Recensioni — 19/10/2024 at 08:36

Cose che so essere vere: la disgregazione di una famiglia

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RUMOR(S)CENA – TORINO – Un amore incondizionato è sufficiente a garantire la felicità? Un’amara risposta a questa domanda ci viene da Andrew Bovell (1962), drammaturgo australiano autore di Cose che so essere vere (Things I Know to Be True), che Valerio Binasco porta in scena con sensibilita’ e capacita ‘ introspettiva in una coproduzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

Cose che so essere vere (Things I Know to Be True), regia Valerio Binasco

Giuliana De Sio, Giordana Faggiano, Valerio Binasco_
©Photo Virginia Mingolla

Giocata tra dramma e commedia, la pièce è punteggiata di battute fulminanti che suscitano il riso e irrompono inattese in una trama costruita su una successione di situazioni dolorose e destabilizzanti. L’azione si svolge in una villetta periferica di Adelaide, in Australia, uguale a tante altre sparse per il mondo. La abitano Bob e Fran Price, lui pensionato ora dedito alla cura del giardino, lei infermiera, genitori di quattro figli, due maschi e due femmine, ai quali hanno dedicato ogni cura. Saranno le loro crisi esistenziali a innescare una sorta di redde rationem che svela verità e sofferenze fino ad allora nascoste.

Cose che so essere vere (Things I Know to Be True), regia Valerio Binasco

Giuliana De Sio, Stefania Medri, Giordana Faggiano, Valerio Binasco_
©Photo Virginia Mingolla

A rivelare il suo lato oscuro non è solo il rapporto genitori-figli ma il rapporto stesso di coppia, diverso nella sostanza da quanto appariva. A turbare la vita di un microcosmo apparentemente coeso e armonioso è un intrico di sentimenti contrastanti che gli interpreti incarnano in maniera egregia: a cominciare da Giuliana De Sio e Valerio Binasco, nella parte dei genitori con caratteri divergenti, l’una autoritaria e decisionista, l’altro pacato e apparentemente ingenuo; e poi Stefania Medri (Pip), giovane donna in carriera che segue la voce del cuore e abbandona marito e figli per seguire il nuovo amore: una scelta coraggiosa che la madre a suo tempo non ha saputo fare; Giovanni Drago (Mark), deciso a realizzare il suo bisogno di cambiamento di genere; Fabrizio Costella (Ben), agente finanziario che ha rubato una grossa somma dalla società per la quale lavora; Giordana Faggiano (Rosie), la figlia più piccola desiderosa di conquistare una sua autonomia lontana da casa.

Cose che so essere vere (Things I Know to Be True), regia Valerio Binasco

Valerio Binasco, Stefania Medri, Fabrizio Costella, Giordana Faggiano_
©Photo Virginia Mingolla

Tutte scelte esistenziali che i genitori, nella loro visione stereotipata della vita dei figli, non sono capaci di accettare e sostenere. Il racconto comincia dall’evento tragico che chiude la commedia e che proietta un senso di inquietudine sullo svolgersi della vicenda in flash back. A mano a mano si succedono sei punti di vista della stessa famiglia – e non sono idilliaci – in un relativismo di sapore pirandelliano, a cui la scena rotante offre un cambio di prospettiva anche visivo. Il giardino, che invade la scena e varia col succedersi delle stagioni, è il settimo personaggio, dramatis persona muta dove si specchiano gli umori dei protagonisti, effimera oasi di bellezza e quiete, simbolo infine della disgregazione del nucleo familiare.

Visto l’11 ottobre 2024 al Teatro Carignano di Torino

coproduzione Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale

Regia: Valerio Binasco, scene e le luci: Nicolas Bovey, costumi: Alessio Rosati, suono: Filippo Conti. 

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