso e iracondo. Licia/Barbara lo denuncia più volte soprattutto per difendere i suoi figli ancora bambini (Marco Cicalese che interpreta Alessandro e Francesco Gheghi nella parte di Luigi/Gigi): ma senza essere ascoltata e aiutata.
Dopo una lunga separazione tra Licia ed i suoi bambini, attuata dai i servizi sociali, il film fa un salto in avanti di diversi anni e mostra i ragazzi ormai ventenni, tornati a vivere con la madre. Tutto sembra ricomporsi in una parvenza di pace finché il padre riesce ad intromettersi di nuovo nelle loro vite, causando una lunga ed imminente catena di orrori. Il regista Cicalese, alla sua seconda opera, si cimenta con una tragedia dei nostri tempi realmente accaduta, e quindi assai difficile da rappresentare, ma con un ottimo lavoro di scavo dei personaggi è riuscito a far esprimere agli attori tutta la verità, la torturante angoscia, il nervosismo ed il terrore che li attanaglia. Sul viso della madre, il ruolo interpretato da Barbara Ronchi, si legge a chiare lettere una vulnerabilità che fa accapponare la pelle. Francesco Gheghi riesce magnificamente a far trasparire tutta la sensibilità interiore, profondamente ferita di Gigi, il quale inizierà una inesorabile discesa agli inferi, dove si troverà a dover combattere strenuamente contro se stesso: il personaggio risulta essere assai complesso, ma Gheghi riesce a catturare l’intensità e la fragilità necessarie per ritrarre un giovane consapevole della sua capacità di violenza. Un meritato Leone d’oro.
Soprattutto nella prima parte, Familia, soffre di una messa a fuoco narrativa ancora poco nitida, in cui rischia di divagare troppo spesso, con alcune scene che appaiono incomplete e piatte. La sceneggiatura scava con impatto snervante e intensità psicologica , nelle svariate complessità emotive che ruotano attorno alla lotta contro gli abusi. L’utilizzo della fotografia si appoggia ad un colore tristemente spento per tutta la durata del film, riuscendo ad inquadrare alla perfezione l’angoscia altalenante tra il rimanere intrappolati nella morsa della sopraffazione ed il desiderio ardente di una liberazione.
Nel suo monologo andato in onda su il programma televisivo Le Iene il 29 settembre scorso, Luigi Celeste, racconta che di aver deciso di scrivere della propria storia personale e familiare, intanto per denunciare i troppi anni in cui la giustizia ha chiuso gli occhi davanti a tanto scempio, ma anche per permettere di essere da esempio. Narra anche del proprio riscatto, procurato con la sola forza della sua volontà, affermando come il corso di una vita può dipendere dal contesto in cui si nasce: da quella mano a cui vorresti aggrapparti, ma che troppo spesso nessuno ti tende. Luigi ne ha fatto suo un mantra, un grido di battaglia per riuscire a reagire ad ogni colpo del destino: non sarà sempre così!
Molti e calorosi gli applausi nell’accoglienza al film, abbracci tra gli interpreti ed il vero Luigi/Gigi, anche lui presente alla proiezione insieme al cast. Fra tutti spicca la visibile commozione di Barbara Ronchi, la quale seppur conosciuta al grande pubblico, per la sua ironica e fuori dalle righe interpretazione di Diana nella fiction Rai, “Imma Tataranni, sostituto procuratore”, qui la troviamo sostenere una parte assai drammaticamente vera, faticosamente sincera, e quando la sala, tutta, si alza in piedi, si commuove fino alle lacrime.
Visto alla 81 esima Mostra del cinema di Venezia, sezione Orizzonti.
In uscita nelle sale italiane il 2 ottobre.