Non bastava la finale di calcio degli Europei tra Italia e Spagna a stravolgere il programma del festival Inequilibrio di Castiglioncello, con la delusione bruciante per i tifosi dello sport più famoso al mondo. Una partita che ha costretto la direzione del festival a prendere la decisione (sofferta) di cancellare quasi interamente il programma di domenica 1 luglio. Purtroppo il destino infausto si è palesato nuovamente: la mancata partecipazione di Franca Valeri (colta da malore il giorno prima di arrivare al festival) e di Sabina Guzzanti (in calendario martedì 3 luglio), ha fatto ricadere nello sconforto gli organizzatori. Lo si notava sui visi di tutto lo staff, da giorni impegnato nei preparativi, di quello che sarebbe stato, l’ evento clou del festival.
Facce deluse anche tra le centinaia di persone accorse per assistere alla Lectio Magistralis, moderata dal critico teatrale Gianfranco Capitta, e con la partecipazione del regista Federico Tiezzi. Un folto pubblico a cui era stato riservato il piacere di conoscere le due attrici comiche per sentirle raccontare dalla loro voce, la straordinaria esperienza umana e artistica di una donna di oltre novant’anni, ancora ben determinata a calcare le scene. A causa del malessere subito da Franca Valeri, l’incontro è stato annullato e di conseguenza anche la partecipazione di Sabina Guzzanti è venuta meno. Decisione presa per il rispetto e la stima che Sabina prova per una donna considerata la sua maestra di comicità. Un’attrice che ha fatto la storia del Teatro italiano.
L’incontro doveva inaugurare l’attività del Teatro Laboratorio Toscana, il corso di specializzazione biennale per attori diretto da Federico Tiezzi, in programma dal 17 settembre al 28 ottobre, in collaborazione con Armunia, l’associazione che gestisce e organizza il festival. La partecipazione di Franca Valeri e di Sabina Guzzanti rappresentava l’occasione preziosa nel testimoniare la loro esperienza artistica e riflettere sulla formazione dei giovani attori. Ai presenti, molti dei quali provenienti anche da altre città della Toscana, per nulla felici dell’annullamento del dibattito, non è restato che “accontentarsi” della visione del documentario Franca la prima, realizzata da Sabina Guzzanti e dedicato a Franca Valeri. Un’idea nata nel solco dell’amicizia che le ha unite: “Tra due artiste – si legge nel programma – che riescono a far capire, attraverso l’intelligenza affilata della ragion comica, le contraddizioni del Paese. Designata dalla Valeri come sua erede naturale, la Guzzanti racconta vita e personalità, arte e mestiere della prima vera autrice – attrice satirica italiana”.
E così è andata: occasione unica per assistere alla proiezione affollata e replicata, a furor di popolo una seconda volta , mentre fuori il caldo di un pomeriggio di inizio luglio consigliava i bagni a mare. Nella sala auditorium del Castello Pasquini, andava in scena l’emozione nel cogliere sul grande schermo, il viso e la voce di un’attrice capace ancora di stupire e commuovere tanti spettatori di molte età, le generazioni più vicine alla Valeri, in grado di ricordare a memoria le sue battute più celebri, le famose telefonate della Sora Cecioni, le mitiche scenette comiche, recitate per una televisione ormai considerata reperto storico. Un’ora di puro divertimento intelligente, le testimonianze autorevoli di chi la conosce bene e vi ha lavorato insieme, agli esordi della sua carriera, uno tra tutti Dario Fo, con il quale la Valeri ha iniziato la sua carriera facendo cabaret.
Il documentario ripropone spezzoni di televisione in cui si vede una giovanissima Franca Valeri nei programmi della Rai in bianco e nero, la sua verve intelligente e satirica (è stata la prima a farla), seguito da intermezzi attuali dove Sabina Guzzanti assume il ruolo di intervistatrice. Alla domanda in cui le viene chiesto se è stancante andare in tournée, lei risponde: “No, anzi. Purtroppo ci andiamo troppo poco!”.
Un’attrice capace di farsi ben quattro ore di automobile al giorno per andare alle prove di uno spettacolo, lavorare altre quattro e poi tornare a casa. Nel video si vede anche il critico (grande esperto di cinema e televisione) Sandro D’Avanzo, il quale spiegava come lei fosse stata bocciata al provino per entrare all‘Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, il successo conquistato negli anni ’50 con il trio “I Gobbi” formato da Vittorio Caprioli, Alberto Bonucci e la stessa Franca Valeri, e le musiche ironiche di Franco Nebbia. E a proposito di musica, la Guzzanti ricorda nel documentario (le si vedono in una delle presentazioni dal vivo al Piccolo Teatro di Milano e anche al Teatro Valle Occupato di Roma), come il celebre pianista Arturo Benedetti Michelangeli, insegnasse ai suoi allievi i tempi e le pause musicali, ascoltando le pause teatrali della Valeri.
“La musica è prima di tutto”, ricorda la Valeri e racconta come abbia fatto nella sua carriera di tutto: televisione, radio, teatro, cinema. Il suo primo film -spiega Sandro D’Avanzo – esibendo a favore di telecamere la locandina, è stato Luci del Varietà di Alberto Lattuada e Federico Fellini (al suo esordio come regista), facendo conoscere, anche sul grande schermo, il suo talento innato: “Io sono nata per fare l’attrice. Ho sempre desiderato fin da bambina fare questo lavoro – racconta Franca con un’umiltà spiazzante – anche se all’inizio volevo diventare un’attrice drammatica ma poi mi sono accorta che facevo ridere. A quel punto ho deciso di farla sul serio la comicità”. Non solo attrice ma anche commediografa di sceneggiature per il cinema e drammaturga della sua stessa vita, improntata ad una carriera all’insegna del riso e del buon umore, il cui valore aggiunto è la satira, la straordinaria lucidità nel cogliere le contraddizioni dell’animo umano.
Franca Valeri è quella che ha saputo meglio di tanti altri guardare, oltre le apparenze, per scovare dentro di noi quanto ci sia di più ridicolo nel nostro modo di vivere quotidiano. Una comicità a tratti disillusa e disarmante, mai fine a se stessa, illuminante e tutt’ora insuperabile. Come le sue battute caustiche quando dal palcoscenico del Teatro Valle (è su questo palcoscenico che ha esordito nel 1947), si rivolge al sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “Avete fatto bene ad occupare il Teatro, inchiodatevi alle poltrone e non uscite più. Abbiamo un sindaco che si crede il fondatore di Roma Capitale. Ebbene, in una capitale i teatri non si chiudono mai!”. Sipario. Applausi.
Crediti
Sceneggiatura: Sabina Guzzanti
Fotografia: Clarissa Cappellani
Montaggio: Doney Sacco
Produttore: Valerio Terenzio – Simona Banchi
Produzione: Ambra Group (Italia)
http://www.youtube.com/Franca la prima