RUMOR(S)CENA – BOLZANO – Un’opera lirica e un concerto sinfonico siglati entrambi dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel e le Sinfonie n.3 in fa maggiore, op. 90 di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 95 “Dal Nuovo Mondo di Antonín Dvořák. La musica lirica e quella sinfonica diretta rispettivamente da Ottavio Dantone e Michele Mariotti sul podio per dirigere l’Orchestra Haydn sempre più eccelsa per il suono che la contraddistingue. Due programmi altamente impegnativi scelti dal direttore artistico Giorgio Battistelli le cui partiture si contraddistinguono per la loro raffinata composizione. Pagine memorabili appartenenti alla storia della musica universale dove gli impaginati musicali richiedono agli orchestrali, il massimo impegno dell’ormai consolidata Orchestra a livello internazionale.

La riprova è nell’aver assistito ad un’esecuzione del Giulio Cesare, di una qualità musicale in primis di eccezionale qualità. Come è accaduto per tutte le opere serie del primo Settecento, anche questa è stata quasi del tutto dimenticata nel corso del Diciannovesimo secolo e solo nel 1922 si ha notizia di una sua edizione a Gottinga in Germania. Opera tra le più celebre e apprezzate di Händel si distingue sia per la scrittura vocale che quella orchestrale, ha un forte impatto drammatico in cui si intrecciano sentimenti di amore e gelosia, politica e gesti eroici, dinamiche in cui emergono desideri di vendetta e aspirazioni alla ricerca della gloria. Ottavio Dantone imprime con vigore la maestosità dell’orchestrazione dell’autore, cesellando il suono dell’Orchestra dove fa emergere una tavolozza di colori che avvolgono l’atmosfera di tutta l’esecuzione. Impeccabile nel suono ben amalgamato in buca orchestrale dove il suono vivido emerge per salire sulla scena.

La scelta registica di Chiara Muti sceglie di astrarre la scena con un marcato simbolismo dalla connotazione metafisica; dove la storia scritta dal librettista Nicola Francesco Haym, viene stravolta a favore di una messa in scena in cui le azioni dei cantanti e dei mimi – attori subiscono una movimentazione a tratti eccessiva sopra le righe quasi fosse necessario compensare l’apporto vocale e musicale, cosa che in realtà non è. Il cast da una buona prova di sé in cui Marie Lys e Delphine Galou si distinguono per bravura solistica e interpretativa.
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Direttore Ottavio Dantone
Regia Chiara Muti, Scene Alessandro Camera, Costumi Tommaso Lagattolla, Luci Vincent Longuemare
Raffaele Pe (Giulio Cesare), Marie Ly (Cleopatra), Davide Giangregorio (Achilla), Delphine Galou (Cornelia), Rémy Brès – Feuillet (Tolomeo), Nicolò Balducci (Sesto), Andrea Gavagnin (Nireno) , Clemente Antonio Daliotti (Curio)
Visto al Teatro Comunale di Bolzano il 21 marzo 2025
RUMOR(S)CENA – TRENTO – Un concerto a dir poco trascinante, emozionante, capace di catturare l’ascolto del pubblico dell’Auditorium Santa Chiara di Trento nella replica seguita a quello del giorno prima al Teatro Comunale di Bolzano dove si è esibita l’Orchestra Haydn diretta da Michele Mariotti che si conferma come uno dei direttori d’orchestra più affermati la cui bacchetta esprime un’energia capace di imprimere un vigore eccezionale richiesto a tutti le parti orchestrali. La sua direzione si distingue per una minuziosa ricerca del suono, là dove sia necessario centellinarlo, per poi passare ad un sinfonismo corale che esplode e si diffonde come delle onde sonore che arrivano all’orecchio dell’ascoltatore – spettatore. Fin dalle prime note della Sinfonia n. 3 di Johannes Brahms si coglie l’unitarietà della sua direzione che si sviluppa per atmosfere di ampio respiro, abbracciando simbolicamente tutta l’Orchestra alla quale chiede di mantenere fino all’ultimo istante la massima concentrazione. Un’energia che si diffonde nella sala tale da richiedere più un ascolto a occhi chiusi per captare quelle sonorità quasi impercettibili che sono impresse nella partitura.

È un Brahms particolarmente arioso quello che Mariotti propone nello sviluppo dove la matrice originaria in cui si innesta il tragico fatalismo composto da pathos ed eroismo, caratteristiche salienti di un genere di musica assoluta come questa. L’impressione è quella di saper governare con assoluta fiducia un’Orchestra che risponde all’unisono, capace di distinguersi nelle sezioni solistiche come nel “tutti” in grado di creare un suono pieno, potente e solido tanto da coinvolgere tutto il pubblico.
Effetto ripetuto anche nella mirabile esecuzione della Sinfonia n. 9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonìn Dvořák capace di trascinare le masse orchestrali in un crescendo continuo dove si percepiscono dei rimandi che richiamano sonorità popolari, ispirato dai canti afroamericani e nativi durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, il compositore fu catturato e affascinato dai miti e dalle leggende del West. Composta nel 1893 rievoca le sue esperienze emotive vissute da cui traspaiono le potenti melodie, i contrasti dinamici e un’orchestrazione ricca di sfumature timbriche. Michele Mariotti ne offre una lettura sapiente esaltandola fino alla sua conclusione, premiato da ripetute chiamate al proscenio da un pubblico entusiasta.

Ascoltato all’Auditorium Santa Chiara di Trento il 2 aprile 2025