Spettacoli — 05/02/2025 at 20:02

Gina e Fidel”, scontro di sentimenti e rivelazione di cronache carpite

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RUMOR(S)CENA – CATANIA – Colpo di fulmine o accurata operazione giornalistica, o soltanto curiosità ben indirizzata e ambizione vincente; chi insegue i ricordi e gli articoli apparsi sulle pagine patinate dei rotocalchi di anni lontani sorriderà al pensiero del mormorio curioso che seguì l’incontro, allora inconsueto, tra una celebre e mitica attrice del cinema, Gina Lollobrigida, convertitasi per noia o curiosità del bel mondo al fotogiornalismo, e il più celebre dei capi della gran rivoluzione cubana, Fidel Castro. Di quell’incontro si parlò, si scrisse, si fecero illazioni tirando fuori sentimenti e ipotesi amorose. Nessuno seppe mai la verità, ma Zsolt Pozsgai, drammaturgo ungherese certamente curioso di incontri e sentimenti nella storia minima di quegli anni e pronta ad incrociare quella massima, ne ha tratto una commedia, “Gina e Fidel”, andata in scena per il Teatro Stabile di Catania.

crediti foto di Antonio Parrinello

Commedia piacevole, frutto certo di una puntigliosa ricerca tra i giornali, ma anche molto fantasiosa e ricca di intuizioni possibili e non riscontrabili. Fantastica quindi e immaginaria, ma capace d’intrecciare le sue battute con ansie di quegli anni e fremiti contemporanei, affidata com’è al bel lavoro, in coppia d’attori fantasiosi, di Emanuela Muni e Claudio Di Palma, e con la regia di quest’ultimo. “Gina e Fidel” è così gioco intrigante, incontro sorridente, scontro di sentimenti, rivelazione di cronache carpite e piegate alla memoria vera e forte di una storia anche crudele che forse colpi l’attrice, quella di allora, che non era una sciocca sprovveduta ma una donna battagliera e bella su cui la Muni si modella bene ed aggiunge invenzioni e brividi, sussulti e scarti d’umore, gesti sapienti di un “allure” sciupato in cambi d’abiti lussuosi e di tenerezza desiderata che s’impenna ed asseconda il burbero scusarsi del  capo, il Líder Máximo, a cui Claudio Di Palma offre rigidità di soldato e gentilezza da conquistatore capace di sedurre.

crediti foto di Antonio Parrinello

Ecco che ne esce fuori, in frammenti ed incontri, il percorso diviso nel tempo di poche giornate che qui diventano porte socchiuse da cui sbirciare e ricordare ancora. Compaiono i ricordi e qualche sogno nell’ombra del bar con i suoi specchi intriganti e il bancone pieno di bottiglie e bicchieri di rum da bere in gran sorsate scostumate, o della camera blindata per rendere sicuri gli incontri di un Fidel sospettoso e guardingo nel terrore di attentati sempre organizzati e sventati, nell’affetto dell’amico irruento che ritrova il volto generoso fatto icona del più caro e fedele Che Guevara. Ricordi rapidi di guerra e di orgogliosa povertà che s’esalta al pensiero di una rivoluzione che fu culturale e sociale contro molti dei poteri politici del tempo e che esaltavano la donna disinvolta del gran cinema che s’avventurava per nuove strade da conquistare in società del benessere.

crediti foto di Antonio Parrinello

Bel lavoro di severa scenografia a moltiplicare lo spazio del piccolo palcoscenico della Sala Futura, e bei costumi creati per Emanuela Muni da Noemi Intino in scialo di eleganza indossata con lieta bravura disinvolta. Insomma uno spettacolo in cui ci si incuriosisce e ci si diverte, parteggiando forse più per l’attrice ardimentosa che per il prudente intervistato pronto a capovolgere i ruoli e a fare domande o a dare impertinenti risposte trattenute. Ma spettacolo rappresentato per soli pochi giorni, e con successo, ma destinato all’oblio come purtroppo accade di frequente nello spreco incolpevole dei protagonisti e in ossequio alle norme inutili e crudeli che regolano, da tempo e in sofferenza, il sistema italiano dei teatri.

crediti foto di Antonio Parrinello

“Gina e Fidel” di Zsolt Pozsgai. Regia di Claudio Di Palma. Con Emanuela Muni e Claudio Di Palma. Traduzione e adattamento di Emanuela Muni. Aiuto regia Marianna Di Martino, light designer e video Gaetano La Mela, musiche Vince Tempera, costumi Noemi Intino, spazio scenico Claudio Di Palma, Produzione del Teatro Stabile di Catania. Crediti fotografici: Antonio Parrinello.

Visto in Sala Futura del Teatro Stabile di Catania In prima nazionale il 25 gennaio

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