Va in scena in prima nazionale sabato 21 aprile alle ore 21, Teatro Comunale Testoni di Casalecchio di Reno, lo spettacolo Don Giovanni, a cenar teco. La regia è di Antonio Latella che firma anche la drammaturgia insieme a Linda Dalisi. In scena Caterina Carpio, Daniele Fior, Giovanni Franzoni, Massimiliano Loizzi, Candida Nieri, Maurizio Rippa, Valentina Vacca. Le scene e costumi sono di Fabio Sonnino. Il disegno luci è di Simone De Angelis. Una produzione Stabile/Mobile, Compagnia Antonio Latella. La formazione artistica vede protagonisti gli attori che hanno condiviso con il regista il progetto sul Fondamentalismo, di cui il Don Giovanni costituisce una prima parte, e a questi si è aggiunto Maurizio Rippa, attore e contraltista napoletano già diretto dal regista ne Le nuvole e Mamma Mafia. Lo spettacolo nasce come l’esito finale della collaborazione tra Antonio Latella, direttore durante la stagione 2010/2011 del Nuovo Teatro Nuovo, e Andrea De Rosa, allora direttore del Mercadante, Teatro Stabile di Napoli. Presentare in tournée questo lavoro significa mostrare il tentativo di scardinare dei processi produttivi attraverso la costruzione di un ensamble di attori, drammaturghi, tecnici, collaboratori artistici, assistenti e organizzatori. Tale tensione è alla base della costituzione della compagnia come espressione fortissima, in grado di portarne in scena tanto l’aspetto artistico e formativo, quanto quello produttivo: il fondamentalismo della potenza visiva e drammaturgicamente politica del teatro, unito a quello di un’economia di mezzi e di risorse.
Può l’amore essere ridotto ad una semplice equazione matematica? A tentare l’impresa è Don Giovanni, il celebre seduttore portato in scena innumerevoli volte grazie ai più grandi talenti del teatro mondiale e oggi fatto rivivere da Antonio Latella nello spettacolo il cui titolo riprende uno dei più celebri versi dell’opera di Mozart, Don Giovanni, a cenar teco. Il regista vede nell’impenitente libertino un assetato vampiro della vita che si nutre di quello slancio volto a conquistare un amore ancora incontaminato, ma destinato ad essere buttato un istante dopo essere stato posseduto. Razionalità e istinto sono la base di uno spettacolo che mette in luce la complessa personalità si un antieroe seduttore, cinico e blasfemo, ma al contempo cronicamente infelice.
Lo spettacolo di Latella è difficilmente inquadrabile in un genere preciso, poiché accosta giochi infantili, sessualità esibita, happening in platea e numeri da varietà che stimolano lo spettatore con una pluralità di input capaci di trasportarlo in un mondo fatto di passioni momentanee e di attaccamenti impulsivi. Un particolare nucleo tematico messo in luce dal lavoro drammaturgico del regista e di Linda Dalisi è il rapporto tra l’amore e il divino, un unione che determina l’inevitabile lontananza tra il protagonista e il trascendente. Infatti, se Dio è amore e tutti amano Dio, è impossibile per Don Giovanni avvicinarsi a qualsiasi forma di religiosità, dal momento che vuole essere lui stesso l’unico corpo da venerare.
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